28.mo bergamo film meeting
Bergamo, 06 / 14 marzo 2010

 

commento e recensioni

 

di  Michele VIGORITA

Il Bergamo Film Meeting, arrivato alla sua ventottesima edizione, è un festival che dovrebbe essere una pietra di paragone per tutti i festival italiani di cinema di media grandezza. Molte le sue sezioni.

Mostra Concorso: pochi film in concorso ma scelti con cura tra le pieghe della produzione nazionale e internazionale.

Visti da Vicino: un’ottima sezione dedicata ai documentari internazionali con forte carattere antropologico e sociale.

Avanti!, ovvero Agenzia Valorizzazione Autori Nuovi Tutti Italiani, che si prefigge di aiutare film italiani interessanti che girerebbero solo per i festival.

Luci e Ombre: Dark Lady, che analizza la celebre figura della dark lady nel cinema noir americano degli anni '40 e '50.

Una retrospettiva su Jean Gabin, l’indimenticabile attore francese, scegliendo nella sterminata filmografia dell’attore film famosi e non, appartenenti alle tre distinte fasi della sua carriera.

Aria Fresca, il nuovo cinema ungherese fatto da registi ungheresi con temi forti e contemporanei da raccontare.
Tutto supportato da scelte nette e molto ben ponderate.
Film in lingua originale con una sottotitolazione estremamente precisa nelle traduzioni e puntuale anche a rendere le più sottili sfumature del linguaggio.
Le pellicole in ottimo stato di conservazione. Una organizzazione logistica precisa e allo stesso tempo cordiale.
Ottima anche la documentazione e i vari libretti forniti. Scritti in modo approfondito, lineare, interessante.
Si vuole ricordare che ci sono stati ingenti tagli di budget ma gli organizzatori sono comunque riusciti a compiere un lavoro egregio.
Si auspica che si cerchi di valorizzare e aiutare un festival di altissima qualità.
Tra la vastissima offerta dei film proiettati ci hanno particolarmente colpito questi tre:

> delta di Kornél Mundruczo

> Le catene della colpa di Jacques Tourneur

> Grisbi di Jacques Becker

 

delta

di Kornél Mundruczo

Ungheria 2008, 92’

 

Aria Fresca

22/30

Mihail (Felix Lajko) dopo anni torna nella sua città natale, incontra la sorella Fauna (Orsi Toth) e i due decidono di costruire una casa sul vicino delta del fiume. Mentre la natura si dimostra indifferente, gli abitanti sono apertamente ostili.(N.d.A.: su molti siti la trama è errata)
DELTA è un film difficile.
L’apparente lentezza e le poche azioni svolte dai protagonisti servono come accumulo del nulla che viene squarciato da sequenze di una violenza che lascia senza respiro.
Il regista non usa movimenti di macchina complessi, tranne una lunga carrellata in avanti e una lunga panoramica, ma ci sono in questo film 3 o 4 inquadrature notevoli per composizione: un bacio tra i protagonisti in cui la figura di lui di schiena ci impedisce la visione del bacio che tuttavia percepiamo avvenire, una scena di bacio in cui sono inquadrati solo i piedi dei protagonisti, la costruzione del tetto in cui i personaggi sono inquadrati dal basso...
Molto bravi gli attori e soprattutto l’attrice Orsi Toth.
Un film di scontro e incontro tra uomo e uomini e uomo e natura che non sviluppa appieno il rapporto incestuoso tra i due protagonisti, nei ruoli di fratello e sorella ma si concentra sui rapporti umani.
Uso superfluo delle musiche quando il rumore dei suoni del delta del fiume, degli animali... sarebbero potuti bastare.
Alcune scene inutili come ad esempio quella del funerale sulle barche (non ben sviluppata neanche a livello compositivo)
Non un film sull’incesto ma sull’amore e l’odio.

Le catene della colpa

Out of the past

di Jacques Tourneur

Stati Uniti 1947, 97’

 

Luci e Ombre: Dark Lady

26/30

Un Jeff Bailey (Robert Mitchum), tranquillo benzinaio, ha un oscuro passato: una volta era un detective privato a cui un uomo (Kirk Douglas), gestore del gioco d’azzardo, aveva chiesto di ritrovare la sua donna (Jane Greer), fuggita con 40000 dollari. Trovatala se ne invaghisce e le cose incominciano a complicarsi.
Il Noir; uno dei film che ci mostra la figura della Dark Lady, nel massimo del suo sinistro fulgore.
La sottile fascinazione sessuale che porta l’uomo a perdere se stesso.
Il tutto solamente accennato a livello di recitazione e inquadrature.
Non una scena di letto e seduzione esplicita. Nessun nudo.
La seduzione al suo livello più alto.
Tourneur opta per una regia concisa, in cui nessuna inquadratura è sprecata e ogni movimento di macchina funzionale. Un montaggio serrato. Campi e controcampi netti.
Pochi stacchi (come era uso fare in quel periodo).
Il massimo risultato espressivo con il minore numero di inquadrature possibili.
Seguendo i dettami della RKO, la famosissima casa di produzione di cui il film fa parte la durata è di appena 90 minuti.
Lo sceneggiatore Geoffrey Homes toglie qualcosa della complessità del suo romanzo “Build my Gallows High”, da cui il film è tratto, ma la struttura resta intatta e implacabile.
Dialoghi molto ben scritti e ricchi anche di humor.
Molto in parte sia Robert Mitchum che Kirk Douglas, divi di quando si era davvero divi. Strepitosa Jane Greer.
L’inizio ha dei punti in comune con A History of Violence di David Cronenberg.

Grisbi

(Touchez pas au grisbi)

di Jacques Becker

Francia 1954, 94’

 

Jean Gabin: una certa idea di Francia

25/30

Max (Jean Gabin), ha rubato dei lingotti per cinquanta milioni di franchi e con questo bottino (grisbi, in francese) vuole ritirarsi dalla carriera criminale. Ma il suo più caro amico Riton (Riton) si lascia scappare la cosa con la sua amante corre a spifferare la cosa ad un gangster emergente.

Questi decide di rapire Max che però riesce a fuggire.
Il gangster allora rapisce Riton e chiede il grisbi come riscatto.
Jean Gabin domina in modo assoluto e tratteggia in modo superbo la figura del criminale gentiluomo, innamorato della bella vita, del buon cibo e delle belle donne.
Uno sguardo, il modo in cui pronuncia ogni singola battuta descrivono appieno il personaggio.
Comprimari di classe come tra cui anche Delia Scala e una giovanissima Jeanne Moreau. Ogni attore perfetto nella sua parte, si ricordano ad esempio la figura della cuoca/padrona del ristorante e il gestore del night, che sembra inizialmente un pavido mentre invece si rivela essere un uomo d’azione.
Storia e dialoghi ben scritti. Dialoghi frizzanti tra Gabin e René Dary.
Sviluppata anche la componente erotica dovuta all’avvenenza di molte attrici presenti e all’atteggiamento carnale ma non volgare del personaggio di Gabin nei loro confronti.
Si ricordano ad esempio delle pacche sul sedere e baci appassionati.
Un film sull’amicizia e il suo valore.
Regia e montaggio invisibili perfettamente funzionali alla narrazione.
Ridicolo per i tempi moderni il balletto delle ragazze nel night.

SITO UFFICIALE

 

28.mo bergamo film meeting
Bergamo, 06 / 14 marzo 2010