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Avevamo lasciato il gelido Lok alla fine del primo episodio trionfare in cima alla Triade. Ora però viene battuto da un avversario simile a lui ma ancora più “lui” di se stesso. Jimmy, cui nulla importa delle triadi ma vuole fare soldi e vivere tranquillo e nella legalità con la famiglia, anche a costo di scalare le vette della malavita. Gelido e spietato come Lok, ma definitivamente slegato dalla troppo concreta sete di potere mafioso – perché invece legato allo scudo protettivo della Legalità, nella guisa dei potenti del governo Cinese che lo appoggiano. Ma che poi presentano il conto. Il primo merito di Election 2 è dunque quello di essere più a fondo Shakespeariano rispetto al predecessore: se Lok in fondo manovrava tutti per la solidità del suo tornaconto, Jimmy vede svanire il tornaconto stesso tra le proprie avide mani. Sì Jimmy risulta trionfante nel miracolo di ottenere tutto quello che vuole a ogni prezzo, però si sente fortissimo (specie nel finale) la sensazione che è in gabbia, nella gabbia invincibile che è il potere stesso. Anche quando lo si ha in mano, è lui che ci ha in mano e non viceversa. Jimmy batte Lok perché quest'ultimo è troppo legato alla tracotanza famelica del mafioso, capace di fare alleanze come di sbattere la vecchia cariatide veteromafiosa giù per le scale, ma che poi muore perché rincorre suo figlio che paga il pizzo a due bulletti coetanei – in altre parole: Lok cade vittima della struttura mafiosa stessa che gli si ritorce contro. Jimmy non può cadere vittima della struttura, la domina sovranamente proprio perché ne sta al di fuori. Pur esercitando tutte le più disumane azioni del mafioso (tipo macellare arti umani per invogliare dei cani in gabbia ad aggredire gente rinchiusa con loro), si smarca dall'ABC dei regolamenti intramafiosi (tipo rivendicare le azioni compiute, e rispettare la fedeltà) ed è così capace di giocare ogni capovolgimento di alleanze e relazioni a proprio favore- perché c'è comunque la Legge Ufficiale a proteggere i suoi misfatti. Johnnie To, di conseguenza, non si accontenta più di seguire il filo intricato dei rapporti di potere come in Election, ma accetta di sospendere lo sguardo nell'incertezza costante di stare dentro o fuori quegli stessi meccanismi. In molti momenti il ritmo travolgente degli eventi e dei apovolgimenti si inceppa, si lascia dilatare dal sospetto che la partita stia più in là del “semplice” (per intricato che sia) gioco di mosse e contromosse tra avversari. Ciò che sta “oltre” la meccanica dell'azione in quanto tale (che è poi il segreto dell'opacità vincente di Jimmy), trova uno spessore tangibile nel corpo del film. In questo modo è ancora più chiaro che la Legge è il crimine perfetto, perché non è più un codice che vive delle proprie “prevedibili” trasgressioni come quello mafioso, ma riposa in un principio esterno a quelle dinamiche, imprendibile.
28:05:2005 |