C’è nei suoni una componente visiva: questo suono che sento mi dice qualcosa
sulla sua sorgente e una possibile collocazione di questa nello spazio.
Visioni, circa un’ora di musiche di Eric Maestri e Daniele Ghisi, è un
progetto complesso che alterna strumenti tradizionali ed elettronica,
coinvolge l’orecchio e l’occhio, e fa appello all’immaginazione per
tematizzare – mettendola in crisi – l’informazione sonora.
La musica comincia a sipario chiuso di buio fitto, sulla scena del Teatro
Piccolo Arsenale che le luci di Chiara Villa e Victor Egéa disegnano e
ricompongono durante l’intera esecuzione. Nel lavoro, in cui l’ingresso
degli strumenti succede ad una prima fase di sola musica elettronica, la
luce ha ruolo importantissimo, quasi “narrativo: cuce e dà coerenza alle due
parti, accompagna le direzioni sonore alle presenze visive. Così, dopo i
primi suoni, a poco a poco emergono collocati sul proscenio totem
elettroacustici e amplificatori camuffati, nascosti in oggetti che ne fanno
le veci: televisori, radio, fotocamere, pali, oggetti comuni tendenzialmente
legati all’esperienza visiva (e forse non è un caso) animati da una nuova
funzione acustica. Altre volte la luce convoglia lo sguardo in un luogo che
è contraddittorio rispetto alla provenienza che ci suggerisce ciò che
sentiamo, ma quest’effetto di dissociazione del suono dalla sua sorgente non
sempre raggiunge il suo scopo a causa di una spazializzazione acustica
davvero troppo approssimativa. E benché venga sfruttato uno spazio scenico
molto profondo (ben 14 metri!), da un punto di vista spaziale l’ascolto
resta poco differenziato anche nella seconda parte, concepita da Maestri per
insieme di flauto, sassofono, percussioni e pianoforte. Dal fondo della
scena l’ensemble appare piano: dapprima fasci di luce rendono visibili le
sagome nere dei quattro musicisti e dei loro strumenti, poi con suoni
singoli, infine tenuamente illuminati da uno sfondo blu elettrico. Il
significato di questo passaggio dalla musica elettronica a quella
strumentale resta poco immediato, le scelte compositive operate da Maestri
risultano poco chiare all’ascolto e, per quanto sia molto buona la
prestazione dei musicisti dell’ensemble l’Imaginaire, il lavoro non convince
né l’orecchio né l’occhio. Lo scacco percettivo non si dà e Visioni
resta un po’ “chiuso” per il pubblico di Biennale, come dimostra
l’accoglienza piuttosto fredda dei due giovani compositori al termine della
prima veneziana. |
ore 17.15 – Teatro Piccolo Arsenale
VISIONI prima es. ass.
per ensemble, elettronica, luci e oggetti in scena
un progetto di Eric Maestri
musiche di Daniele Ghisi e Eric Maestri
in collaborazione con Tempo Reale
Ensemble L’Imaginaire:
Keiko Murakami flauto, Philippe Koerper sassofono,
Maxime Springer pianoforte, Olivier Maurel
percussioni
messa in scena Chiara Villa
disegno luci Chiara Villa e Victor Egéa
regia luci Victor Egéa
regia suono Matthieu Zisswiller
oggetti Olivier Perriquet
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