la biennale di venezia

42.festival internazionale del teatro

Venezia 1>11 agosto 2013

 

El año de Ricardo
regia, scene, costumi e testo Angélica Liddell

di Gabriele FRANCIONI

29/30

Yo no soy bonito


Se un testo e un personaggio devono essere stravolti/riletti/reinterpretati secondo il respiro dello zeitgeist,vogliamo che ciò avvenga con la straziante potenza di una Angelica Liddell,piuttosto che col teatro tattico di Ostermeier. Riccardo III,rivisto al femminile dall’artista spagnola,è convenzionalmente l’ epitome di ogni degenerazione dell’aspetto e dell’animo:“Plasmato da rozzi stampi,deforme, monco:ho deciso di fare il delinquente e odiare gli oziosi passatempi di questa nostra età!”.Angelica diabolicamente ci guida fin dentro quel corpo sghembo -squassato dalla potenza di un’imprecazione infinita- seppur vesta un pigiama a fiori e si decori con elegante pellicciotto.L’oscena matrioska apre innumerevoli contenitori,rivelando subito la camera d’albergo in cui (Ricardo) si muove,mentre Catesby,l’aiutante muto,si fa ricettacolo invisibile del soliloquio del tiranno,che investiga il potere della parola di diventare essa stessa oggetto di quell’odio,materializzandosi nell’ebreo Primo Levi e negli scrittori come categoria umana meritevole di olocausto.

Il verbo sguaiato dei Potenti della terra,parlato da Ricardo,lavora come un mantra e si misura a distanza con la parola scritta:L’ANNO DI RICCARDO è un confronto tra l’assolo anti-dialogico del dittatore e l’infinita potenza argomentante della scrittura,del testo.Sublimando il primo in una sequenza di monologhi sempre più accelerati,Liddell produce un brusio indistinto in cui è possibile cogliere i due possibili esiti della propaganda urlata:essa diventa ipnotico strumento di sottomissione per i più deboli o,per chi possiede la propria mente,un fruscio indistinto che non merita decodificazioni.Sotto l’aspetto performativo,è straordinario ritrovarsi orfani di quella voce nei rari momenti di pausa:abbiamo subito bisogno di tornare dentro quel suono,perché siamo stati acusticamente sottomessi,performativamente vinti e sconfitti.

L’esito è quello voluto:i rutti,l’urina,il pube sono linguaggio subliminale che sta fra le parole e,proprio perché annichilito da quelle,si perde nel vuoto,sganciato da tutto.Nulla conta al di fuori di ciò che ascoltiamo,quindi tutto può essere mostrato all’occhio.Abbiamo perso i sensi.

Le Tese sono forse troppo vaste per lo spettacolo di Angelica Liddell e non consentono il giusto rimbalzo tra i suoi improperi e il pubblico preso a schiaffi,ma restituiscono bene il vuoto che alla fine dobbiamo provare ad abitare.

La belva umana che ci ha graffiati conta meno di quel contenitore rimasto attonito alla fine di una performance assassina.

ore 21.00 - Teatro alle Tese
ANGÉLICA LIDDELL
El año de Ricardo (120’)
prima italiana
regia, scene, costumi e testo Angélica Liddell
con Angélica Liddell, Gumersindo Puche
luci Carlos Marquerie
produzione Atra Bilis Teatro, Iaquinandi SL
con il supporto del Governo Regionale di Madrid e dell’INEAEM del Ministero della Cultura Spagnolo
con il sostegno di AECID-Agenzia Spagnola per la Cooperazione Internazionale e lo Sviluppo e dell’Ambasciata di Spagna

SITO UFFICIALE

 

42.festival internazionale del teatro

Venezia 01 / 11 agosto 2013