ANALISI ESTESA DEL FILM
LISTA D'ATTESA Cuba/FR/G/Messico/Spagna 2000 Con Tahimi Alvarino, Alina Rodriguez |
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LISTA D'ATTESA è un film che poteva svolgersi solo a Cuba. Sembra una banalità, ma i personaggi e i dialoghi estrapolati dal contesto in cui si trovano non vivrebbero più di vita propria, sarebbero svuotati del loro elemento essenziale, la "cubanità". Insomma se in una qualunque delle nostre stazioni fossimo obbligati a passare più di 5 ore per un ritardo, o per un bus che non arriva proprio, finirebbe sicuramente a denunce e cazzotti. LISTA D'ATTESA, da noi, avrebbe probabilmente avuto luogo in aeroporto, dove risulterebbe più credibile: ecco perchè Cuba è dunque essenziale ai fini della credibilità della vicenda. E tale vicenda poteva svolgersi solo a Cuba perchè altrimenti si sarebbe perso un altro elemento importante della storia, l'iniziativa contro la burocrazia e i burocrati. Un personaggio come quello che nel film continua a dichiarare "se l'amministratore, compagni, afferma questo sarà perché è così", e che sfugge dalla stazione alla ricerca di un commissario politico che venga a ristabilire l'ordine (eterno) delle cose non potrebbe esistere altrimenti. L'aspetto comico (ma allo stesso tempo la causa della riflessione) è che tale atteggiamento è controproducente: è meglio l'iniziativa dei passeggeri in attesa - che porta al cercare di riparare il bus - che attendere che le lettere ai burocrati facciano il loro corso - ma è proprio questa iniziativa che il Potere va a soffocare. Juan Carlos Tabìo sia in FRAGOLE E CIOCCOLATO che, prima, in GUANTANAMERA, affronta l'aspetto politico della vicenda sempre in sordina, quasi fosse un dettaglio trascurabile, eppure è proprio questo silenzio, rotto qua e la da situazioni e parole, a risultare pesante macigno sulle vite dei protagonisti. LISTA D'ATTESA non è però un film politico in senso stretto, se non appunto nel senso che è calato in un ambiente politicizzato (Cuba): LISTA D'ATTESA è una commedia - se vogliamo anche sul comunismo cubano - ma principalmente sull'amore. In una stazione di bus una decina di persone attende la corsa che li porterà chi a l'Avana (giorni pari) chi a Santiago (giorni dispari): poichè il bus che arriva è sempre pieno e quello parcheggiato alla stazione è guasto, tutti si ingegnano per trovare una soluzione e tornare a casa. La "lista d'attesa" in questione è quella che permetterebbe ai passeggeri di salire su uno degli autobus in arrivo, a seconda della disponibilità di posti. Carlos Tabiò realizza la sceneggiatura partendo dal racconto omonimo di Arturo Arango con cui firma il soggetto. Il racconto stesso viene citato all'interno del film, in una sequenza che lascia perplessi ma che ha in effetti un senso, posta in una situazione onirica che però non è ben presente quando inizia. Potrebbe essere un sogno tutto il film o solo una parte, ma quello che è vero è che tutti i personaggi fanno lo stesso sogno, e quest'aspetto in effetti è a mio avviso deludente. La vicenda insomma è frutto - in parte o tutta, non ci è dato capire - di un sogno che ha coinvolto tutti i protagonisti: tutti hanno sognato la stessa cosa e tutti hanno vissuto - nel sogno - le stesse cose. Nessuno è morto, nessuno ha dipinto la stazione, forse i due protagonisti hanno fatto davvero l'amore forse no. Tutto sommato non sembra avere importanza, alla fine della pellicola, cosa sia successo realmente: ciò che importa, invece, è che in una qualunque stazione si arrivi ci sarà sempre quell'attimo necessario in cui qualcuno porrà la fatidica e vera domanda: "Chi è l'ultimo?"
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LISTA D'ATTESA |