Danielle
conosce un uomo, se lo porta a casa, flirta con lui, lo uccide. Eppure,
continua a negare l'evidenza davanti a tutto e a tutti, soprattutto alla
giornalista (Collie) che abita nella casa di fronte, decisa a fare luce
sulla questione. Ma anche a se stessa: Danielle imputa il fattaccio
(l'ultimo di, a quanto pare, una intera serie) a sua sorella Dominique di
cui invero non v'è traccia... gli sviluppi saranno imprevedibili.
Con il senno del poi, possiamo dire che questo è tra i primi di tutta una
serie di sdoppiamenti di personalità che riempiono la filmografia di De
Palma. Anzi, possiamo dire che Le
due sorelle è il film spartiacque della sua carriera (puntualmente
documentata negli extra del DVD): non più il De Palma tardo-sessantesco (in
tutti i sensi) delle commedie stile
Hi Mom!, ma il De Palma del thriller, dei barocchismi visivi, della
sfida al Maestro Hitchcock sul suo stesso campo. Perciò, un film di
imprescindibile interesse storico.
Mille omaggi e riferimenti hitchcockiani. Il “buon vicinato” voyeurista di
La finestra
sul cortile, il divano-bara di
Nodo alla gola, i pedinamenti
uguali a quelli de La donna che
visse due volte... Ma, soprattutto,
Psycho. Neanche tanto per lo sdoppiamento di Danielle, quanto per la
struttura (un personaggio che crediamo essere il protagonista viene
ammazzato sul più bello rendendo necessario un cambio di punto di vista), e
per l'inusitata violenza degli accoltellamenti. Che De Palma estremizza fino
ad arrivare al grandguignol, all'eccesso di sangue, all'horror
(benché sia una definizione che gli va un po' stretta).
De Palma imbastisce tutta una serie di arzigogolati movimenti di macchina,
scene ad effetto, virtuosismi di ripresa, per arrivare al cuore del
paradosso della visione: l'enfasi barocca sul “chi guarda” (sottolineata
anche dalla crudezza del sangue e delle carni divelte buttate in faccia agli
spettatori) evocata da una cinepresa scatenata si ribalta sul legame
d'acciaio tra chi guarda e chi è guardato. Già nei primi minuti di film
vediamo un voyeur che guarda cupido una cieca che si sta spogliando,
solo affinché, in seguito alla rivelazione che ciò non è che una candid
camera televisiva, potessimo accorgerci di essere noi i veri voyeur.
Collie spia Danielle e indaga sulle sue malefatte, e con questo tenta di
marcare una distanza tra lei che guarda e l'oggetto della sua indagine, “il
colpevole”, ma alla fine, con un geniale ennesimo ribaltamento che non
sveliamo, questa distanza cade. Il detective rimira il divano contenente il
cadavere con un netto senso di impotenza derivante dal fatto che mai esso
potrà essere visibile: l'evidenza dell'atto (omicida, in questo caso) è
sempre rimandata, mai perfettamente garantita, e dunque non è possibile
distinguere una volta per tutte chi guarda da chi è guardato.
Il tutto, condito da un più che mai attuale sottotesto sul maschilismo
“fallocentrico” intrinseco della visione, sull'ottica femminista e sui suoi
limiti.
La Dolmen con questa edizione DVD regala una vera e propria boccata d'aria a
chi è abituato agli scialbi passaggi televisivi di
Le due sorelle. Finalmente la partitura sonora di Bernard Herrmann è
in grado di martellare da par suo – ma non solo. Lo stile genialmente
lezioso di De Palma è restituito alla originaria nitidezza delle sue forme,
alla pulizia dei suoi arabeschi, alla ricercata violenza dei suoi colori –
tutte cose che il supporto digitale permette di cogliere agevolmente, e che
in altre condizioni di fruizione sarebbe più difficile.
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