
É il 1947 e John Forbes Nash (Russell Crowe), Premio Nobel per
la matematica nel 1994, è appena entrato come ricercatore all'Università
di Princeton. E' una persona chiusa, che socializza ben poco con gli altri
dottorandi e dedica tutta la sua attenzione alla scoperta di una teoria
matematica a cui sta lavorando da anni. Finché un giorno ha un'illuminazione
e riesce a creare la sua formula: "La teoria dei Giochi e delle Decisioni"
che esamina il principio matematico della competizione. La scoperta è
grandiosa per tutto il mondo scientifico, tanto che a Nash viene offerto
un prestigioso lavoro al MIT. Qui incontra Alicia (Jennifer Connelly)
una promettente studentessa del suo corso e i due si innamorano e decidono
di sposarsi. Siamo in piena Guerra Fredda e la vita di John sta per cambiare:
infatti, William Parcher (Ed Harris), un losco personaggio dei servizi
segreti americani decide di reclutare Nash per interpretare i codici russi:
ma questo compito, che inizialmente John accetta con un po' di leggerezza,
si trasforma in una missione pericolosa e difficile tanto che John non
sa più come uscirne: si sente perseguitato da una parte dai russi
che sembrano averlo individuato e dall'altra dagli stessi servizi segreti
americani che non vogliono a tutti i costi che continui il suo lavoro.
In tutto questo, Alice non sa niente delle sue avventure segrete e inizia
davvero a preoccuparsi per il comportamento bizzarro del marito, tanto
da decidersi a chiamare uno psichiatra. John verrà visitato e si
scoprirà che è malato di schizofrenia e che tutte le storie
da lui vissute nei servizi segreti esistono solo nella sua testa.
Un film facile per il regista di COOCON e APOLLO 13, che però gli
è valso un bel po' di nomination all'Oscar, tra cui quella di miglior
film , miglior regia, miglior attore protagonista, miglior attrice non
protagonista e miglior sceneggiatura non originale. E a parte la notevole
costruzione della prima parte del film, dove realtà e finzione
sembrano proprio non riuscire a distinguersi, il resto dello sviluppo
della storia è piuttosto retorico ed alquanto noioso. Solito finale
"buonista" americano e tante lacrime. Russell Crowe è
assolutamente fantastico.
Voto: 23/30
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