ANALISI ESTESA DEL FILM

 

LO SCOIATTOLO

DIE BERGKATZE
di Ernst Lubitsch
Germania 1921
Con Paul Heidemann, Pola Negri

di Davide GHERARDI

In questa “grottesca in quattro atti” grazie al consueto tocco fatato Lubitsch ci trasporta nel suo frenetico mondo da operetta. Tra le vette immacolate dello Schneegebirge si consuma l’incontro fatale tra Rischka (Pola Negri), capricciosa figlia del capo di una banda di briganti che spadroneggiano tra le nevi perenni ed il giovane ufficiale Alexis, bellimbusto spedito nel remoto forte di Tossenstein per confinarne l’irrefrenabile fascino sul gentil sesso (fomentatore di disordini nonché di una copiosissima prole). L’incontro improbabile tra i due splendidi esemplari di mondi così alieni, il damerino incastonato nei raffinati rituali ornamentali della bella società e la bella ladra che vive in uno stato d’innocente selvatichezza, offre a Lubitsch il movente per inanellare una serie di folgoranti invenzioni visive e coreografiche, coadiuvate dal genio scenografico di Ernst Stern, figura di spicco nella vita artistica berlinese degli anni Venti. Molti i momenti indimenticabili: la folla muliebre che attornia l’ufficiale alla partenza, la battaglia tra militari ed briganti a base di fucilate alternate alle palle di neve, un gioco a rimpiattino in un gigantesco guardaroba, il matrimonio di Ritscha ed una serie di stufe allineate contro un orizzonte di nitóre accecante su cui i banditi si siedono a fumare. Tutto è all’insegna della sproporzione caricaturale tra la causa e l’effetto, la fisionomia e l’espressione, il mandato sociale e la sanzione, mentre tra le pieghe del racconto s’insinua come un velo l’allegra derisione dei modelli sociali. Vengono messi alla berlina l’onore e la divisa, la gloria naturale del matrimonio ed il preteso prestigio della società militare, ed anche la morale indotta dello status quo sociale. Il film ha un ulteriore punto di forza nella straordinaria performance interpretativa di Pola Negri, che interpreta il tipo della ragazzina-maschiaccio, ruolo che si era da tempo cristallizzato nel canone in diverse produzioni americane (si pensi ai film “su misura” per Mabel Normand o Mary Pickford). Com’è stato notato il film costruisce un piano autonomo dove la raffinatezza della scenografia, solcata dagli arabeschi architettonici di Stern, trovano un’omologia formale con l’uso reiterato dei mascherini a cornice di svariate fogge e misure. Film poco amato dal pubblico e molto dal suo regista, che gli riconosceva un alto grado di felicità creativa. Lo scoiattolo è uscito in Dvd in anteprima mondiale per i tipi dell’Ermitage Video, frutto del restauro commissionato dalla Fondazione Murnau al laboratorio “L’immagine ritrovata” della Cineteca di Bologna di una copia conservata all’Archivio del film di Berlino. L’edizione si avvale di un corredo extra particolarmente ricco e curato, con diverse schede sul regista, il film, gli attori e la critica, e della gradevolissima musica scritta appositamente dal Maestro Marco Dalpane.

LO SCOIATTOLO

DIE BERGKATZE
di Ernst Lubitsch