FANTASMA

di Lisandro Alonso
Argentina, 2006, 63'

Quinzaine des Réalisateurs

di Marco GROSOLI

 

Argentino Vargas era il protagonista di Los Muertos, secondo film di Lisandro Alonso. Vargas viene invitato a Buenos Aires alla presentazione di Los Muertos. Non ha mai messo piede in un cinema. Lo vediamo gironzolare per le stanze vuote, i corridoi e gli ascensori dell'edificio, dove peraltro si è perso anche il protagonista di La libertad, primo film di Alonso, altresì invitato alla proiezione. Poi si vede finalmente sullo schermo.
Alonso ha un inaudito senso dello spazio, e sente soprattutto come lo sguardo stesso faccia pienamente parte dello spazio. Così, lo spazio diventa una specie di spugna che viene stiracchiato dagli sguardi che di volta in volta fissano qualche centro aggregatore per poi rientrare nella vischiosità del tessuto subito dopo – magari perchè risucchiati da un altro sguardo. Per illustrare questo non c'è bisogno dei grovigli oculari di un De Palma (oppure, che so, della fanfaronate di certo Amenabar). Basta prendersi tutto il tempo che serve affinchè la macchina da presa faccia nel modo più fluido e naturale possibile aderire (a partire da una iniziale situazione di distanza destinata di volta in volta a ricrearsi a ogni illusione di contatto) la relazione che la lega al personaggio a quell'altra relazione, quella che vediamo sullo schermo, tra personaggio ambiente. Il cinema di Alonso sta tutto in questo palleggio tra le due relazioni, un palleggio in cui si scambiano continuamente di posto la lontananza e la vicinanza. In modo identico a come i suoi personaggi (un falegname della Pampa in La libertad, un uomo che vive nella foresta in Los muertos) pur essendo calati completamente nel loro habitat se ne discostano percettibilmente allorché utilizzano per i propri fini lo spazio circostante (per tagliare la legna o sgozzare una capra o altro)

Voto: 30/30

28:05:2005