CANNES 2003: I PREMI

Le ragioni della politica hanno vinto sul cinema - la stampa internazionale, francese per lo più, ha accolto con disappunto le scelte della giuria guidata da Patrice Chéreau.
Il festival di Cannes, il più importante e il più indicativo delle tendenze del mercato cinematografico, si è piegato (per l'ennesima volta, verrebbe da dire) a cause di forza maggiore.
Un'edizione privata della presenza statunitense (per punire l'opposizione di Chirac alla guerra in Iraq) non poteva, per logica, venire aggravata dalla vittoria di quello che, altrettanto logicamente, era il candidato favorito alla Palma d'Oro, Dogville di Lars Von Trier. Parlare di scandalo, come hanno già fatto alcuni quotidiani, è forse eccessivo. Von Trier non ha probabilmente bisogno di un'altra Palma d'Oro nel suo scaffale, né la sua mancanza lo farà desistere dal progetto della Trilogia (anti)Americana.
Quello che fa riflettere è che, assai spudoratamente, il riconoscimento sia andato ad un film imperfetto, fischiato e criticato per la sua visione troppo glamour e didascalica della società statunitense, un anno dopo l'apocalisse (vera) di Micheal Moore.
La correttezza politica ha voluto premiare anche l'altrettanto brutto film "afgano" di Samira Makhmalbaf, come a ricucire, almeno sugli schermi, la ferita socio-culturale che infiamma i rapporti fra Europa e Stati Uniti.
Le sorprese positive sono la premiazione di Uzak, bel film turco sulla crisi di un intellettuale in una crepuscolare Istanbul e quella di Les invasions barbares, come premio di consolazione che per una volta mette la cultura sopra lo scacchiere internazionale. E ancora, la Caméra d'Or al film forse più interessante del Festival (e sicuramente il nostro preferito) Reconstruction, opera prima del danese Christoffer Boe, e la Menzione Speciale all'Afghanistan (ancora) di Osama, oltre alla meritata vittoria di La Meglio Gioventù di Marco Tullio Giordana nella sezione Un Cértain Regard.
Un festival sottotono come questo Cannes non ha saputo, probabilmente, offrire di meglio.

Lungometraggi

Palma d´Oro: Elephant di Gus Van Sant
Gran Premio della Giuria: Uzak di Nuri Bilge Ceylan
Premio della Giuria: Panj é Asr di Samira Makhmalbaf
Miglior Regia:Gus Van Sant per Elephant
Migliore Sceneggiatura: Les invasions barbares di Denys Arcand
Migliore Interpretazione Femminile: Marie-Josée Croze (Les Invasions Barbares)
Miglior Interpretazione Maschile: M. Emin Toprak e Muzaffer Özdemir per Uzak
Caméra d´Or: Reconstruction di Christoffer Boe
Menzione Speciale per l'Opera Prima: Osama di Siddiq Barmak

Cortometraggi

Palma d´Oro: Cracker Bag di Glendyn Ivin
Premio della Giuria: L'homme sans tete di Juan Solanas

Cinefondation


Primo Premio della Cinéfondation: Bezi seko bezi di Pavle Vuckovic
Secondo Premio della Cinéfondation: Historia del desierto di Celia Galan Julye
Terzo Premio della Cinéfondation: Tv City di Alberto Couceiro e Alejandra Tomei
Rebeca a esas alturas di Luciana Jauffred Gorostiza

PREMI PARALLELI


Premio Un Certain Regard: La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana
Premio della Giuria, Un certain regard: Crimson Gold di Jafar Panahi
Premio MEDIA dell'Unione Europea: Magdalene di Peter Mullan
Fipresci (Premio della Critica Internazionale): Padre e figlio di Alexander Sokurov
OCIC (Gran Premio della Giuria Ecumenica): Alle cinque del pomeriggio di Samira Makhmalbaf

Valentina Di Michele
25 - 05 - 03


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