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L.I.V.E. IN VENICE 2013
patty smith
and
her band
Teatro Verde, Isola di
San Giorgio, Venezia
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di Gabriele FRANCIONI I
fotogallery tutte le foto © Arianna Scolaro |
30/Lode |
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Music begins to atrophy when it departs too far from the dance...
Come il San Giorgio di
Vittore Carpaccio,
Patti Smith arriva in volo fino alla dead city veneziana atterrita
dal drago,
lei a cavallo di cani ululanti di nome Banga e Lenny Kaye, insieme ai quali
chiama a raccolta le fiere impietrite dalla Storia, scioglie il leone di San
Marco e percorre di notte le calli con la sua banda di giustizieri
travestiti da bestie. Il drago è l’apatia, la fissità di una città che
chiede solo di essere continuamente scossa dalla Cultura, dai Poeti e dagli
Artisti, com’ è successo in questa mirabile seconda edizione del “L.i.v.e.
in Venice”, il vero grande evento musicale delle ultime estati in laguna. Patti Smith è perfetta nel cogliere il significato del genius loci, intrecciando memoria collettiva e luoghi interiori. Nei suoi racconti il venezianissimo Albino Luciani,già celebrato in “Wave”, incontra Ezra Pound,probabilmente nella chiesa di San Giorgio, spesso citata tra un brano e l’altro, prima di tornare a San Michele, mentre durante l’esecuzione di “Banga” è l’intera schiera di sculture zoomorfe veneziane ad essere convocata per un poetico/maledetto raid notturno al seguito della godmother of punk e del leone alato di San Marco portato in vita. La poetessa newyorchese va sempre oltre i confini del testo musicale e si pone al centro di un rito collettivo (quello sacro del LIVE) che esige la condivisione delle dimensioni private dei presenti. |
Da “Redondo Beach”
a “Dead City” non sappiamo se ci parla di America o di Venezia: |
E quando viene rievocata la celebrazione del rito della fertilità grazie al
quale il mare/madre della laguna le avrebbe permesso di avere un figlio, il
glamour si fonde alla dimensione domestica, poiché sarebbe stata Isabella
Rossellini a farle lanciare in acqua una delle due scarpe, come
richiesto dalla tradizione.
Ascoltiamo “Summertime
Blues”, cioè Eddie Cochran catapultato dagli albori del rock’n roll
(1958!), ”Banga” e “Dead City”. |
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L.I.V.E. in Venice 2013
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