Il diciannovenne Joe Bonham parte dal Colorado, lascia la famiglia e la
fidanzata Karen, e va a combattere nella prima guerra mondiale. Sul fronte
francese un’esplosione lo riduce cieco, sordomuto e privo degli arti.
Ridotto a un troncone umano, in un letto d’ospedale, è tenuto in vita con
accorgimenti clinici dai medici militari. Essi sono convinti che la sua
sopravvivenza sia puramente vegetativa. Al contrario Joe riesce a pensare e,
in un flusso di coscienza doloroso e interminabile, rievoca situazioni ed
eventi, fonde ricordi e sogni, e trova finalmente il modo di comunicare col
mondo esterno. Chiede ai medici di essere ucciso, oppure esposto al pubblico
in un circo. Costoro rifiutano. Allontanano l’infermiera che ha tentato
pietosamente di arrestare l’erogazione dell’ossigeno necessario a tenerlo in
vita e continuano a farlo sopravvivere, così com’è.
Tratto dall’omonimo romanzo del 1939 di Dalton Trumbo, famoso sceneggiatore
di Hollywood perseguitato nell’era maccartista,
E Johnny prese il fucile è il
suo unico film da regista e uno dei più importanti manifesti pacifisti di
tutti i tempi. Nel ’41 Trumbo ne aveva realizzata una versione radiofonica,
con la voce di James Cagney. La trasposizione per lo schermo lo indusse a
rovesciare la progressione del libro, stringendo il primo movimento
drammatico (la scoperta della infermità da parte del mutilato) per insistere
maggiormente sul secondo (la sua comunicazione con l’esterno).
Il film è infatti costruito su due strutture narrative parallele: la realtà
della vittima che pensa ancora ma non comunica e non riceve comunicazioni
del mondo, e i ricordi vitalistici di quando Joe era ancora un uomo: il
tutto (bianco e nero l’atroce presente, a colori il trepido ricordo)
all’insegna del disperato tentativo del relitto umano di ritrovare un
contatto con l’esterno.
Il regista ha inoltre l’intelligenza di non sfruttare emotivamente la
situazione, che è tragica di per sé e non ha bisogno di immagini choc ed
enfatiche, sottolineando così il paradosso alla base della vicenda,
apertamente antimilitarista: l’uomo che fa la guerra uccide e mutila milioni
di uomini (vedi la prima delle due didascalie finali), ma a causa dei suoi
‘principi’ morali non può e non vuole praticare l’eutanasia.
La fama di questo film è enorme, ma ben pochi hanno avuto finora la
possibilità di vederlo. Grazie alla Dolmen ora può essere recuperato. La
qualità video è buona ma non eccellente, ma bisogna premettere che non è
semplice trovare una copia della pellicola in ottime condizioni, per cui il
quadro talvolta, soprattutto nelle sequenze a colori, lascia affiorare la
grana. Anche l’audio in italiano risente di alcuni disturbi mentre
l’originale risulta più pulito. Vista l’importanza del film, però, tali
lievi difetti appaiono come dettagli secondari.
CONTENUTI EXTRA
Non
esaltanti i contenuti extra del dvd. Oltre al trailer originale e ad alcune
informazioni sul regista-sceneggiatore Trumbo, troviamo due interventi di
Enrico Ghezzi che riflette sulle tematiche del film. Come sempre il suo
stile potrebbe risultare interessante o potrebbe suscitare soltanto noia.
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