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LA SPARATORIA
(The
Shooting) Jack Nicholson, Will Hutchins
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Due uomini (Oates e Hutchins) vengono assoldati da una sconosciuta (Perkins) perché la accompagnino attraverso il deserto verso una meta misteriosa. A metà tragitto li raggiungerà l’enigmatico braccio destro della donna (Nicholson). Il fratello di uno dei due uomini, intanto, è scomparso, accusato d’aver ucciso un bambino e suo padre. Autore di culto per i cinefili delle passate generazioni, Monte Hellman è un autore oggi quasi dimenticato. Eppure, malgrado costretto a lavorare sempre con budget ridottissimi, Hellman è stato, non meno di Altman, un geniale e decisivo decostruzionista dei classici generi cinematografici americani durante la stagione di transizione a cavallo fra gli anni ’60 e ‘70. Del road-movie con lo straniato, ma a modo suo struggente, STRADA A DOPPIA CORSIA (una sorta di EASY RIDER “adulto”), del western con titoli come LE COLLINE BLU (uno dei film preferiti di Tarantino) e il bellissimo LA SPARATORIA, fra l’altro girati contemporaneamente e quasi con il medesimo cast proprio per questioni economiche.
Del western, in realtà, LA SPARATORIA conserva solo gli aspetti esteriori:
nella sostanza, è un dramma da camera dal sapore polanskiano in cui gli
spazi sconfinati della Frontiera non hanno nulla di storico, ma sono
funzionali a trasfigurare gli elementi della vicenda dall’oggettivo al
metafisico, dal particolare all’esistenziale. I suoi personaggi sono icone
che si muovono lungo dinamiche universali, tragitti interiori. Hellman,
ancor più che Leone o Peckinpah, adotta i terreni aridi del lontano west
come campo di battaglia per conflitti ancestrali, archetipici, sempre sul
filo dell’immaginario. |
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