Groppi d’amore nella scuraglia

il nuovo libro di Tiziano Scarpa

 

di Taryn NURCHIS

 

"Groppi d’Amore nella Scuraglia" è il titolo pittoresco e originale dell’ultimo libro scritto da Tiziano Scarpa e pubblicato da Einaudi all’interno della collana L’arcipelago.
Per quelli che già conoscono lo scrittore veneziano e hanno già letto qualcuno dei suoi lavori, il sapore sofisticato e umoristico che si può percepire in questo libro, a partire dal suo titolo, non sarà certo motivo di stupore. Fin dai suoi esordi infatti ("Occhi sulla Graticola) Scarpa ci ha abituato a piroette linguistiche a base di lessico massiccio e neologismi. Raffinatezza e punteggiature pulp. Strutture narrative acrobatiche come anche lineari. E la vivacità dell’autore non viene meno neanche in questo caso, visto che stavolta ad essere inventata ex novo è addirittura una lingua. Immaginate d’incrociare la fusione dei dialetti centro-meridionali con la lingua trecentesca; otterrete una parlata informale e coloratissima che è esattamente la stessa con la quale si esprime la voce narrante del libro. Efficacissima per dare pathos alla storia, e per renderla assieme comica e commovente. Funzionale a raccogliere anche i vocaboli più bassi, o al contrario più naif, per redimerli dal loro stato naturale dandogli nuove possibilità. Ma non finisce qui, perché la forma narrativa scelta dall’autore è altrettanto eclatante di quella linguistica, visto che si tratta di un poema dialettale scritto in versi. Centonove pagine di versi che raccontano la storia di un remoto paesino del sud e dei suoi abitanti, dove per abitanti intendiamo non solo umani, ma anche animali. Le peripezie del protagonista, Scatorchio (come tutta la terminologia di questa fantasiosa lingua, anche i nomi dei protagonisti mirano al massimo dell’espressività evocativa), attraverso il quale seguiamo l’azione principale del libro, vengono infatti intermezzate da descrizioni bucoliche di vari animali, grazie alle quali veniamo a conoscenza dell’esistenza di alcune ‘sottospecie’ tra cui il gatto-gattoso, il sorcio-pantegano e lu bombo muscario. Tanto per dirne alcuni. Ma torniamo al paesino, che ben presto diventerà una discarica. A deciderlo sarà il Sindaco, che darà il consenso al progetto in cambio di un ripetitore. Il popolo si opporrà ma non interamente. Sarà proprio Scatorchio che, per dar contro al suo rivale in amore, darà manforte al Sindaco nei suoi intenti, ottenendo peraltro il risultato di perdere la sua bella e far fuggire tutti gli abitanti dal paese.
Attraverso alcuni attenti tagli, "Groppi d’Amore nella Scuraglia" è diventato anche un testo teatrale portato in giro dallo stesso autore. Se pensate però che si tratti di un semplice reading dovrete ricredervi. Scarpa è stato abilissimo nello scegliere la gestualità e l’oggettistica (minima) necessaria. Abilissimo nel modulare la voce nelle diverse tonalità richieste dai personaggi. Solo stando seduti nella platea a guardarlo e sentirlo interpretare la storia, pare di veder sorgere attorno al sé il paesino sperduto ed i suoi abitanti, in un effetto Dogville che qui risulta ancora più stupefacente e affascinante.