WETA DIGITAL |
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Un incontro della serie "Normale Amministrazione" questo in cui la Weta ci presenta il making of di KING KONG. Abbiamo la possibilità di apprezzare l'immensa mole di lavoro che ha occupato la ricostruzione digitale della New York anni '30, fedele forse in modo eccessivo, considerando che l'occhio dello spettatore medio non è poi in grado di capire le finezze - e scoprendo come i massive utilizzati per la Trilogia degli Anelli siano stati ri-utilizzati in veste di cittadini della Grande Mela. Quello che lascia di stucco è che la maggior parte degli shot sono, visti dal vivo, sequenze con poche decine di comparse e forse una automobile, a stare larghi: tutti i set sono stati estesi (in verticale e orizzontale) digitalmente, auto, treni e aerei compresi, di conseguenza viene fatto gran uso di green screen (come nella foto qui sotto). La sequenza dello sbarco sulla spiaggia dell'Isola del Teschio, ad esempio, è stata girata nel parcheggio della WETA, ed è alquanto surreale vedere gli attori muoversi tra pannelli verdi e auto in sosta (sto esagerando, ma oramai col computer cancelli quello che ti pare). Paradossalmente la creatura che muove tutto il film, King Kong appunto, risulta in qualche modo più falsa degli oggetti che le stanno attorno: si riesce ad ingannare l'occhio umano se si crea un automobile digitale, ma qualcosa ancora stona nella creazione di un essere vivente (per quanto perfetto sia il lavoro dei tecnici come Matt Aitken) - è come se non si riuscisse a coglierne lo spirito dentro. Notevole lo sforzo compiuto da Andy Serkis nei panni di King Kong: i suoi movimenti, ripresi da una telecamera, vengono reinterpretati dal computer che li trasforma in quelli del gorilla. La novità è che non c'è un aderenza perfetta tra la recitazione dell'Attore e la Bestia, piuttosto viene compiuta una "traduzione digitale" del movimento umano, si trasferisce cioè il senso del movimento o dell'espressione umana al gorilla digitale - il Serkiscimmia è uscito dal teletrasporto.
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