GLI INVISIBILI
 

ILARIA ALPI
IL PIù CRUDELE DEI GIORNI
di Ferdinando Vicentini Orgnani
 

 

 

Ci sono dei film, magari non perfetti, che ti rimangono dentro non solo per quello che raccontano, ma anche per quello che non sono riusciti a raccontare. ILARIA ALPI è uno di questi. Non voglio demonizzare la distribuzione: il cinema è business, se poche persone vanno a vedere un film è ovvio che dopo un po’ viene tolto dalle sale. Il problema è che il pubblico italiano medio è composto da “cazzoni”, che si divertono alla solita vacanza di Natale – e smettiamola con la discussione se è Nuova Commedia all’italiana o no – e che pensano che quello lì sia il cinema italiano. Ignorano, questi vacanzieri del cinema, che esiste un cinema italiano diverso, di denuncia - esiste da sempre, in verità - che è ancora capace di farti incazzare: per quello che racconta, per quello che non è riuscito a raccontare – perchè un film deve finire, ad un certo punto. Il difetto del lavoro di Vicentini Orgnani è che manca di quegli interessanti cartelli esplicativi che appaiono a fine storia, in cui si fa il punto della vicenda, hic et nunc, e che ti fanno incazzare ancora di più. Ecco allora che la proiezione nell’afosa Arena Puccini di Bologna diventa ancora più interessante, perchè c’è chi ha seguito la vicenda processuale di Ilaria e Miran, e fa le veci di quei cartelli esplicativi. Scopriamo così che la maggior parte delle persone che ha avuto un ruolo nella vicenda (il somalo condannato e poi rimandato a casa – già arrestato in modo anomalo - il maresciallo che indagava sul caso, alcuni giornalisti) sono tutti morti, in banali incidenti o di infarto - come è accaduto a molti dei personaggi coinvolti nel giallo di Ustica, a cui Marco RISI ha dedicato IL MURO DI GOMMA. Scopriamo così che i diari di Ilaria scompaiono a Il Cairo, dove l’aereo dell’Aeronautica Militare Italiana che sta trasportando le salme della Alpi e di Hrovatin fa uno scalo non necessario. Scopriamo così che al processo, sotto interrogatorio, nessuno tra i giornalisti e i funzionari RAI presenti – RAI che pure finanzia, probabilmente suo malgrado, la pellicola - ricorda di avere visto i quaderni, con la faccia di chi invece li ha probabilmente già letti e pure digeriti. E scopriamo tante cose che vi invito a leggere sul sito http://www.ilariaalpi.it, perchè questo vuol essere un articolo sul film, non sul processo – che il film non affronta, fermandosi al 20 marzo 1994, data dell’omicidio dei due inviati RAI a Mogadiscio.
Il popolo di cazzoni che noi siamo (intendo in generale, ritenendo che la maggioranza dei visitatori di KMX non appartenga alla categoria) probabilmente è in grado anche di indignarsi vedendo JFK di Stone, che è un film statunitense di un (ottimo) regista statunitense. E allora mi domando: perchè JFK sì e ILARIA ALPI, no? Perché dobbiamo essere così succubi del cinema americano da scandalizzarci dell’omicidio di stato di un presidente degli USA morto quando la maggior parte di noi (lettori o collaboratori di KMX) non era ancora nata e non siamo incazzati per un assassinio di stato di una coppia di gionalisti italiani avvenuta meno di dieci anni fa? Perchè pellicole come questa di Vicentini passano come meteore in un universo dominato dai MATRIX, dagli XMEN – godibilissimi film, per carità – ma non c’è nessuno che si indigni, che scriva, che proietti, che faccia conoscere i nostri film, soprattutto quelli di denucia? Apprendo dal sito Cinemotoreonline che ILARIA ALPI è uno dei peggiori incassi della stagione (dati CINETEL), non avendo incassato più di 500 mila euro, e scorrendo tra i titoli trovo altri film dello stesso genere, PIAZZA DELLE CINQUE LUNE, sul caso Moro, IL POSTO DELL’ANIMA, sui licenziamenti. E la mia rabbia sale ancora di più. Perché l’obiezione “sono brutti film” non è valida. IL PIÙ CRUDELE DEI GIORNI è un ottimo film. Italiano, per giunta.
Ma probabilmente è proprio questa la sua sfortuna: di essere nato in un paese di rincoglioniti, dove l’italiano sullo schermo è solo il milanese o il romano, dove si ride a crepapelle per l’ennesima ripetitiva scorreggia natalizia della coppia Boldi/de Sica, dove giornalisti stronzi che leggono i diari di Ilaria Alpi fingono di non saperne nulla - e allora che fanno i giornalisti a fare? - e la distribuzione – che non demonizzo perchè il cinema è business – non punta su film come quelli di Vicentini Orgnani.
ILARIA ALPI IL PIÙ CRUDELE DEI GIORNI è un ottimo film di denuncia che esce in un paese che non lo merita.
Dobbiamo così ringraziare chi l’ha prodotto e voluto, perché l’aspetto più difficile di questa pellicola, è realizzarla. Dobbiamo ringraziare chi ha fornito il volto ad Ilaria e Miran, Giovanna Mezzogiorno e Rade Sherbedgia – già giornalista in PRIMA DELLA PIOGGIA. Dobbiamo ringraziare chi continua a proiettarlo, nelle afose sale estive. Ma soprattutto dobbiamo ringraziare chi ha rischiato di più. Bravo, Ferdinando: è stato coraggioso fare un film come questo per un paese come questo.
In un paese come questo.

