COLLOQUIO CON MIMMO CALOPRESTI
Lido di Venezia
Sabato 9 settembre 2000



KINEMATRIX
: Perché non si fanno più opere di co-regia, frutto di un'attività collettiva?

MIMMO CALOPRESTI: "Io sono uno che preferisce fare i film da solo! Anche se ho iniziato con opere completamente collettive, concepite in comune, penso che prima o poi uno debba prendersi le sue responsabilità e fare qualcosa in proprio. Più in generale, direi che è cambiato un po' tutto, per cui riuscirebbe difficile ricreare quella situazione. Oggi mi viene più naturale esprimere un mondo più intimo, sensazioni più personali. Preferisco che, invece di dibattere a lungo prima di fare, come si usava una volta, la discussione avvenga, eventualmente, dopo il film!"

KMX: E pensi che in Italia possa avere un senso un movimento, mettiamo, analogo a quello danese di DOGMA 95?

MIMMO CALOPRESTI: "Sarebbe bello, anche a me piacerebbe associarmi insieme ad amici per fare delle cose in comune, magari per autoprodurci, per trovare spazi per cose da raccontare... è difficile e non so sinceramente perchè non succeda, ma è qualcosa che mi potrebbe piacere. Ma dovrebbere essere una situazione in cui quello che viene fuori sia poi veramente il risultato di un sentire comune necessario... voglio dire che, se dopo aver parlato e discusso ci si rende conto che non si ha nulla da dire insieme, allora bisognerebbe avere il coraggio di tacere!"

KMX: Come mai in Italia esistono tanti film che non vengono visti? E' solo un problema di distribuzione o cos'altro?



MIMMO CALOPRESTI
: "Mah, vedi... sì, è vero, ma è anche importante che i film vengano fatti. Sì, delle volte alcuni film dovrebbero essere distribuiti meglio, ma la verità è che, se un film vale, o meglio, se ha veramente un senso, un motivo d'essere e d'essere visto, prima o poi viene fuori... sono abbastanza tranquillo da questo punto di vista! Poi, se vuoi un grande pubblico, c'è un problema di pubblicità che deve essere affrontato e la pubblicità è un investimento economico e spesso quest'investimento rimane a livelli troppo bassi. Meglio se hai la fortuna che il tuo produttore è anche un gestore di televisioni e allora il meccanismo funziona meglio. Inoltre oggi i modi e i tempi per far vedere un film si sono moltiplicati, al punto che fra poco li faranno vedere anche via internet e questo è positivo, perché andiamo incontro ad una democratizzazione che è auspicabile sempre. E inoltre questo riguarda anche il FARE i film, che oggi con le videocamere digitali è economicamente alla portata di quasi tutti... anche se il problema di fondo è quello che sta dietro, il COSA hai da dire... finché ci sarà qualcuno che, appunto, ha un'urgenza, qualcosa di più interessante, originale da dire, i film si faranno..."

KMX: Cosa pensi a proposito della definizione di film d'interesse nazionale, che è il vincolo in base al quale vengono assegnati i fondi statali dell'art.8? Non credi, specie per coloro che escono da una scuola di cinema (potrebbe essere lo stesso Centro Sperimentale), che sarebbe giusto più incentivare una ricerca ANCHE visiva, magari appena intrapresa, o tematiche "private" o personali, invece di costringerli ad affrontare argomenti di natura storico-politica, e cioè gli unici che ottengono l'attenzione di coloro che, poi, i fondi li assegnano?



MIMMO CALOPRESTI
: "Sono completa-mente d'accordo. Bisognerebbe aiutare e finanziare questa ricerca e, anzi, la definizione di "interesse nazionale" non mi interessa, per me non esiste e non deve c'entrare con le scelte dei finanziamenti. I criteri andrebbero rivisti, perché per me quello che conta è sempre e solamente, come dicevo prima, quello che hai da dire, opera prima o no! Il problema è trovare altra gente disposta a finanziarti, perché poi il criterio di scelta è sempre personale e, comunque, prima o poi un criterio deve essere definito e una volta presa una responsabilità bisogna portarla fino in fondo!"

KMX: Puoi dare un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera?

MIMMO CALOPRESTI: "Mah, guarda, io sconsiglio vivamente le scuole... dico invece ai ragazzi... e intendo sempre quelli che sentono di avere qualcosa da dire, prendete e andate sui set, rompete le scatole a qualcuno, magari, ma guardate le cose come accadono realmente. Provate con tutte le forze a introdurvi sul set e state lì a guardare e imparate!"


Gabriele FRANCIONI
Andrea DE CANDIDO

09 - 09 - 00