SUMMER PALACE

di Lou Ye
Cina,2006,140'

in Concorso

di Marco GROSOLI

 
Tardi anni ottanta. Yu Hong, una giovane della provincia cinese viene ammessa all'università di Pechino, dove conosce e ama Zhou Wei sullo sfondo della vivacità studentesca che portò a Tien An Men. La loro separazione, anche dopo molti anni, dopo altri amori e altre amarezze, rimane per entrambi una ferita sanguinante e mai rimarginata.
Un'allegoria politica di grana grossa: Tien An Men come occasione infelicemente perduta di dare un corso diverso al vertiginoso sviluppo cinese di questi anni. Ma anche la base espressiva è fondamentalmente sbagliata: un intimismo sempliciotto, sbracato; un diario privato troppo ansioso di dire, di ripetere e ricalcare emozioni piuttosto prevedibili. Il risultato è un pasticcio dove la macchina da presa si muove sempre ma senza sapere cosa inquadrare: dopo qualche incursione nel circondario e magari qualche jump-cut per ingraziarsi gli europei (c'è anche una deprimente citazione de I 400 colpi) per inerzia finisce per tornare sempre sui propri protagonisti. I quali se la cavano maluccio con il registro introspettivo - Yu Hong poi affida i suoi pensieri un po' troppo spesso alla voice over, che ridice quello che le immagini hanno già stiracchiato e ripetuto in tutti i modi. Troppa ricerca dell'emozione cutanea, che dà l'effetto esattamente contrario - come ben esemplificano le soporifere, frequenti (e inutili) scene di sesso.


Voto: 22/30

18:05:2005