DOLMEN VIDEO, dicembre 2005 (www.emik.it)
Il Dvd di UN'ORA SOLA TI VORREI, primo lungometraggio della regista milanese
Alina Marazzi, ha un valore e un sapore del tutto particolari, poiché alcune sue
caratteristiche lo differenziano dalla maggioranza degli analoghi supporti
digitali in circolazione.
Il primo motivo è legato alla ricca, ma complessa vicenda produttiva (vedasi
recensione del film in occasione dell'uscita in sala, all'interno di questo
stesso speciale,
N.d.R.),
che ne ha prolungato l'esistenza artistica, per così dire, dal 2002 al 2005.
Il che significa che il Dvd in questione interviene a colmare un'esigenza e
un'urgenza, testimoniate dalle centinaia di interventi sul blog del sito
dedicato (www.unorasola.it): la gente che non lo ha potuto vedere in questi tre
anni può finalmente apprezzare e, soprattutto, conservare un'opera splendida,
che già di per sè è un atto di amore e di conservazione della memoria.
Di ciò va dato atto alla DOLMEN VIDEO (www.emik.it), che ha intuito il valore
dell'opera, destinata a segnare una svolta nel modo di concepire e girare
documentari.
Molti avevano sentito parlare di UN'ORA SOLA, alcuni solamente su internet,
altri grazie al benedetto passaparola dei cinefili, ma ora tutti possono
accedere ad un'esperienza che va al di là della normale fruizione di un'opera di
finzione, poiché il lavoro della Marazzi è rivolto alle nostre coscienze di
"figli" messi di fronte all'inevitabilità di alcune esperienze di vita.
In quanto tale, il film sulla vicenda di Liseli Hoepli Marazzi è un oggetto
d'arte privata che dobbiamo tenere sul "comodino" ideale della nostra stanza,
sempre pronto per una nuova visione. Ogni volta diventerà sempre più familiare e
commovente e ci aiuterà a ricordare e mantenere vivi alcuni momenti essenziali
della nostra esistenza.
Il secondo motivo riguarda la qualità non esclusivamente tecnica della
riproduzione digitale, ovvero i cosiddetti "extra".
Normalmente siamo abituati a leggere le recensioni dei Dvd nelle rubriche
apposite delle riviste di cinema e ci imbattiamo in termini tecnici che non ci
spingono, in quanto tali, ad apprezzare l'oggetto in questione sino al punto di
volerlo realmente acquistare.
Nella maggior parte dei casi, infatti, il critico-tecnico non può far altro che
limitarsi a rilevare la qualità visiva e sonora della nuova versione "domestica"
di film visti in sala. Al momento della fruizione, però, ci accorgeremo che, a
parte ciò e qualche rara intervista spezzettata, il disco non ci offre altro.
UN'ORA SOLA TI VORREI e la maggior parte dei Dvd della Dolmen (basti citare
L'ARCO, LA SAMARITANA, AS TEARS GO BY , etc.) hanno invece una qualità rara:
innanzitutto, come detto, riguardano film poco distribuiti e di altissimo
livello artistico e, in seconda battuta, forniscono dei contenuti-extra
assolutamente eccezionali.
Il film di Alina, poi, nato come collage di ricordi, vede aumentare e crescere i
materiali assemblati dalla figlia di Liseli, ovvero la regista stessa.
è in un certo senso il frutto di
un'ulteriore revisione dei filmini girati nel corso dei decenni dal nonno Ulrico
Hoepli.
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Ecco un breve elenco degli extra contenuti all'interno del Dvd:
1/ Intervista della Marazzi prima dell'inizio del lavoro di montaggio
L'autrice parla a ruota libera e in preda all'emozione, che la coglie quando
arriva a raccontare della madre ("il mio confronto con questa...faccia...la
faccia di una mamma che non c'è..."). Al di là di ogni retorica, è uno dei
momenti più toccanti ed è straordinario il fatto che la regista abbia avuto il
coraggio di mettersi a nudo, senza occultarne la natura privatissima e dolorosa,
anche se liberatoria.
