la biennale di venezia

42.festival internazionale del teatro

Venezia 1>11 agosto 2013

 

El viento en un violíN
testo e regia Claudio Tolcachir

di Gabriele FRANCIONI

24/30

Generacion desaparecida


Le macerie di un paio di generazioni “X” bypassate dall’occhio della Storia,che le ha pensate e programmate come tali,giacciono sul palcoscenico del Teatro Goldoni,occasionalmente raggrumate in una sorta di algida e mesta deposizione finale:un letto matrimoniale custodisce coppia lesbica e figlio esatto con minacce da maschio adulto nullafacente,sistemato ai piedi dello stesso,sì da chiarire le gerarchie neofamiliari.La madre colf di una delle due si aggira tra cucina e stanza,supervisionando gli aggiustamenti in tempo reale di questo abbozzo di nucleo protosociale niente affatto consolatorio.Tragico,semmai.Claudio Tolcachir non è Pedro Almodovar,che dai tempi della Movida postfascista del ’76 si prese tutto il tempo necessario per ragionare sulle alternative ai modelli di aggregazione collettiva o privata imposti dal regime,arrivando a teorizzare (a) la superiore capacità creativa delle donne –anche per lui (come per Romeo Castellucci) il parlare,il chiacchierare,segnatamente al femminile,è diretta creazione divina- e (b) la necessità di risistemare i codici della famiglia tradizionale,cattolica,borghese,etc.Nell’arco di 30 anni,l’autore spagnolo,spesso ripreso a teatro,ha sviluppato con ampiezza e coerenza la necessità ormai imprescindibile di nuclei familiari NON necessariamente basati sul legame di sangue,quanto sulle affinità elettive,sulla necessità di una condivisione comunitaria dello spazio fisico (l’ amore in tempo di Crisi),sulle scelte sex-oriented e  ha anche ragionato sulle barriere di genere e i possibili oltrepassamenti delle stesse.Utilizzando il melodramma sirkiano come principale viatico estetico,è sempre giunto a conclusioni attive dal punto di vista teorico-propositivo e a eccezionali esiti espressivi sotto l’aspetto artistico.Attraverso il suo cinema,da KIKA a TODO SOBRE MI MADRE fino ad HABLA CON ELLA,si dipana una visione complessiva della contemporaneità sociale che,servendosi abilmente del contenitore-Commedia,offre squarci su un presente e un futuro rinnovati e molto più che semplicemente accettabili:le sue famiglie innaturali non sono il risultato ultimo di un rosario di sconfitte,come in Tolcachir,ma il frutto di una scelta attiva.     

Di/messa in scena

Un quarantenne affronta il lettino dello psicanalista con l’indolenza e la protervia di una vita intera,evitando ogni forma di autocritica e addirittura autoproponendosi come stagista retribuito.Uscito dal laboratorio affettivo di una madre dominante,verso la quale non ha nemmeno sviluppato derive edipiche,Darìo/Tolcachir,attore brillante,a tratti travolgente nella gestione dei tempi comici (scrittura e recitazione),ha deciso di non scegliere e pare in attesa passiva di un evento superiore o di un deus ex-machina che ne orientino la vita.Mai immaginerebbe di trovarsi sotto il fuoco incrociato di due donne omosessuali decise a procurarsi,costi quel che costi,un figlio,derivandolo da lui,al momento single e blandamente aperto a nuove relazioni,che però non cerca.

Raccontato così,EL VIENTO EN UN VIOLIN sembrerebbe testo improponibile,vago,abborracciato.In realtà Tolcachir inizia bene,suddividendo lo spazio in tre ambienti che si scambiano in successione le scene e garantiscono una continua dissolvenza utile a definire il buon ritmo complessivo.Da destra,al centro,a sinistra osserviamo le ragazze che affabulano,la madre di Darìo con colf al traino e il protagonista impegnato nella seduta iniziale:poi il semicerchio girerà in senso contrario e così sino alla fine,attraversando con diminuita vivacità espressiva il regredire delle vicende verso il grottesco nucleo centrale e la triste chiosa.La regia –stabilita questa semplicissima premessa- si affida completamente agli attori.A questo proposito,vale la pena sottolineare come gli incontri con la stampa dell’argentino e di Donnellan abbiano avuto alcuni sorprendenti punti in comune,segnatamente nel rigettare ogni quaestio sulla drammaturgia e nel ribadire l’assoluta centralità dei performer.Se il britannico,però,ha messo il basso continuo sul continuo contrappunto della recitazione nei confronti dello spazio,Tolcachir si è limitato a difendere la qualità improvvisativa delle prove con gli attori,da cui forse comprendiamo meglio la natura intrinseca de EL VIENTO EN UN VIOLIN.

Il primato del pubblico e della recitazione non bastano a sostenere uno spettacolo che avrebbe la pretesa di raccontarci l’universo dei (non più) giovani argentini in transizione dalla crisi del 2001 al suo raddoppio dell’ultimo lustro.EL VIENTO è assai gradevole in fase di fruizione iniziale,parte alto e arriva basso e ci lascia la sensazione di una progressiva slabbratura testuale spacciata per apertura interpretativa ad uso del pubblico (tragedia?commedia?fate voi),dove l’arco spalancato a 360° è sintomo di indolenza,la stessa della conferenza stampa,quando l’appassionato regista 38enne ha sostenuto come oggi “conti sopravvivere,essere vivi e non morti,evitando di soccombere al destino”.Purtroppo questa fatale melanconia segna un lavoro che,se rivisto,potrebbe stratificare nuovi livelli di senso,evitando di porsi come fallimento propositivo per gli Anni Dieci.Il quadro finale di cui si diceva all’inizio,col nucleo familiare dei 3 + 1 + 1,malfunzionante perché nato,testualmente,su minacce e ricatti incrociati,è semplicemente imbarazzante e si pone  come antitetico e passivo rispetto alla convessa creatività almodovariana. 

ore 21.00 - Teatro Goldoni
CLAUDIO TOLCACHIR / TIMBRE 4
El viento en un violín (90’)
testo e regia Claudio Tolcachir

con Inda Lavalle, Tamara Kiper, Miriam Odorico, Araceli Dvoskin, Claudio Tolcachir, Gonzalo Ruiz
assistente alla regia Melissa Hermida, Gonzalo Córdoba Estevez
scene Gonzalo Córdoba Estevez, Claudio Tolcachir
luci Omar Possemato
produzione compagnia Timbre 4 / Jonathan Zak e Maxime Seugé
coproduzione teatro Timbre 4, Festival International Santiago a mil, Tempo_Festival das Artes, Festival d’Automne à Paris, Maison des Arts et de la Culture de Créteil con il supporto di fondo Iberescena per la creazione congiunta con Teatro Solís (ROU), Producciones Teatrales Contemporáneas (E).

SITO UFFICIALE

 

42.festival internazionale del teatro

Venezia 01 / 11 agosto 2013