Una sedicenne di Mosca viene abbandonata dalla madre, in procinto di
accasarsi negli Stati Uniti con un emigrato russo conosciuto per
corrispondenza.
In un istante la vita da adolescente si trasforma in una discesa agli
inferi, affrontata senza le difese familiari (non ci sono padri, fratelli,
cugini) e con l'unico supporto emotivo di un ragazzino abbandonato,
che vive, come tutti, sognando l 'America dei videogames, di britneyspears e
del basket.
La piccola martire affronta vari gironi dell'orrore, sino al momento in cui
il suo desiderio di fuga sembra realizzarsi, grazie a un nuovo amore e un
viaggio in Svezia...
Dolmen video arricchisce con il film di Lucas Moodysson la galleria di
ritratti metropolitani - LA SCHIVATA, TUTTA COLPA DI VOLTAIRE - che ci
restituiscono l'immagine di un'Europa periferica portata alla
disperazione dalla caduta del Muro e dai conflitti etnici.
Il regista di FUCKING AMAL e TOGETHER ci conduce nel backstage di un
mondo che soffre a causa della globalizzazione, dove tutti abbandonano
tutti, in fuga virtuale verso l'unica presunta oasi di felicità e benessere.
Un Dvd necessario, anche perché dimostra come uno stile non estremo, non
dogmatico, sia sufficiente a sostenere l'insostenibile visione di un
dramma agghiacciante, inserito all'interno di un film che non si limita alla
semplice denuncia dello sfruttamento sessuale dei minori (si vedano i titoli
di coda).
Il supporto digitale restituisce la qualità delle riprese d'interni con
un'eccezionale resa visiva di colori molto saturi. Moodysson, diversamente
da Kéchiche, guarda la periferia dall'interno, dal chiuso degli
edifici appartenuti allo Stato, all'ex-Unione Sovietica. Toni bruciati e
luci gialle, intonaco scrostato e scale sulle quali bivaccare: sono gli
spazi entro i quali Lilja inizia a perdersi, per poi passare alle
sfavillanti discoteche dove un'amica la spinge a prostituirsi.
La Svezia della seconda parte del film è anche peggiore di quella di FUCKING
AMAL: asettica e distante, genera uno scarto stilistico verso il registro
asciutto e secco del finale.
Altro pregio del supporto digitale è una resa perfetta del master audio
originale: non solo per i dialoghi in russo (il doppiaggio non è buono e
appiattisce le scene in ambienti chiusi), ma anche per la colonna sonora.
I potentissimi Rammstein accompagnano Lilja nella folle corsa del
flashforward iniziale e aiutano a definire subito le coordinate di una
storia maudit.
DOLMEN
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