Jallel lascia la Tunisia per Parigi, sperando in un presente migliore. Non
sa ciò che l'aspetta, perché la realtà è diversa da ciò che gli era stato
raccontato.
In questo scarto tra narrazione/finzione e brutalità delle cose vere, sta il
senso del film e anche la peculiarità del cinema di Abdellatif Kéchiche: i
documenti falsi per ottenere il visto, il matrimonio finto,
come la recita scolastica dell'altro suo film LA SCHIVATA (si veda il sito
www.emik.it e la recensione su Kinematrix), suggeriscono l'idea che per
sopravvivere da apolidi in terre straniere sia necessario e vitale indossare
una maschera.
TUTTA COLPA DI VOLTAIRE, miglior opera prima alla Mostra del Cinema di
Venezia del 2000, esce finalmente in Dvd anche in Italia e conferma
l'attenzione di Dolmen Video sia per la produzione francese che per una
nuova generazione di registi attenti alle realtà multietniche delle
periferie metropolitane, quando ancora non erano scoppiate le rivolte del
2005.
Kéchiche, asciutto ed essenziale anche quando gira con la m.d.p. in
movimento, crea peraltro continui vortici di persone destinate solo a
sfiorarsi, mai a incontrarsi veramente o costruire qualcosa insieme (una
famiglia, un figlio). In seguito, l'incontro con Lucie, una ragazza francese
dalla psicologia complessa, sembra cambiare il corso degli eventi.
Lo stile lo segue, dinamico senza essere à-la Dogme 95.
Il master molto recente consente un riversamento di qualità eccezionale,
anche considerata la natura artistica di un'opera volutamente scarna,
assolutamente priva di rielaborazioni in fase di post-produzione. Notevole
equilibrio visivo nei (continui) passaggi tra ambienti chiusi ed aperti. Le
scene in esterni, fondamentali per rendere il compatto grigiore della
metropoli parigina, presentano colori molto stabili e nitidi.
Molteplici opzioni-audio ed extra essenziali, peraltro in linea con la
versione francese, grazie ai quali veniamo a conoscenza della carriera di
attore di Kéchiche (anche per Techiné).
TUTTA COLPA DI VOLTAIRE è, in definitiva, un film bellissimo e coinvolgente,
capace di intrecciare dramma e commedia con leggerezza e profondità, anche
grazie alle prove attoriali dell'ottimo Sami Bouajila (un intenso Jallel) e
della straordinaria Elodie Bouchez (Lucie), già ammirata ne LES ROSEAUX
SAUVAGES (1994) dello stesso Techiné.
Da acquistare insieme al già citato LA SCHIVATA, col quale forma un dittico
imperdibile sul tema dell'immigrazione.
www.emik.it
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