LA SPARATORIA

(The Shooting)
USA 1967, col, 82’
di Monte Hellman
Con Warren Oates, Millie Perkins,

Jack Nicholson, Will Hutchins

 

 

Due uomini (Oates e Hutchins) vengono assoldati da una sconosciuta (Perkins) perché la accompagnino attraverso il deserto verso una meta misteriosa. A metà tragitto li raggiungerà l’enigmatico braccio destro della donna (Nicholson). Il fratello di uno dei due uomini, intanto, è scomparso, accusato d’aver ucciso un bambino e suo padre.

Autore di culto per i cinefili delle passate generazioni, Monte Hellman è un autore oggi quasi dimenticato. Eppure, malgrado costretto a lavorare sempre con budget ridottissimi, Hellman è stato, non meno di Altman, un geniale e decisivo decostruzionista dei classici generi cinematografici americani durante la stagione di transizione a cavallo fra gli anni ’60 e ‘70. Del road-movie con lo straniato, ma a modo suo struggente, STRADA A DOPPIA CORSIA (una sorta di EASY RIDER “adulto”), del western con titoli come LE COLLINE BLU (uno dei film preferiti di Tarantino) e il bellissimo LA SPARATORIA, fra l’altro girati contemporaneamente e quasi con il medesimo cast proprio per questioni economiche.

Del western, in realtà, LA SPARATORIA conserva solo gli aspetti esteriori: nella sostanza, è un dramma da camera dal sapore polanskiano in cui gli spazi sconfinati della Frontiera non hanno nulla di storico, ma sono funzionali a trasfigurare gli elementi della vicenda dall’oggettivo al metafisico, dal particolare all’esistenziale. I suoi personaggi sono icone che si muovono lungo dinamiche universali, tragitti interiori. Hellman, ancor più che Leone o Peckinpah, adotta i terreni aridi del lontano west come campo di battaglia per conflitti ancestrali, archetipici, sempre sul filo dell’immaginario.
Uno dei primi ruoli per Nicholson, che partecipò anche a LE COLLINE BLU nella doppia veste di attore e sceneggiatore.