open doors

Awakenings 2012

 

lezioni aperte

KO MUROBUSHI

31 marzo 2012

Teatro Piccolo Arsenale, Venezia

 

di Gabriele FRANCIONI

CAnale youtube/biennale

05: KO MUROBUSHI, danza contemporanea giapponese

Murobushi Ko ha segnato la storia della Biennale Danza con il magnifico QUICK SILVER dell’edizione 2006: una lama contorta color argento, fatta di carne, che attraversò lo spazio delle Fonderie in una calda serata di giugno, sospesa nella meditazione del butoh ancestrale e futuristico creato da questo artista-corpo.

Insieme alle altre espressioni coreografiche asiatiche, il butoh sembra produrre nelle movenze dei danzatori una reazione più articolata rispetto a forme di movimento maggiormente praticate e conosciute. Come dire che non tutti i ballerini sembrano aprirsi mentalmente al nuovo insegnamento, forse anche per la durata sempre breve dei laboratori, incredibilmente compressi nel tempo.

Murobushi assume che la vita di oggi è un rischio, nel senso che la quotidianità è piena d’insidie e impone a ciascuno movimenti nuovi (es: per evitare i rischi del traffico), che diventano coreografia. Si ha un’implosione di elementi di rischio, di nuove sfide, come ai tempi di Nagasaki e Hiroshima. All’epoca venne messa in atto la ridefinizione del corpo di un Paese e la fisicità e l’interiorità di un popolo mutarono per sempre.

Il danzatore, quindi, deve porsi sempre come soglia tra un prima e un dopo, spinto dall’idea di farsi egli stesso METAMORFOSI, per quanto dolorosa, tra stati in evoluzione. Come tale, il butoh può essere comunicato, non insegnato secondo modalità tradizionali.

Assistiamo a stati coreografici evolutivi, quindi, non a figurazioni organizzate.

Il corpo di una giovane ballerina, tra convulsioni, cade e si rialza diverse volte, mentre il capo rotea al ritmo di un respiro quasi convulso. Una disposizione ad arco chiuso delle braccia, poi, ferma il primo quadro. Ascoltiamo quindi una musica cubana che ci riporta, chissà perché, a IN THE MOOD FOR LOVE, mentre cinque danzatori definiscono una doppia “L” sul palco, mostrandosi di profilo, di schiena o frontalmente.    Si piegano con lenta grazia rituale, respirando profondamente, indagando così lo status momentaneo del corpo in evoluzione. Una ragazza si lascia cadere, quindi assume una posizione a compasso, su un braccio; un’altra, in fondo, si muove come un burattino snodato e vienne sollevata da altri due danzatori; una ballerina brasiliana accenna una sinuosità finora inusuale, nell’istante in cui la prima alza il bacino all’insù, riprendendo a rantolare. è in questa fase che notiamo le maggiori differenze d’approccio alla materia nuovissima e comprensibili momenti d’impaccio interpretativo (che interpretativo non è!).  Improvvisamente la musica tace e il gruppo di performer - una indossa un vestito nero a pois bianchi- alterna pose statuarie davanti a uno specchio, altre cadute, altri rantoli, altre contorsioni.

Una ragazza rimane seduta, in fondo.

Sulle note e il canto inattesi del “Gianni Schicchi” pucciniano, poi, la scena si fa più complessa, dopo un brevissimo segmento quasi da horror giapponese. I ballerini continuano a cercare se stessi, il proprio colore, la propria forma: giù dalle scale cade una danzatrice bionda, che qui raggiunge il corpo di un’altra vestita di rosso, mentre un ragazzo in nero, prima caduto, si rialza. è quindi un continuum di verticali e orizzontali, con stadi intermedi corrispondenti alle convulsioni (movimento circolare indistinto).

Il ruolo degli Elementi - metallo/acqua/terra/legno, mondo vegetale et mondo minerale - è centrale nel Butoh: è quindi necessario interpretarli, in una ricerca che sa tanto di work in progress e di ovvio impaccio.

Una corsa a segnare ellissi e cerchi è seguita dallo slancio delle braccia verso l’alto, dov’è la pioggia, pesante, che quindi piega i corpi e li FA acqua. Come in QUICK SILVER (una polvere bianca), anche qui c’è la terra, che copre uno dei ballerini, finché questi non se ne libera gettandola via con gesto deciso.

SITO UFFICIALE

 

arsenale della danza 2012

open doors

30 gennaio > 17 giugno