RECENSIONE DVD ED EXTRA

LA SCHIVATA
di Abdellatif Kéchiche

Francia 2003
Con Sara Forestier e Osman Elkharraz

di Gabriele FRANCIONI

La bionda Lydia è una ragazzina che prepara insieme ai compagni la recita scolastica nei giardini di cemento della banlieu parigina, mettendo in scena "Il gioco del caso e dell’amore" di Marivaux. è spavaldamente corteggiata da Arlecchino, uno spilungone fidanzato con un'algerina, il cui posto vorrebbe essere preso da Krimo, quindicenne maghrebino impacciato, timido, quasi sempre muto e per questo scartato dalla professoressa di recitazione. I ruoli imposti dalla pièce teatrale fanno dell'insicura Lydia una reginetta dell'amore, supponente e altezzosa, e costringono l'amica logorroica e attaccabrighe a diventarne la serva. Krimo baratta la parte di Arlecchino con il compagno di classe, ottenendo poco o niente dall'adorata Lydia. Seguono alterne vicende (contrapposizioni tra etnie, scontri tra il gruppo dei maschi e quello delle femmine) sino a un'imprevista svolta drammatica e alla catarsi incompleta del finale.
Come nel precedente TUTTA COLPA DI VOLTAIRE, è l'improvvisa irruzione del Reale all'interno della finzione del Testo a creare fratture nel corpo sociale, lasciando intatti gli interrogativi generati dai due livelli sui quali si sviluppa il racconto.
Dopo l'ondata di film sulla banlieu parigina di metà anni Novanta, di cui L'ODIO fu una sorta di capostipite, il tono generale è mutato, passando dalla frenesia di Kassovitz (ebreo francese) al maggiore controllo stilistico del tunisino Kéchiche, ma la sostanza non cambia.
Si ribalta, invece, il punto di vista, poiché sono sempre più i registi maghrebini a raccontare il proprio mondo, vissuto tra frustrante emarginazione e sensi di colpa da parte dei francesi ex-colonizzatori.
I due film di Abdellatif Kéchiche - il primo fu il bellissimo TUTTA COLPA DI VOLTAIRE (2000) - hanno ottenuto ovunque consensi molto ampi e l'Italia ha contribuito col premio assegnato a LA SCHIVATA durante il Torino Film Festival del 2004.
In risposta a una discreta circolazione nelle nostre sale, ecco entrambi i titoli in uscita per DOLMEN VIDEO (www.emik.it), molto attesi e assai graditi da un nuovo pubblico orientato verso il prodotto a fortissima caratterizzazione etnica.
Ottima l'edizione del Dvd: spicca un'interessante intervista al regista, che accenna alla capacità di Marivaux di dar voce ai derelitti, agli emarginati e racconta la ricerca compiuta sul linguaggio giovanile delle periferie parigine, usato come un codice di riconoscimento di grande impatto.
Coerentemente, l'audio mantiene intatto il nitore della presa diretta (ottimo anche il doppiaggio, che segue a mille all'ora il parlato dei ragazzini: ma questo è un film da seguire in lingua originale!), fondamentale per rendere in maniera appropriata i dialoghi serratissimi e concitati tra i protagonisti e per far sentire i rumori d'ambiente della banlieu.
Kéchiche è un regista prevalentemente open air: il Dvd restituisce fedelmente le scelte dell'autore riguardo ad una fotografia assai nitida (le scene scure, d'interni, sono limitate) e il quadro è sempre limpido.
Per un film del 2003 è naturale che il master sia ottimo e il riversamento se ne avvantaggia notevolmente.
LA SCHIVATA è un meraviglioso esempio di come si possa far incontrare il tono leggero di una rappresentazione scolastica - il testo di Marivaux - e il registro drammatico dei primi scontri tra gruppi sociali di adolescenti.
Kéchiche ci mostra l'universo adolescenziale mentre si allena alla finzione delle categorie sociali, ma suggerisce che una precoce meditazione sul tema possa servire, una volta adulti, a ribaltare le parti e a sopravvivere.

dolmen

LA SCHIVATA
di Abdellatif Kéchiche