 

La RECENSIONE

 

ILARIA ALPI
IL PIù CRUDELE DEI GIORNI
di Ferdinando Vicentini Orgnani
Con G. Mezzogiorno, R. Sherbedgi

 

 di Fabio SAJEVA


Questo film si inserisce all’interno del genere denominato film d’inchiesta nel quale, modestamente parlando, nel nostro paese siamo degli esperti. Non mancano illustri titoli che si prestano a dotte citazioni per il sedicente esperto di cinema. Potremmo fare il nome di Francesco Rosi e del suo Salvatore Giuliano risalente al 1962 e del successivo Le Mani sulla città del 1963. Andando più in là nel tempo i titoli si moltiplicano come vanno moltiplicandosi gli strani fatti irrisolti della fantapolitica italiana. Francamente non riesco a trovare un altro modo di definire accadimenti che hanno dell’incredibile e dell’assurdo per qualsiasi paese civile. Il caso Moro, Il caso Mattei, Il muro di Gomma e più recentemente il film riguardante il caso Tortora e Vajont. Ma francamente molto più interessante sarebbe andare ad indagare tutte quelle sceneggiature che “sarebbero volute essere altra struttura” ma che non lo sono mai divenute in quanto molto fastidiose per il potere politico ed economico. Esiste con certezza una sceneggiatura che ripercorre tutta la storia di mani pulite ma a detta dello sceneggiatore (che per ovvie ragioni non citiamo augurandogli di lavorare ancora per molto) tutte le produzioni si sono rifiutate irremovibilmente di portarla alla fase di realizzazione. Potremmo dire che in Italia non abbiamo bisogno di fantascienza in quanto a questa sopperisce abbondantemente il panorama politico-economico che ci ha regalato e ci riserverà ancora per molto colpi di scena degni di Blade Runner, Matrix e Guerre stellari. Si, qui da noi ci sono replicanti della politica che succhiano il sangue alla popolazione come fossero batterie e le guerre nell’aria abbattono aerei carichi di normali cittadini. Perché spendere tanto in effetti speciali quando la realtà ti regala tutto questo ben di Dio?

