MICHAEL GIACCHINO, UN COMPOSITORE.
Finalmente!
Tra i tamti “rumori” di pseudo compositori che abbiamo sopportato negli
ultimi tempi, finalmente un vero compositore. Puntuale, attento, preciso,
oserei dire geniale, il giovane italo-americano Michael Giacchino ha dato
prova che la musica per il cinema non comincia e finisce con i vari Williams
& co, di cui, possiamo dire senza timore di smentite, rappresenta l’erede
naturale.
Michael è un compositore che si è guadagnato un posto tra i big del genere,
a forza di sudore, abnegazione, serietà e ad un indiscusso talento.
Già dai suoi primi lavori, i videogames della serie “Medal of Honor” si
poteva intuire di che pasta è fatto; un osso duro, osservatore oculato,
intelligente e meticoloso. Tutti ricordiamo il bellissimo film Pixar
Gli incredibili,o
Mission Impossible III, anche qui l’aria che tirava era la
stessa, un’aria fresca e piena di speranza. Tuttavia aspettavamo una
conferma definitiva, il vero capolavoro.
Un grande passo avanti verso questo obiettivo, Giacchino lo fa con il nuovo
e frizzante film Pixar Ratatouille, storia di un topo gourmet che dalla
campagna parigina si ritrova grande chef del più importante ristorante della
capitale parigina.
Figlio della tradizione goldsmithiana, Michael maneggia con estrema
efficacia e disarmante fluidità le classiche tecniche di commento musicale
made in USA, stilemi noti al grande pubblico, ma rivisitati e all’occorrenza
evitati i clichè del genere. Ci si aspetterebbero i classici pizzicati degli
archi, le discese di intervalli di 5° diminuita dei fiati, innesti di
sonorità di cultura francese (visto che il film è ambientato in Francia) e
magari ritmi squadrati, incalzanti, ballabili... infatti è così. Giacchino
ci conduce tra tutti gli elementi di un commento “classico”, di genere, ma
al contempo è riuscito a realizzare una partitura che è post ma anche neo e
soprattutto evitando quel fastidioso senso di volgare, triviale, ridicola
imitazione che si ha quando Ottman (il primo della lista!!!) fa il verso
agli intoccabili Williams e Goldsmith.
Sono molti i rimandi, ma non è mai mai mero citazionismo, piuttosto
rielaborazione fisiologica di tecniche e stili consolidati nel tempo.
Evidente è la parentela con un pezzo di
The Terminal (John Williams), dal
quale nasce uno dei brani d’azione più geniali del film, con l’orchestra che
si lancia per scoscese montagne russe, davvero irresistibile.
L’unica nota negativa si riscontra nella scelta, questa si ovvia,
dell’organico orchestrale, probabilmente si poteva scavare più a fondo nelle
assegnazioni dei temi e dei reparti armonici, soprattutto nella prima parte
del film. La globalità del film risulta fluido e incalzante, un simpatico
cartoon, non all’altezza de Gli
incredibili ma onesto e ben fatto.
Con una colonna
sonora così poi... diventa opera d’arte.
08:11:2007 |