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LA RABBIA GIOVANE
(Badlands) Con Martin Sheen, Sissy Spacek
I GIORNI DEL CIELO
(Days of Heaven) Con Richard Gere, Brooke Adams
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Non tutti sanno che vent’anni prima di LA SOTTILE LINEA ROSSA, vent’anni di imperscrutabile, imperdonabile silenzio, Terrence Malick aveva già messo a segno due capolavori. LA RABBIA GIOVANE è la storia di due ragazzi (Sheen e Spacek) che, un po’ per necessità, un po’ per noia, un po’ per disperazione, attraversano gli spazi sconfinati dell’America rurale degli anni ‘50 lasciandosi dietro una scia di sangue; I GIORNI DEL CIELO è la cronaca delle giornate di lavoro di una coppia di braccianti girovaghi (Gere e Adams) agli inizi del secolo scorso, prima che lei si unisca per interesse al proprietario della piantagione (Shepard) procurando la gelosia di entrambi gli uomini e la conseguente tragedia. Ma le trame hanno relativa importanza in un cinema puro come quello di Malick, il cui sguardo, realista e fiabesco al tempo stesso, distaccato ma dolente, ha lo splendore di una solida, levigata pietra preziosa. Un naturalismo onirico pervade le sue inquadrature e muove i suoi indimenticabili personaggi, antieroi che si aggirano ai margini del sogno americano quasi privi di coscienza, o forse portatori di un’ultima, flebile fiamma d’innocenza in un meccanismo più grande di loro che alla fine, inevitabilmente, naturalmente, li stritolerà. Così come nelle sue tematiche coincidono lo storico e il leggendario, il particolare e l’universale, il fisico e il metafisico, nelle sue immagini convivono il casuale e il necessario, l’incidentale e l’inevitabile, in un numero d’equilibrio che ha il sapore d’un fatalismo cosmico, di un pessimismo appena attenuato dall’invisibile ma ammaliante trasfigurazione fantastica. Film che sfuggono ad ogni definizione e su cui, quindi, è anche inutile dilungarsi troppo. Basterà concludere che quello di Malick è Il Cinema, e che i cinefili meritevoli di questo nome non possono non conoscere a memoria i mitici, classici, lirici LA RABBIA GIOVANE e I GIORNI DEL CIELO. |
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