Le lacrime sullo splendido viso di Alina valgono quanto cento pellicole di
finzione e sono il manifesto più chiaro di cosa sia in grado di comunicare un
"documentario" concepito fuori della norma del canonico freddo reportage sulle
realtà del mondo.
Il primo mondo che (non) conosciamo è il nostro mondo interiore e la Marazzi ci
accompagna in questo splendido viaggio di conoscenza.
2/ Commento dell'autrice a tre anni dal termine della lavorazione
Il volto di Alina, questa volta, è ripreso fuori fuoco. L'immagine, però, ci
restituisce - per contrasto - una persona tranquilla e più sicura, consapevole
del fatto che questi ultimi anni e l'apprezzamento verso il suo lavoro l'hanno
aiutata nell'opera di "ricostruzione", di "recherche" della madre perduta.
Titoli muti anticipano le domande cui lei risponde.
Anche nella delicata scelta di voler creare una sorta di distanza tra chi guarda
e chi parla, la Marazzi dimostra finezza artistica e rare capacità narrative:
proprio quando ce l'aspetteremmo ancora più "a fuoco" ed esplicita, lei torna a
nascondersi. L'opera di confronto col dolore, sia chiaro, è appena iniziata.
Oppure, più semplicemente, la sfocatura e il "muto" sono un omaggio ai supporti
filmici utilizzati dal nonno e un ulteriore segno della compresenza di passato e
presente.
3/ Spezzoni muti girati da Ulrico Hoepli
Assolutamente emozionanti!
Entriamo nel giardino segreto di un cineasta amatoriale ma abile e sensibile,
dati i mezzi e il tempo a sua disposizione.
Un incredibile viaggio senza sonoro tra le Italie di quasi un secolo, che
improvvisamente acquistano un dato di "realtà" e plausibilità garantite, anche,
dalla straordinaria qualità visiva, frutto della rimasterizzazione e del
riversamento in formato digitale.
Bellissimi i momenti in cui Liseli strapazza un paio di riviste di cinema del
padre ("Schermo" e "Cinema"), di cui possiamo vedere le pagine ancora fresche di
stampa (!), la patinatura e la modernità, anche se una rappresenta la rigida
"mascella che al cortile parlava", sepolta da decenni di democratica
razionalità.
La guerra: il contrasto tra la difesa di una felicità privata e la
rappresentazione della sofferenza fuori dalle mura domestiche (i camioncini
degli alleati che risalgono una strada illuminata). Oltre ogni cinegiornale
dell'Istituto Luce, oltre ogni indagine-tv degli anni Settanta, questi pochi
minuti ci fanno entrare come mai prima dentro una realtà a noi sconosciuta.
Un filmino senza parole ci lascia, letteralmente, senza parole.
Ancora: altri imperdibili momenti passati a correre sulla camionetta, forse, di
un soldato o autista, che porta Liseli e la mamma su per strade di montagna,
verso una probabile villa di vacanze.
Colori vivissimi, qualità visiva ed emozionale altissima.
Infine: Liseli e il fratellino con le prime biciclette, sul terriccio di un
giardino milanese. Un ginocchio scorticato.
4/ I "credits" del cast tecnico (Alina Marazzi, la montatrice Ilaria
Fraioli, il responsabile del sonoro, Benni Atria) e della produzione.
5/ Un'introduzione scritta della Marazzi, concepita come una sorta di
riassunto delle "FAQ", e conseguenti risposte, rivolte alla regista in questi
tre anni dai vari intervistatori.
6/ Una completissima bio-filmografia dell'autrice
La nostra valutazione del lavoro svolto per la realizzazione di questo Dvd,
comprendendo nel giudizio tanto l'operato della regista quanto la DOLMEN VIDEO,
è di assoluta eccellenza.
VOTO: 30/ 30 e
lode
15:01:2006 |