biennale musica

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Venezia 4>13 ottobre 2013

 

MARCO FUSI

di Alessandro MORO

25/30

L'unico concerto che ha presentato pezzi nuovi scritti in funzione di un'occasione precisa è stato, nel panorama dei concerti della Biennale 2013, quello che il 12 ottobre ha visto come protagonista Marco Fusi assistito da Andrea Mancianti all’elettronica.

Marco Fusi è uno strumentista che da anni si dedica con estrema cura al repertorio contemporaneo per violino, viola e, specificatamente per questo appuntamento, per viola d'amore.

La viola d'amore è uno strumento del tutto desueto – il nucleo della sua letteratura si ascrive al trapasso tra il secolo XVII e XVIII – che non ha avuto nessuna vera resurrezione del tipo di quella toccata ad altri strumenti antichi (viola da gamba, cembalo, traversiere), se si esclude naturalmente il baryton di Haydn.

Il cortocircuito tra strumento antico e ricerca contemporanea è un fenomeno di recente interesse in Europa (soprattutto in Germania e Paesi Bassi) ed è praticato anche negli Stati Uniti, paese nel quale, proprio per quanto riguarda la viola d’amore si ricorda l’attività di Marcus Thompson. Le proprietà acustiche della viola d'amore sono interessanti (e questo già per Biber), perché permettono di lavorare, dal punto di vista contemporaneo, sulla ricchezza delle risonanze delle sue numerose corde vuote. Marco Fusi ha avuto il merito di proporre ad alcuni compositori in Italia di scrivere un lavoro originale per questo strumento antico, aprendo anche alla possibilità di ricorrere all’elettronica.

I compositori invitati a partecipare hanno risposto con lavori di differente qualità (la differenza di livello fra i lavori per sola viola d'amore e viola e live era evidente). I pezzi di Gardella e delle Iannotta, per viola sola, avevano molte debolezze: il primo era una sorta di studio accademicissimo diviso in sezioni (ognuna dedicata ad una problema diverso) che si risolveva in aforismi del tutto superficiali. Il lavoro delle Iannotta si presentava come assemblaggio di effetti sonori (campanello, voce) di scarsissima coerenza: è un pezzo che un certo spirito anestetico di ascendenza globalizzata troverebbe ironico o minimale, ma che a noi è parso, semplicemente, di musicalità esangue e di nessunissimo pensiero contrappuntistico. Tutto un altro livello i lavori di Rossato, Pagliei, Mancianti, Romano (probabilmente di quest’ultimo il lavoro migliore presentato). Questi lavori hanno indicato, nonostante alcune questioni rimaste aperte a livello dell’elettronica e segnatamente della spazializzazione (di certo anche legate alla tecnologia piuttosto esile che la Biennale metteva a disposizione per questo –  sic –  concerto-aperitivo), un’interessante strada che la Biennale potrebbe seguire più spesso: commissioni per progetti idiomatici e sperimentali.

Marco Fusi ha presentato i pezzi con grande studio, musicalità e sicurezza, e si è confermato come uno degli interpreti più interessanti della scena della sperimentazione contemporanea attuale.

ore 11.30 – Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian / Concerto Aperitivo
MARCO FUSI viola d’amore
Lorenzo Romano (1985) Chi ha paura delle maree (2012, 9’)
Andrea Mancianti (1981) Prosthesis (2012, 9’30’’)
Clara Iannotta (1983) Un fuori con dentro un dentro (2013, 8’) prima es. ass.
Alessio Rossato (1977) Veglia (2013, 12’) prima es. ass.
Federico Gardella (1979) Cinque notturni da braccio (2013, 9’) prima es. ass.
Lorenzo Pagliei (1972) Il tema delle superfici per viola d’amore e elettronica (2013, 8’) prima es. ass.
Andrea Mancianti elettronica

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Venezia 04 / 13 ottobre agosto 2013