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imitationofdeath

regia Stefano Ricci


CSS Udine,
 30/11/2012

 

di Stefania ROTA

Collegamenti rapidi: scheda

Chi sono i supereroi? Se indossano maschere di cartone ed espongono la loro nudità in atti di violenza e scherno? Fantasmi del passato o di speranze. Salvezza non più attuabile quando chi dovrebbe compiere lʼatto salvifico non è che lo scherno di se stessi. è il nostro supereroe malato che diviene folle e si prende gioco di noi, delle nostre paure, dei nostri limiti. Viene a salvarci dalla nostra maschera di carne che ci stringe il volto ogni giorno e di cui siamo dimentichi. Corpi che si muovono sul palco così intensamente vivi, sudati, nervosi. Così carne da sembrare a volte solamente grumo movente estrapolato da un identità precisa. E questa carne così carne pare essere in contatto diretto con le viscere che secernono emozioni.

Gli attori si muovono sul palco e la loro interpretazione pare nel contempo pregna del loro vissuto personale che quasi sembra scorgerli controluce e vuota di ogni forma di forma cristallizzata come se il mettere a nudo corpo ed emozioni li rendesse liberi di essere loro stessi e nel contempo essere tutto. Non sono loro gli indifesi. Benché si sviscerino completamente sul palco. Ma è il pubblico a venire schiaffeggiato. Avviene un ribaltamento di significati e ruoli ed a stare su un palco è il pubblico, con i riflettori puntati, davanti a se stesso e agli attori che divengono dionisiache presenze che guidano nelle profondità buie in cui lo sguardo preferisce non posarsi.

è un teatro del vero quello di ricci/forte. Un teatro che non si preoccupa di piacere, impressionare, intrattenere. è un atto partecipativo un pugno allo stomaco. Quella esigenza di una scossa ove inconsciamente si ricerca qualcuno in grado di provocarci dolore, una sberla, acqua fredda che sveglia dal torpore quotidiano che ci rende morti. Corpi che camminano rinchiusi in costumi assunti ma non ponderati, automi di gesti ripetitivi senza coscienza. Morti che camminano e che subiscono sui loro percorsi, sempre più atti di morte. E più gli atti di morte si moltiplicano e più lo sguardo viene portato altro e altrove sino a desiderare la cecità. Imitationofdeath è una costrizione a vedere. è come un atto di violenza contro quella parte che vuole rimanere assopita. Ogni spettacolo vive di vita propria, mai riproducibile nella stessa maniera riluttante della serialità che porta nella calda alcova della sicurezza grazie alla rotazione dei ruoli degli attori che loro stessi conoscono solamente mezzʼora prima di salire sul palco permettendo allʼimprovvisazione di concedersi completamente allʼatto performativo. Lo spettatore viene “picchiato” durante tutto lo spettacolo. Non cʼè un momento di pausa, una piccola rassicurazione, uno spiraglio di luce. Vi è una tensione prepotente che non demorde mai. Un treno su un territorio disastrato con un paesaggio distopico che non è altro che il nostro sguardo dentro noi stessi da cui non è possibile scendere una volta saliti e che spinge molti a volerlo rivedere per approdare ogni volta in scenari differenti ma di uguale travolgimento.

Trasportati tra corpi nudi che si scontrano contro il pavimento, contro altri corpi, contro loro stessi che tentano di rialzarsi in bilico su tacchi vertiginosi e rilucenti. Corpi soli, uniti in coppie da danze e violenze e gruppi impastati che vanno formando iconografiche riconducibili tanto a composizioni di quadri cinquecenteschi quanto alle riviste di moda.

La musica sorregge e viene sorretta. Elemento imprescindibile, scelto con accuratezza, generatrice e amplificatrice dellʼenergia emotiva sprigionata. Insieme ai corpi, frasi, influenze sotterranee di Palahniuk, movimenti ed oggetti intrecciati a ricordi personali degli attori che divengono i ricordi riconoscibili dellʼesperienza di ciascun spettatore rivelando una memoria collettiva che nello spettacolo di ricci/forte diviene terrore collettivo.

30/lode

IMITATIONOFDEATH  anno 2012 testo drammaturgia ricci/forte regia regia Stefano Ricci interpreti Cinzia Brugnola, Michela Bruni, Barbara Caridi, Chiara Casali, Ramona Genna, Fabio Gomiero, Blanche Konrad, Liliana Laera, Piersten Leirom, Pierre Lucat, Mattia Mele, Silvia Pietta, Andrea Pizzalis, Claudia Salvatore, Giuseppe Sartori, Simon Waldvogel e... movimenti Marco Angelilli direzione tecnica Davide Confetto assistenti regia Liliana Laera, Barbara Caridi, Claudia Salvatore, Ramona Genna produzione ricci/forte in coproduzione con Romaeuropa Festival / CSS Teatro stabile di innovazione del FVG / Festival delle Colline Torinesi / Centrale Fies

SITO UFFICIALE

 

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teatro stabile d'innovazione del f.v.g.