Le ragioni della politica hanno vinto sul
cinema - la stampa internazionale, francese per lo più, ha accolto con
disappunto le scelte della giuria guidata da Patrice Chéreau.
Il festival di Cannes, il più importante e il più indicativo delle tendenze
del mercato cinematografico, si è piegato (per l'ennesima volta, verrebbe da
dire) a cause di forza maggiore.
Un'edizione privata della presenza statunitense (per punire l'opposizione di
Chirac alla guerra in Iraq) non poteva, per logica, venire aggravata dalla
vittoria di quello che, altrettanto logicamente, era il candidato favorito
alla Palma d'Oro, Dogville di
Lars Von Trier. Parlare di scandalo, come hanno già fatto alcuni quotidiani,
è forse eccessivo. Von Trier non ha probabilmente bisogno di un'altra Palma
d'Oro nel suo scaffale, né la sua mancanza lo farà desistere dal progetto
della Trilogia (anti)Americana.
Quello che fa riflettere è che, assai spudoratamente, il riconoscimento sia
andato ad un film imperfetto, fischiato e criticato per la sua visione
troppo glamour e didascalica della società statunitense, un anno dopo
l'apocalisse (vera) di Micheal Moore.
La correttezza politica ha voluto premiare anche l'altrettanto brutto film
"afgano" di Samira Makhmalbaf, come a ricucire, almeno sugli schermi, la
ferita socio-culturale che infiamma i rapporti fra Europa e Stati Uniti.
Le sorprese positive sono la premiazione di
Uzak, bel film turco sulla
crisi di un intellettuale in una crepuscolare Istanbul e quella di
Les invasions barbares, come
premio di consolazione che per una volta mette la cultura sopra lo
scacchiere internazionale. E ancora, la Caméra d'Or al film forse più
interessante del Festival (e sicuramente il nostro preferito)
Reconstruction, opera prima
del danese Christoffer Boe, e la Menzione Speciale all'Afghanistan (ancora)
di Osama, oltre alla meritata
vittoria di La Meglio Gioventù
di Marco Tullio Giordana nella sezione Un Cértain Regard.
Un festival sottotono come questo Cannes non ha saputo, probabilmente,
offrire di meglio.
Lungometraggi
Palma d´Oro: Elephant di
Gus Van Sant
Gran Premio della Giuria: Uzak
di Nuri Bilge Ceylan
Premio della Giuria: Panj é Asr
di Samira Makhmalbaf
Miglior Regia:Gus Van Sant
per Elephant
Migliore Sceneggiatura: Les
invasions barbares di Denys Arcand
Migliore Interpretazione Femminile:
Marie-Josée Croze (Les
Invasions Barbares)
Miglior Interpretazione Maschile: M.
Emin Toprak e Muzaffer Özdemir per
Uzak
Caméra d´Or: Reconstruction
di Christoffer Boe
Menzione Speciale per l'Opera Prima:
Osama di Siddiq Barmak
Cortometraggi
Palma d´Oro: Cracker Bag
di Glendyn Ivin
Premio della Giuria: L'homme
sans tete di Juan Solanas
Cinefondation
Primo Premio della Cinéfondation:
Bezi seko bezi di Pavle
Vuckovic
Secondo Premio della Cinéfondation: Historia
del desierto di Celia Galan Julye
Terzo Premio della Cinéfondation: Tv
City di Alberto Couceiro e Alejandra Tomei
Rebeca a esas alturas di
Luciana Jauffred Gorostiza
PREMI PARALLELI
Premio Un Certain Regard: La
meglio gioventù di Marco Tullio Giordana
Premio della Giuria, Un certain regard:
Crimson Gold di Jafar Panahi
Premio MEDIA dell'Unione Europea:
Magdalene di Peter Mullan
Fipresci (Premio della Critica Internazionale):
Padre e figlio di Alexander
Sokurov
OCIC (Gran Premio della Giuria Ecumenica):
Alle cinque del pomeriggio di
Samira Makhmalbaf |