Una
ragazza decide di farsi scoppiare con dell'esplosivo in pieno centro di New
York. Il film si occupa delle ore precedenti all'esplosione prefissata.
Un film poco più che furbetto. È vero, c'è l'”eroica” estromissione di
qualunque zavorra psicologistica: ci solo solo attimi, uno dopo l'altro,
piccole azioni come asciugarsi i capelli o comprare cibo da asporto che
vengono fatti risuonare con tutta la terribilità del loro essere definitivo.
Un gioco sagace di montaggio che isola un'infinità di istanti, che nel loro
isolamento risuonano come “ultimi”. La morte viene fatta subodorare, insomma,
ma solo per un gioco furbetto di gatto col topo. La Loktev in sostanza, sia
nella tessitura delle immmagini che nella trama vera e propria, gioca la
chiusura assoluta dell'istante solo per perpetrare all'infinito una
dialettica apertura/chiusura che tiene effettivamente lo spettatore con il
fiato sospeso. Tutto si riduce a questo, sicché l'operazione ha davvero il
fiato corto.
Voto: 25/30
28:05:2005
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