SALVADOR

di Manuel Huerga
Spagna, USA, 2006,133'

un Certain Regard

di Valentina DI MICHELE

Dei delitti e delle pene: Salvador di Manuel Huerga


è possibile coniugare il peso della storia (quando la storia è in realtà Storia, e in tempi di ritorni di fiamma militarista una ferita mai chiusa può tornare a sanguinare) con le ragioni dell'arte del XXI secolo?
Manuel Huerga affronta un tema non semplice, e senza dubbio, pieno di ostacoli e tranelli: raccontare con l'occhio e stile di un filmmaker attento alle nuove tecnologie una tragedia tutta spagnola che pesa ancora sulla coscienza nazionale.
Il 2 marzo 1974 muore Salvador Puig Antich, condannato all'esecuzione capitale (tramite garrota) per aver ucciso un poliziotto. La morte del giovane catalano, appartenente al gruppo anarchico MIL (Movimento Iberico di Liberazione), scatena numerose polemiche (il proiettile che ha ucciso il poliziotto si rivelerà partito dalla pistola di un suo collega), venendo però a coincidere con la fine della dittatura franchista.
Huerga affronta la dolorosa vicenda partendo dai fatti, e analizzando la scalata del MIL e la sua progressiva disgregazione interna, che conduce alla cattura e poi alla morte di Salvador. E lo fa cercando di restituire la concitazione degli anni di piombo spagnoli, il ritmo convulso delle azioni di rivolta e di una sorta di incoscienza giovanile che ne segnerà poi la fine.
Attraverso una fotografia eccellente in alta definizione Huerga tenta di raccontare una vicenda che sembra però sfaldarsi sul piano dell'analisi delle sue cause e degli effetti (ideologici in primis).
Il regista sembra affidare al suo cast, arricchito di nomi come Daniel Brühl (rivelatosi in Goodbye Lenin) somigliante al vero Salvador ma poco convincente, l'almodovariana Leonor Watling (Parla con lei), Ingrid Rubio (Todas las azafadas van al ciel) e Tristán Ulloa (Lucia y el sexo), il compito di restituire credibilità ad una sceneggiatura spesso televisiva, divisa troppo rigidamente in due parti distinte.
La prima, più agile e dinamica, dominata dal racconto di Salvador al suo avvocato, mostra un ritratto giovanile superficiale e poco attento alla visione complessiva del caso spagnolo; la seconda, invece, diversa stilisticamente e meno coerente, è centrata sulla lunga (e inutile) campagna di genitori e amici per salvare il ragazzo dalla morte.
Un peccato per un film  tanto importante, almeno nelle intenzioni, che ha, se non altro, il pregio di raccontare (all'estero) una storia altrimenti dimenticata.


Voto: 23/30

28:05:2005