
Giunto ormai alla sua quinta edizione, il FFF è
ormai un preciso punto di riferimento per gli addetti ai lavori non solo
per le numerose anteprime nazionali (il 2001 era stato l'anno di XMEN,
e del sottovalutato GALAXY QUEST, il 2002 quello del primo episodio de
IL SIGNORE DEGLI ANELLI) ma soprattutto per essere l'unica manifestazione
italiana dedicata alle nuove tecnologie cinematografiche - tecnologie
che passano per l'animazione, il cinema digitale e gli effetti speciali.
Cinque giorni di proiezioni, incontri, interessanti retrospettive (quest'anno
l'omaggio era a Tezuka Osamu e Godfrey Reggio) e corti inediti. Peccato
che, come negli anni precedenti, l'organizzazione delle proiezioni lasci
un po' a desiderare: forse sarebbe il caso di iniziare a limitare il numero
di accrediti (erano 400 solamente quelli per la stampa, in quest'edizione
- senza contare gli altri tipi di passi e per non parlare dei 20 mila
biglietti omaggio - per un multisala che raggiunge al massimo gli 855
posti a sedere) e proiettare film ad alta affluenza - come sono risultati
HOTEL, di Figgis, o L'UOVO, di Dario Picciau - nella sala più grande,
anche a discapito di GHOST SHIP, ennesima americanata di cui francamente
non si sentiva la mancanza.
Strepitosi come sempre i nuovi episodi di Wallace e Gromit, di Nick Park,
mentre per i nostalgici o i manga-dipendenti c'è stata una buona
occasione di (ri)vedere tra gli altri le varie Bia, Magica Emi, Lulù,
nella rassegna ANIMA MAGIC. Non siamo riusciti - causa la troppa affluenza
di pubblico - a goderci la proiezione di MERCANO EL MARCIANO, di Juan
Antin - premio speciale al Festival di Annecy - e di cui spero aver l'occasione
di parlare più avanti, semmai uscirà nelle sale.
Se per le recensioni dei film (l'ottimo LE DUE TORRI, di Jackson; il poetico
SPIRITED AWAY di Hayao Miyazaki; ELYSIUM, del coreano Kwon; MY BEAUTIFUL
GIRL, MARY di Sung-gang Lee; l'inutile GHOST SHIP di Steve Beck) vi rimando
alla sezione apposita, soffermiamoci qui su alcuni degli interessanti
incontri che il FFF ha in ogni caso offerto.
WETA FILM: incontro con Matt Aitken
Il Making of de LE DUE TORRI, presentato da Matt Aitken - braccio destro
di Jackson, e realizzatore dei personaggi digitali della saga de Il Signore
Degli Anelli - ha dimostrato che utilizzando il software MAYA, da solo
o in abbinamento con altri softwares, non c'è in pratica nulla
che non si possa più fare - benché non sia ancora giunta
al suo limite la tecnologia utilizzata. Col supporto di esaustivo materiale
video, Aitken ha mostrato l'applicazione dei MASSIVE, qui piccoli guerrieri
dotati d'intelligenza artificiale, che ormai sostituiscono le comparse
nelle scene di massa e che decidono come confrontarsi negli scontri all'arma
bianca - ed è peraltro inquietante verificare come, in un momento
in cui noi umani cerchiamo di andare alla guerra, in uno dei primi sviluppi
del software i piccoli MASSIVE scappavano dalla parte opposta davanti
alla battaglia che li aspettava.
Ma ci viene mostrato anche come sia possibile cancellare digitalmente
da una sequenza una comparsa che fa il cretino (ci si mette tre mesi,
ma costa meno che rigirare una scena, e il risultato è perfetto).
Assistiamo inoltre alla suggestiva creazione di Barbalbero, fusione di
digitale e animatronic in dimensioni reali ma, soprattutto, gran parte
dell'incontro riguarda lo sviluppo del personaggio di Gollum - clone digitale
dell'attore Andy Serkis, creato sulla base della recitazione di quest'ultimo.
