Un padre, professore e campagnolo, si reca
nella città di Wuhan in visita alla figlia. La quale si prodiga in affari
meno casti di quelli che immaginava il padre.
Tutti i più insopportabili luoghi comuni del cinema cinese post boom
economico e da esportazione (tipo Wang Xiaoshuai) ci vengono impunemente
propinati. E il rapporto città-campagna, e i vecchi tempi contro i nuovi
corrotti, e lo scontro generazionale. Eccetera. Per quanto riguarda la
forma, nessuno sfondone imperdonabile ma tanta, tanta mediocrità. Insomma,
diciamo che è una specie di Mazzacurati cinese che fa il suo compitino e chi
si è visto si è visto. Con l'aggravante che presume di insaporire il brodo
annacquandolo con indugi semidocumentaristici sul tessuto metropolitano
cinese e chi lo abita. Capirai che novità: poteva esserlo dieci anni fa ma
adesso basta aprire qualunque rotocalco per trovare la stessa cosa, che
magari ci mangia anche meno tempo.
Voto: 21/30
28:05:2005
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