59.ma berlinale
Berlino, 05 - 15 Febbraio 2009

 

Fare surf sulle onde

di un destino poco comune

il cinema di Maria Laura Ruggiero

di  Gabriele FRANCIONI

Come introduzione alla Berlinale del 2009, Kinematrix decide di partire dal “Talent Campus”, un’iniziativa straordinaria che non ha eguali nell’universo dei festival di cinema.

Da anni TC organizza clinic e scholarship su come sviluppare il processo produttivo di un film seguendo canali alternativi a quelli imposti dal sistema delle grandi case di produzione, aiutando concretamente gruppi di giovani selezionati in base ai progetti presentati.

Talent Campus non si limita a fornire un supporto economico a chi intende passare dal corto al lungometraggio, lasciandolo peraltro privo di reali connessioni con l’universo nemico della produzione.

I seminari che vi si svolgono sono, a detta di chi vi ha partecipato, un tour de force serrato dove l’ analisi delle potenzialità di una sceneggiatura originale viene subito seguita dal confronto con produttori e registi.

 

La poetica di un potenziale “autore” viene immediatamente passata al vaglio di una pratica “bassa” (o alta), atta a verificare la realizzabilità di un’idea.

 

Maria Laura Ruggiero, regista argentina appena trentenne, ha partecipato per ben due volte al BTC, nel 2004 e nel 2008, evento più unico che raro nella storia del festival tedesco.

 

Arrivata a Berlino grazie a uno splendido cortissimo d’animazione (Wonderful Woman), già segnato da un’ intensità espressiva nel contempo potente e surreale, delicata e decisa nel dominare il mezzo espressivo, Maria Laura è riuscita a sviluppare nel breve periodo del clinic un altro progetto affascinante, Surfing Favela, grazie anche alla collaborazione di Tomas Crowder.

 

La straordinarietà dell’esperienza di MLR sta proprio nell’ essere stata in grado di vivere i giorni del Campus come una palestra unica nel suo genere e, come accade nella maggior parte dei casi, irripetibile.

 

Unica ad essere stata selezionata tra i candidati dell’ America del Sud, la Ruggiero è riuscita a conquistare l’attenzione di Fuel Tv e ad assicurarsi i fondi per la produzione del suo lavoro, allora ancora sulla carta.

 

Quello che doveva essere un contest dedicato a corto-medio-lungometraggi sugli sport estremi, ha visto prevalere un lavoro di grande sensibilità espressiva e profondità tematica.

 

Surfing Favela - poi prodotto e regolarmente trasmesso dal canale “Nat Geo” negli anni successivi - non si ostina a definire l’estetica di una prevedibile cinesi dell'immagine messa al servizio delle evoluzioni sull’ acqua di una tavola in resina.

 

Alla moltiplicazione dei tagli di montaggio preferisce uno stile di scrittura che segue con naturalezza il sogno dei ragazzi delle favelas carioca di Cantagalo e Rocinha: riuscire a fare surf sul mare di una vita che non scorre piatta, ma che va costruita giorno dopo giorno superando ostacoli, affrontando le onde potenti di un destino spesso tragico.

 

Surfing Favela ha una scrittura segnata da un ritmo e da un tempo bossanovisti e meditativi, piuttosto che da un ipercinetico samba di felicità.

 

Fare surf, per i ragazzi di Rocinha, significa conquistare zone di libertà, andarle a trovare sulla superficie del mare dopo essere scesi dalla favela, siglare con questo movimento quotidiano (un saliscendi continuo, inarrestabile) la volontà di crescita intesa come uscita da quel mondo.

 

Portare il mare verso la terra, l’Oceano verso la Favela e viceversa, senza credere di essere in un girone di dannati senza speranza.

 

La purezza e l’essenzialità del Viaggio e del Movimento sono anche alla base di Arcos (ARCHES), il lungometraggio in fieri di Maria Laura Ruggiero.

 

Nel suo testo (vedi qui, NdR), la regista argentina racconta cosa sarà ARCOS una volta diventato lungometraggio.

 

Esseri umani apparentemente “limitati” dal non poter sostenere il confronto con la dimensione, la scala di una Natura che li sovrasta - la resa espressiva di un orizzonte spazialmente infinito e forse inconoscibile rientra tra le tematiche ricorrenti nella grande letteratura e nel grande cinema sud e nordamericano - trovano riscatto nel Movimento come atto di crescita, sfida lanciata verso quella grandezza spesso muta o silenziosa.

 

ARCOS, come anticipano le parole della regista, sarà un film di vento e cemento, acqua e terra, impostato su contrasti che diventano dialogo e derive che prendono la forma di crescite, maturazioni, avanzamenti dentro la vita.

 

Il film è figlio di Maria Laura Ruggiero: una creatura totalmente sua, dal soggetto, alla sceneggiatura (premiati in diverse manifestazioni a partire dal 2003), alla produzione, alla regia.

 

Un destino poco comune come quello della scrittrice e filmaker argentina, può essere da esempio ai giovani che si avvicinano al cinema con le Idee e con l’anima.

 

 

59.ma berlinale
Berlino, 05 - 15 Febbraio 2009