Il personaggio di Gollum è non solo distante anni luce dal seppur
recente Yoda di EPISODIO II, ma ha in più dalla sua l'utilizzo
della pellicola che - secondo Aitken - ha quella resa che ancora il digitale
non ha raggiunto. E in effetti, guardando lo spettacolare LE DUE TORRI,
girato in pellicola, ci si rende conto dell'occasione persa da Lucas:
c'è una sorta di calore, nelle immagini di Peter Jackson, direi
quasi di personalità, che ahimè è a mio avviso assente
nel secondo episodio di GUERRE STELLARI. Non sono mancati neppure delle
divertenti chicche (Gollum che suona la chitarra, oppure con i capelli
punk) che speriamo siano inserite nel DVD - a proposito, rimanete in attesa
dell'extended version dell'episodio, non avventatevi subito sul primo
DVD che uscirà.
Il problema che a livello recitativo pone la figura dell'essere digitale
Gollum non è stato affrontato, vuoi per mancanza di tempo, ma in
effetti non è da poco: Andy Serkis è da considerarsi l'attore
che ha dato vita e voce ad una creazione del computer - Gollum come digitalizzazione
di Serkis, quindi - e come tale potrebbe concorrere all'Oscar - da questo
punto di vista la sua maschera digitale potrebbe considerarsi l'evoluzione
delle maschere in lattice dei vari uomini lupo del passato - oppure no?
In altre parole Gollum è semplicemente un effetto speciale, o qualcosa
di più? Si vedrà agli Oscar: di certo se quello che conta
è l'impatto che si ha sullo schermo, allora Gollum è uno
dei tanti attori del film, non certamente una semplice comparsa.
ILM: incontro con Ned Gorman
Piuttosto deludente l'incontro con Gorman, simpatico ometto dell'Industrial
Light and Magic, che però porta materiale datato: pur rimanendo
un documentario interessante, è nulla in confronto alla quantità
di supporto video presentata da Matt Aitken, quasi il suo alter ego della
WETA. Quel poco che vediamo di EPISODIO II è già presente
nel DVD, mentre il Making Of di MIBII conferma l'impressione che gli effetti
speciali del film fossero stati fatti molto in fretta - anche se la colpa
non è certo da attribuire al dipartimento della Lucasfilm, che
è stato anzi bravo nell'assecondare spesso all'ultimo momento le
bizze del regista Sonnenfeld. Lo stesso Ned si dispiace nel vedere un'ottima
sequenza in digitale rovinata dall'inserimento dei titoli di testa, e
ci comunica il suo disappunto per non averne potuto correggere un'altra:
quando il verme gigante George, come lo chiama affettuosamente, si mangia
il vagone della metropolitana newyorkese (se prestate attenzione, il vagone
è più piccolo, e di molto, in altezza, di quanto invece
appaia nella bocca di George).
WALT DISNEY: incontro con Chris Peterson
Certamente un'ottima occasione per conoscere qualcosa in più delle
animazioni 3D per i parchi a tema, e un anteprima assoluta e unica, giacché
la WD ha deciso di mostrare per la prima volta proprio al FFF almeno una
di queste creazioni, seppur solamente in due dimensioni: in questo caso
Peterson ci ha mostrato la nascita e lo sviluppo in 3D del Genio di ALADIN,
per un parco Disney giapponese. Ottimo la fattura dei video portati da
Peterson, a commento. E' stato possibile assistere ai piccoli trucchi
d'animazione 2D, sviluppati per creare un movimento rapidissimo - per
esempio una trasformazione "ad altro" del personaggio che richiede
uno scarto di un unico fotogramma - e si è visto come questi stessi
trucchi siano stati applicati all'animazione in tre dimensioni. Seppur
in giapponese, è stato però possibile assistere a tutti
i quattro minuti dello spettacolo offerto dal Parco: benché assistessimo
solamente alla parte "alta" dello schermo - dove si muove il
Genio - e pur perdendoci l'interazione immagine 3D/attori - che avviene
invece nella parte "bassa" - si è percepita nettamente
la tridimensionalità del Genio: molto di più quando la stessa
sequenza è stata riproposta in pellicola 35mm. Nella realtà,
all'interno del teatro in cui avviene lo spettacolo, due telecamere proiettano
contemporaneamente l'immagine del Genio - quella di destra proietta l'immagine
così come la percepirebbe l'occhio destro, il proiettore di sinistra
così come il Genio verrebbe, se reale, percepito dall'occhio sinistro.
Se già in due dimensioni, e senza occhialini polarizzati, l'illusione
della profondità è presente, c'è da aspettarsi qualcosa
di veramente strepitoso nello spettacolo in 3D: varrebbe quasi la pena
di affrontare un viaggio sino in Giappone..
Matteo FERUGLIO
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