Da
attore preferito di Amenabar, che lo ha voluto protagonista di
Tesis e
Abre los ojos a Marc Recha,
con il quale arriva a Cannes per presentare il quarto lungometraggio del
regista catalano, Les mans buides.
Eduardo Noriega è passato dai ruoli fantastici dei suoi film d'esordio ad un
realismo estremo che, nella pellicola di Recha, lo spoglia dello charme da
star per portarlo in un desolato paesaggio di frontiera.
Abbiamo incontrato nel giardino di un Hotel di Cannes l'attore spagnolo per
fare il punto sulla sua carriera, e sulla collaborazione con Recha, nata
proprio in Italia, durante lo scorso festival di Pesaro.
È la prima volta che lei collabora con un regista dalla personalità
artistica come quella di Marc Recha. Qual è il bilancio finale del suo
lavoro?
Avevo visto Pau i el seu Germà,
ma ho conosciuto personalmente Marc a Pesaro, e ci siamo trovati subito
bene. Nella scelta degli attori Marc cerca sempre una comprensione reciproca
totale, che permetta poi all'attore di perdersi nella fuzione con il
personaggio che andrà ad interpretare.
Per la prima volta, mi sono trovato a girare un film senza trucco, senza
parrucchiere, con abiti miei, a volte di seconda mano. Un realismo che è
anche denudamento dall'artificio della recitazione. Abbiamo cercato di
riempire le distanze umane, per far sì che anche i personaggi stessero bene
insieme. È stato un lavoro di responsabilizzazione, per avere qualcosa di
vivo nelle mani.
Sento che questo film è stato per me una sorta di "regalo", un modo per fare
qualcosa di nuovo, di diverso. Penso di essere cambiato, com'è cambiato, nel
film, il mio personaggio, Gerard.
A proposito di Gerard, questa figura senza radici sembra essere il filo
conduttore del film, quello che cambia le regole del gioco..
Gerard è un uomo che cerca altro, anche se non sa cosa. Cerca senza un
obiettivo, cerca un contatto umano, ha un problema di comunicazione che lo
accumuna agli altri. Ma è lui che osserva gli altri e li porta ad un
cambiamento, che li spinge verso la solidarietà, anche se momentanea.
E' un personaggio molto complesso, ho dovuto buttare via il pudore interiore
e mettere a nudo i pensieri, le sensazioni più intime e segrete.
Quali sono i suoi prossimi progetti?
Sto lavorando ad un moderno Otello ambientato in un villaggio di
pescatori in Africa. È interessante perché mostra come un occidentale
percepisce una realtà così diversa. Abbiamo già pensato alla distribuzione
internazionale, ma avremo comunque tempo..
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