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A scanso di equivoci diciamo subito che S+F, il Festival
Internazionale della Fantascienza di Trieste, giunta alla prima edizione
- non a caso, ovviamente, nel 2001 - dopo le prove generali dell'anno scorso,
non è "solo" un festival del cinema ma una manifestazione
dedicata tout court al mondo del fantastico, un "evento culturale a
360 gradi" come ama ripetere Massimiliano Spanu, direttore artistico
di S+F. Del resto bastava dare una occhiata al catalogo per rendersene conto:
accanto alla rassegna cinematografica vera e propria - che comunque non
prevedeva una gara - erano previsti convegni scientifici, tavole rotonde,
mostre, eventi speciali. Prima però di approfondire con articoli specifici e il dovuto puntiglio le varie sezioni in cui si è articolata la rassegna consentiteci di fare alcune considerazioni generali sulla manifestazione e sull'aria che si respirava mentre ci aggiravamo in essa con lo spirito - inutile negarlo - più degli appassionate che di cronisti. Chi ha qualche anno in più ed è cultore della materia forse ricorda che Trieste era gia stata sede - dal 1963 al 1982 - del Festival del Cinema di Fantascienza, a suo tempo una manifestazione importante e pressoché unica che attirava nel capoluogo giuliano appassionati da tutto il mondo. Allora si trattava di una vera e propria competizione cinematografica con film in gara, giurie e premi vari (il riconoscimento più alto era l'Astronave d'Oro: per la cronaca nella prima edizione del '63 fu assegnata ex aequo ai film IKARIA XB 1 di Indrik Polank (Cecoslovacchia) e LA JETEE di Chris Marker (Francia), da una giuria internazionale composta tra gli altri anche da Umberto Eco). Come ci ha ricordato bene Gianni Ursini, che possiamo considerare la "memoria storica" del Festival, i film in gara erano soprattutto produzioni di serie B o peggio ancora, del resto era un po' tutta la fantascienza del tempo ad essere considerata sostanzialmente cultura "bassa", popolare, appannaggio di un manipolo di appassionati che si divertivano a sognare leggendo le fanzine amatoriali o guardando film infarciti di esseri da altri mondi, viaggi spaziali e diavolerie tecnologiche. Ma questo non impediva alla manifestazione di essere una festa sia per i fan del genere sia per una città orgogliosa che si sentiva coinvolta e credeva in ciò che faceva. Poi, con la fine degli anni settanta, per una serie complessa di ragioni, è cominciata la crisi e dopo un periodo in cui la manifestazione si è trascinata in sordina e claudicante anche a causa di difficoltà economiche, nel 1982 è giunta la decisione di chiudere i battenti e di non riproporsi. Almeno fino ad oggi. Da allora molte cose sono cambiate, il genere si è fatto adulto - dopo 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO di Kubrick - ed esigente in termini produttivi - dopo STAR WARS di Lucas - è mutata la sensibilità dei gusti del pubblico e la modalità di fruizione delle opere (non solo cinema, ma videogame, internet, televisione...), i mondi immaginati dalla fantascienza di un tempo non si sono mai realizzati mentre ci si lasciava alle spalle le date "canoniche" del genere (il 1984 di Orwell, il 1997 di Carpenter, il 2001...) mentre il progresso tecnologico è divenuto oggi talmente rapido da risultare talvolta più veloce della stessa fantasia degli autori. Da queste premesse e sulle ceneri di quel Festival è nata dunque questa scommessa: rifare di Trieste una capitale della Fantascienza - lo è già per quanto riguarda la Scienza, con i vari istituti scientifici e tecnologici che qui hanno sede - con un occhi rivolto al passato ed uno al presente (ed un altro, perché no, al futuro...tranquilli, un essere con tre occhi qui non spaventa nessuno), cercando di ricostruire quelle atmosfere ma consci di vivere in un'altra realtà. Da questo punto di vista non si può che apprezzare lo sforzo messo in atto - pur tra carenze e qualche svarione organizzativo - con tanta buona volontà da quel manipolo di giovani appassionati che fa capo alla storica associazione culturale triestina Cappella Underground, vera anima ideatrice ed organizzatrice del rinato Festival, affrontando le difficoltà di una edizione che, è bene ricordarlo, è stata sul punto di fermarsi prima ancora di partire perché travolta come lo siamo stati tutti dagli eventi dell'11 settembre. Si è deciso di andare avanti ma è inutile negare che tra modifiche del programma - è stata eliminata la sezione cinematografica MONSTER che presentava alcuni film fanta-catastrofici degli anni '50 e '60 - e frasi di circostanza era forte la sensazione di festa spezzata che si respirava all'interno del Festival. La realtà che supera la finzione, la finzione che diventa realtà: a questo proposito ci piace ricordare una frase dell'intervento di Gianni Canova al convegno scientifico di cui si parlerà diffusamente: "L'attentato è stato organizzato con le regole di un "disaster movie". A quelle immagini, mi spiace dirlo, mancava solo la colonna sonora". |
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Loris SERAFINO
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