ANALISI ESTESA DEL FILM
PAZ!
Italia, 2002 |
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PAZ!
è un TRAINSPOTTING in salsa padana, ma più visionario. è un film crudo, dal
punto di vista della visione, De Maria non si preoccupa di non mostrare peni
o pubi, o suggerire fellatio tra la direttrice della scuola (Iaia Forte) e
l’ispettore di polizia: si tratta però di una crudezza che scandalizzerà
pochi e comunque chi non ha mai letto Pazienza - che ricordo su "TOTEM"
pubblicò una vignetta con una bestemmia, che venne censurata nei successivi
passaggi editoriali della tavola. C'è qui in effetti un equivoco da
chiarire: PAZ! non è un film su Andrea Pazienza, come il titolo
suggerirebbe, ma sull’universo di Pazienza - fatto dei suoi sballi, dei suoi
personaggi, delle sue visioni, del sesso libero, della sua Bologna e del
clima politico che si respirava sul finire degli anni ‘70. Il tutto si
svolge in 24 ore, dalle 4 di mattino di un giorno qualunque alle 4 di
mattino del giorno successivo: la storia principale potrebbe essere quella
di Enrico Fiabeschi (Max Mazzotta) che deve assolutamente dare l’esame su
“Apocalisse Nau” per non partire militare ma la trama, di per sé, è quasi
inesistente, più che altro un pretesto per unire vivacemente alcune delle
più feroci storie di Pazienza - tavole che a distanza di quasi vent’anni
mantengono la loro carica politica (mantengono o ripropongono?) rimanendo
ahimé attuali. La scena dell’esame, per esempio, è tratta pari pari da uno
dei racconti di Paz che ha per protagonista Fiabeschi, così come il rimando
al “cielo così bianco” - tratto da “Pompeo” - o della zuppa disgustosa -
tratto da un’altra delle tavole. O l’incidente in auto a causa di una canna
che non viene condivisa. Questo delle citazioni è però un limite, in una
pellicola che già ha un target minimo: De Maria gioca apertamente con gli
spettatori (meglio se conoscitori del fumetto, trentenni, ex-damsiani e di
Bologna) e in questo modo non può che limitare la visione del film - nel
senso più ampio - a tutti coloro che non rientrano in questa stessa
categoria. Ci sarà chi non conosce i fumetti di Pazienza e probabilmente non
capirà alcune delle citazioni, o troverà alcuni dei personaggi (vedi l’uomo
del DAMS) inutili, non potendoli collegare a presenze fisse del fumetto:
nelle tavole di Pazienza molti di questi caratteri avevano una pura funzione
catartica, potevano apparire e scomparire in una sola tavola senza che
l’intera struttura ne risentisse - ma un film è un’altra cosa. Delle prime
tavole che lessi ricordo il brufolo che esplode e i celerini che corrono, ed
è uno shock trovarli proprio come li ricordavo lì sullo schermo. Ma a chi
non lesse Pazienza dicono poco o nulla. Bisognerebbe andare al cinema dopo
aver letto (o riletto) un paio dei suoi volumi, per comprendere meglio il
film stesso. Questa stessa recensione ne è l’esempio, credo: non si riesce a
scrivere del film PAZ! senza rifarsi completamente ai fumetti di Paz. Ci
sono anche citazioni che si potevano evitare, a mio avviso: quando Zanardi
(Flavio Pistilli) e Colas (Matteo Taranto) sfogliano LINUS, leggono una
storia di Pazienza, una storia che ha tra i protagonisti lo stesso Zanardi.
Discorso diverso invece riguarda il Pentothal (Claudio Santamaria) autore di
fumetti, e i cui disegni sono quelli di Andrea Pazienza: Pentothal è l’alter
ego di Andrea Pazienza, nella vita reale, per stessa ammissione di Pazienza,
perciò non poteva che essere altrimenti. Da questo punto di vista risulta
allora forse più chiaro (anche se discutibile) perché De Maria abbia
completamente trasformato il personaggio di Fiabeschi: mentre Flavio
Pistilli nella parte di Zanardi è fisicamente perfetto, Max Mazzotta sembra
più un altro personaggio di Pazienza, Pompeo. Ma questi, stando ad uno
scritto dello stesso Paz, era “l’alter ego invecchiato di Pentothal”, e
dunque il cerchio si chiuderebbe. Tra le varie trovate del film (irriverente
e cinico ma sempre divertente e a suo modo anche documentaristico) sono da
sottolineare il cameo di Ricky Memphis, l'assemblea degli studenti che si
svolge nella cucina dell'appartamento - nonché una delle allucinazioni di
Pentothal - l'ottima colonna sonora (tra gli altri Skit, Tiromancino,
Gaznevada, Skiantos, ma anche un sempre verde COM'è
PROFONDO IL MARE, di Dalla con i Tiromancino) e il taglio "acido" del
montaggio. Finito il film (oltre a domandarci se Paz lo avrebbe amato)
rimane tra le tante cose un po' di nostalgia per quei piatti che nessuno di
noi lavava, e che si andavano accatastando in cucina. Voto: 29/30 |
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