A pochi giorni dal suo 30° compleanno, Alba Caterina Rohrwacher è alla
Berlinale per partecipare all’evento Shooting Stars 2009, organizzato dallo
European Film Promotion (EFP) allo scopo di dare visibilità europea ai
talenti emergenti di tutto il continente.
La giovane attrice italiana ha nel suo curriculum cinematografico film e
autori di tutto rispetto, come Daniele Luchetti (Mio
fratello è figlio unico) e Silvio Soldini (Giorni
e nuvole) - piccoli, preziosi titoli come
Riprendimi di Anna Negri e
almeno uno di maggiore visibilità commerciale (Il
papà di Giovanna di Pupi Avati).
Gentilissima, disponibile e delicatamente imbarazzata tra appuntamenti e
flash della stampa, Kinematrix l’ha incontrata al Sony Center di Berlino per
fare il punto della situazione sulla sua carriera e sullo stato del cinema
italiano.
KINEMATRIX: Cosa si aspetta un attore quando viene selezionato per un
evento così importante come Shooting Stars?
ALBA ROHRWACHER: Non sono venuta qui aspettandomi dei risultati. Ho
conosciuto altri attori europei con i quali abbiamo fatto un confronto di
esperienze. Senza dubbio è una grande opportunità, in tre soli giorni si può
avere una grande visibilità europea. Poi sarà quello che sarà, puoi stare
chiuso in casa ed arriva la grande occasione e fare mille incontri e restare
dove sei. Quello che mi interessa è la crescita, ho conosciuto gente che ha
la mia passione, e questo per me è molto importante.
KMX Leggendo le tue interviste si nota sempre la tua passione per il
cinema d’autore. Come nasce?
AR Beh, mi riconosco molto in nomi autoriali, cito di solito i Fratelli
Dardenne, Ken Loach, Gondry, Burton. Sono registi che mi hanno emozionato
anche e soprattutto nel loro lavoro con gli attori. Mi piacerebbe
partecipare, ad esempio, ad un film dei Dardenne, lavorano in maniera
eccezionale con i loro interpreti. Anche in Italia però ho trovato registi
dai quali ho imparato molto, a teatro Emma Dante, o Valerio Binasco, al
cinema Luchetti, Soldini, Avati, ma anche Guadagnino (con
cui ha girato di recente Io sono
l’amore, nel quale interpreta la figlia di Tilda Swinton,
NdR)
e Giorgio Diritti (il nuovo L’Uomo
che verrà).
KMX Parliamo un po’ di un problema attuale molto importante come la crisi
economica globale. Com’è la situazione nell’industria cinematografica
italiana?
AR Guarda, ne parlavo prima con la collega ungherese (Orsi Tóth,
NdR),
che mi diceva appunto che la crisi nel suo paese ha avuto esiti disastrosi.
Sicuramente da noi la crisi c’è e si sente, spero però che proprio in una
situazione come questa possano venire fuori storie forti - diventa
un’esigenza pressante. Certo, spero si possa tornare presto alla bellezza
della varietà e della molteplicità. È davvero quello che mi auguro.
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