20 marzo 1994, Mogadiscio. E’ la data di morte di Ilaria Alpi. Una morte che a distanza di circa nove anni non ha ancora un senso. Chi furono i mandanti dell’omicidio e perché Ilaria Alpi fu assassinata con un colpo di pistola sparato in testa? Il film di Ferdinando Vicentini Orgnani, scritto insieme ai familiari della giornalista, racconta l’ultimo mese di vita della ragazza insieme al suo fedele operatore video Miran Hrovatin. I due si muovono in territori ostili, rischiando continuamente per portare a termine il loro lavoro che consiste nell’informare. Ad interpretare la ragazza è una Giovanna Mezzogiorno sicura di sé e pronta a tutto pur di trovare la verità. Miran Hrovatin è invece interpretato da Rade Sherbedgia, un attore che ha all’attivo capolavori quali La tregua di Francesco Rosi, Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick e tanti altri. La produzione è stata il risultato della cooperazione tra Lares Video Srl – GAM Film Srl, EMME Produzioni Srl con la collaborazione di RAI CINEMA mentre la distribuzione è affidata all’ISTITUTO LUCE. Il regista apre e chiude il film con la stessa scena vista da due punti di vista differenti e si preoccupa di ottenere il massimo del realismo. Per fare questo utilizza attori somali e gira tra Trieste, Slovenia, Roma, Marocco e Belgrado. Secondo le dichiarazioni del regista, rilasciate nelle sue note di regia, le persone di origine somala contattate all’inizio, sparivano inspiegabilmente in seguito a delle minacce. L’autore ha tratto il film dal libro intitolato "L’esecuzione", scritto da Giorgio e Luciana Alpi, Mariangela Gritta Grainer e Maurizio Torrealta. Il lavoro per arrivare alla sceneggiatura scritta dal regista insieme a Marcello Fois e pubblicata dall’editore Frassinelli, è iniziato nel settembre del 2000. Il risultato è un film forte e convincente, capace di lasciare intuire che dietro quest’omicidio c’è qualcosa di molto grosso. Particolarmente toccante è la scena dell’omicidio nella quale il regista ci mostra la facilità con la quale viene commesso e la paura della protagonista. La tesi degli autori, che si rifà ai processi, è che Ilaria Alpi aveva scoperto dei traffici illeciti. Il processo è ancora in corso e di Ilaria Alpi rimane un libro, un film ed un premio per il giornalismo televisivo. Prove che dimostrano quanto persone come lei rimangano impresse nella memoria di una società combattuta dal desiderio di sconfiggere le ingiustizie.


Voto: 27/30

02.03.2003

 

la scheda

 

ILARIA ALPI
IL PIù CRUDELE DEI GIORNI
di Ferdinando Vicentini Orgnani
 

ILARIA ALPI
Il più crudele dei giorni
Un film di Ferdinando Vicentini Orgnani

CAST ARTISTICO

Giovanna Mezzogiorno Ilaria Alpi
Rade Sherbedgia Miran Hrovatin
Erica Blanc Luciana Alpi
Angelo Infanti Marocchino
Andrea Renzi Francesco
Giacinto Ferro Giorgio Alpi
Toni Lo Bianco Generale Loi
Amanda Plummer Karin giornalista ABC

CAST TECNICO

Produzione:
Lares Video Srl - GAM Film Srl
EMME Produzioni Srl
in collaborazione con RAI Cinema SpA

Produttori:
Gherardo Pagliei, Elisabetta Riga
Roberto Buttafarro, Marisa Greco
Marco Quintili

Produttore Esecutivo: Marco Quintili
Distribuzione: ISTITUTO LUCE
un'esclusiva LANTIA

Soggetto e Sceneggiatura:
Marcello Fois - Ferdinando Vicentini Orgnani

Regia: Ferdinando Vicentini Orgnani
Fotografia: Giovanni Cavallini a.i.c.
Scenografia: Davide Bassan
Costumi: Elisabetta Antico
Montaggio: Claudio Cutry Alessandro Heffler
Musiche: Paolo Fresu per CAM Original Soundtrack

Ufficio Stampa:
ISTITUTO LUCE - Alessandra Tieri
LANTIA - Paolo Le Grazie
Maria Carolina Terzi

GLI INVISIBILI
 

ILARIA ALPI
IL PIù CRUDELE DEI GIORNI
di Ferdinando Vicentini Orgnani