x asiatica film mediale
Roma Capitale, 30 ott / 07 nov 2009

 

di Mattea DI FABIO

“Spostare i confini, nel tentativo di capire in che mondo viviamo, è la vocazione del festival”. Le parole di Italo Spinelli, presidente dell’Associazione Culturale Mnemosyne e direttore artistico della decima edizione di Asiaticafilmmediale - Incontri con il Cinema Asiatico, aprono la conferenza stampa la mattina del 28 ottobre e chiudono la serata di premiazione allo storico cinema Capranica sabato 7 novembre. Sono parole dense che da subito sottolineano il tenore della rassegna e introducono temi di natura sociale, forti, attuali e, nonostante “appartenenti” ad un altro continente, così ineluttabilmente vicini. Sono temi che raccontano ciò che accade oggi in Asia, che mostrano la realtà vissuta nei mesi passati e in questi stessi giorni da milioni di persone che subiscono l’impatto della globalizzazione, l’interpretazione cieca e distorta della religione, lo stravolgimento delle regole cosiddette “civili”.


La programmazione conta un totale di 58 lavori. In concorso 8 lungometraggi e 9 documentari. Per la sezione I Giorni dell’Iran sono 7 i documentari proposti tra i quali La cave aux trésor di Bahman Kiarostami e quei due spaccati sull’attuale situazione iraniana, Angels of the House of sun e We are half of Iran’s population, così magistralmente delineati dalla regista e sceneggiatrice Rakhshan Bani-Etemad da sempre in prima linea per difendere, raccontando l’abuso quotidiano attraverso la pellicola, i diritti delle donne.


Il tradizionale focus su una metropoli asiatica si concentra quest’anno su Manila con 6 documentari e viene dedicato al giovane critico cinematografico Alexis Tioseco, barbaramente assassinato, insieme alla sua compagna, nella capitale filippina il primo settembre scorso.


Nella sezione Nord Est, che presenta 5 documentari, spiccano My body my weapon e Tales from the margins, entrambi di Kavita Joshi, ancora una donna per le donne, membro del movimento anti-censura dei filmmaker indiani. Fuori concorso, 10 corti e lungometraggi più 13 documentari.
The other bank, giudizio contro la guerra etnica in Georgia espresso attraverso gli occhi strabici del dodicenne Tedo, segna il debutto di George Ovashvili come regista sul grande schermo e trionfa come miglior film. Ben due menzioni speciali vanno ad About Elly di Asgha Farhadir e agli attori di Jaffa di Keren Yedaya. La giuria documentari decreta vincitore Children of the Pyre di Rajesh S. Jala, uno spaccato di allucinante realtà vissuta sulle rive del Gange nella città sacra di Varanasi e raccontata in prima persona da sette bambini “intoccabili”. La menzione speciale va a Shooting Muhammad dei registi Francesco Cannito e Luca Cusani, con Michela Sechi alla sceneggiatura. Infine, la giuria Netpac decide un ex aequo: The Gift to Stalin di Rustem Abdrashov e Jamila and the President di Ratna Sarumpaet, per l’acuta critica sociale nei confronti del proprio paese, rispettivamente Kazhakistan e Indonesia .


Non importa se i microfoni non sempre funzionano e la traduzione in alcuni momenti non è propriamente fluente. Il contenuto dei lavori cinematografici presentati e la possibilità di un dialogo costante con registi, produttori e attori, fa passare in secondo piano qualche mancanza tecnica e organizzativa. Eravamo in pochi ad assistere alla premiazione e pochi, e questo si che importa, a godere della visione dei corti, lungometraggi e documentari proiettati gratuitamente per più di una settimana al Capranica e al Tempio di Adriano, a due passi dal Pantheon, in pieno Campo Marzio.
Eppure il decennale di Asiaticafilmmediale è stato patrocinato dalle ambasciate della Corea del Sud, Filippine, Germania, Giappone, India, Indonesia, Kazhakistan, dall’Istituto di Cultura Giapponese e dalla Fondazione Cinema per Roma mentre i finanziamenti sono arrivati in primo luogo dalla Camera di Commercio, poi dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Lazio, la Provincia di Roma, il Comune di Roma in collaborazione con Acea, Poste Italiane, il Gioco del Lotto e i Corto Arte Circuito.
Un cartellone ricco quello di Asiaticafilmmediale, un incontro a tutto tondo con il cinema asiatico e le sue radici profonde, dalla mostra fotografica "In Asia" di Susetta Bozzi ai dibattiti con l’economista indiano Prem Jha e il filosofo Giacomo Marramao nell’ambito di Asia di Carta, dal progetto Crossing Cultures all’Omaggio a Mizoguchi, uno dei tre maestri del cinema giapponese insieme a Yasujiro Ozu e Akira Kurosawa, che prevede la proiezione di capolavori come Sansho Dayu - L’attendente Sansho (1954), Chikamatsu Monogatari - Gli amanti crocifissi (1954) e Yokihi - La concubina imperiale Yang (1955) nonché l’intervento di Tadao Sato, uno dei più grandi critici cinematografici che è stato un onore anche solamente osservare nella sua misurata, fiera, minuta figura di ottuagenario nipponico.


Considerando l’attuale congiuntura economica internazionale e un gran parlare sulla globalizzazione, pensando ai risultati delle ultime elezioni presidenziali iraniane di giugno scorso che hanno portato al potere l’ultraconservatore e neanche cinquantenne Ahmadinejad ed escluso dalla partecipazione ad Asiaticafilmmediale alcuni addetti ai lavori ai quali è stato ritirato, guarda caso, il passaporto poco prima dell’evento, riflettendo sul fatto che la testimonianza di una donna iraniana vale la metà rispetto a quella di un uomo e che in India il sistema delle caste è nella pratica ancora vigente, tenendo conto di tutto questo ed altro, dicevo, mi aspettavo da parte del pubblico, soprattutto giovane, una risposta massiccia. Che il confine tra occidente e oriente sia sempre più labile e sottile è una realtà. Il progressivo appiattimento culturale del nostro Bel Paese anche.
 

SITO UFFICIALE

 

x asiatica film mediale
Roma Capitale, 30 ott / 07 nov 2009