58.mo festival di
berlino
2nd day
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caos calmo di Antonello Grimaldi Italia 2008, 105'
IN COMPETIZIONE |
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Dietro le quinte…
L’esercito del cast si affaccia alla conferenza stampa – adirittura 11 ospiti sul palco accompagnati da una responsabile della Rai (sic!). Moretti come al solito fa di tutto per esibirsi davanti alle telecamere: officia una carità invadente prendendosi cura con la massima attenzione plateale di tutti i suoi colleghi vicini! Esempi: Mentre Grimaldi cerca di rispondere alle domande, Moretti interrompe e mesce l’acqua nei bicchieri degli altri dopo di che ammicca qualche amicone in pubblico, dopo di che si alza in piedi per togliersi la giacca. E quando la piccola stellina Blu Yoshimi racconta come si è preparata per il film lodando il favoloso e gentilissimo Moretti, lui sfrutta il momento per un’altra scena da fotografare: si alza e la bacia dimostrativamente in testa. Non è finito qui! Quando tocca a Valeria Golino di rispondere a qualche domanda, Moretti acchiappa la sua telecamera ed inizia a girare i colleghi. MO’ BASTA…, eh! Che guitto!
Una panchina come l’ombelico del mondo
L’estate a Roccamare diventa la più grande sfida per la famiglia Paladini. Tutto esce dai binari della “normalità” quando la madre muore all’improvviso. Da un momento all’altro ogni cosa cambia. Da qui in avanti toccherà a Pietro occuparsi della figlia. Persi nell’ombra della vicenda, i due provano ad arrendersi al destino cercando silenziosamente di tornare sulla strada della normalità. Pietro pero è posseduto dalla paura di perdere anche la figlia e non la molla più. Invece di tornare in ufficio si arresta su una panchina davanti alla sua scuola. Non si muove finché non esce e, il tutto, per tre o quattro mesi! Il prato e la panchina come cappella di . Qui il tempo è come ritardato e segue un ritmo rallentato. Sbattuto fuori da un mondo preordinato e conosciuto, il protagonista si ritrova rinchiuso in un universo tutto nuovo. In maniera abbastanza “contemplativa”, il padre smonta la precedente esistenza, venendo a conoscenza per la prima volta di cose mai sapute su Lara e la figlia. Pian piano riconquista vita e gioia. Disgraziatamente pero il film CAOS CALMO rispetto al libro di Sandro Veronesi (vincitore del premio strega 2006) non funziona - soprattutto per vacuità presuntuosa del regista e probabilmente anche degli sceneggiatori (Moretti, Paolucci, Piccolo). Nonostante il cast sia composto da attori di discreta fama– come già fatto notare – la maggior parte delle figure rimane entro i confini di un bozzettismo vuoto, poco elaborato e men che meno raffinato. Li si sacrifica per mettere in scena momenti esilaranti, cosa che vale per tutto il film, raccontato in una maniera negligente e sciatta. Peratanto il film si frammenta in tante piccole storie meno profonde anche se talvolta divertenti. Imperdonabile è soprattutto la scialba messinscena della morte di Lara, sulla quale tutte le vicende si appoggiano. Altrettanto vale per una conclusione forzata e appena abbozzata, quasi tirata via. In sintesi, quel che rimane è il cameo di Roman Polanski, che appare in una scena assolutamente fuori da ogni nesso, come anche la leziosa e gonfiata scena del sesso. A questo riguardo, la stampa si è già espressa negativamente anche qui a Berlino. Purtroppo nulla funziona a causa della sciatta narrazione della storia e delle figure. Grimaldi sacrifica la disperazione di Pietro e la sua voglia di liberarsi dalla vita precedente, per liberare gli italiani dai vincoli della loro bigotteria cattolica. Che pena! Questo film butta via le proprie potenzialità e il poco che regala al pubblico, ovvero la musica dei Radiohead o di Rufus Wrainwright ed un Moretti che al contrario della sua natura interpreta Pietro in una maniera dignitosa, modesto e autentico, padrone di una gestualità abbastanza raffinata in qualche momento della pellicola. 25/30 |
tortured
di Nolan Lebovitz |
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Torture seems to be one of the major topics at the 58th Berlinale. Innumerable children suffer any kind of violence like war, rage, abuse or abandonment while grown-ups are painfully tormented by repression, punishment or barbaric torture. And such disturbing stories are complemented by the experience of what one might call the everyday torture of a film critic, sitting in an overcrowded cinema closely packed with hundreds of colleagues in a screening starting way too early in the morning. Some journalists are heavily breathing or snoring peacefully while others are coughing and sneezing straight to one’s neck – especially now since the influenza virus has infected everybody. The most terrible thing, however, is being trapped in a tier in a darksome cinema among all of them when suddenly out of nowhere some unpleasant odour billows through the tiers – wafting like an invisible mist through the seats trying to grab attention while displacing the film for an instant. Disturbing and annoying! Some days started like that and proceeded just exchanging the tortures. |
gardens of the night
di Damian Harris
IN COMPETIZIONE |
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It's been almost 20 years
since director Damien Harris first spotted the pictures of two missing
children in a milk carton that haunted him ever since. Several years of
research and travelling followed and forced him to write a script entitled
“Gardens of the Night”. Another 17 years were needed to get the
film funded. The process of finding money allowed Harris to work on the
script and refining it as he mentions at the press conference. It was sadly
not enough time to give this one its final touch. 22/30 |
58.mo festival di
berlino
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