
KINEMATRIX: Perché non si fanno più opere di co-regia, frutto
di un'attività collettiva?
MIMMO CALOPRESTI:
"Io sono uno che preferisce fare i film da solo! Anche se ho iniziato
con opere completamente collettive, concepite in comune, penso che prima
o poi uno debba prendersi le sue responsabilità e fare qualcosa in proprio.
Più in generale, direi che è cambiato un po' tutto, per cui riuscirebbe
difficile ricreare quella situazione. Oggi mi viene più naturale esprimere
un mondo più intimo, sensazioni più personali. Preferisco che, invece
di dibattere a lungo prima di fare, come si usava una volta, la discussione
avvenga, eventualmente, dopo il film!"
KMX: E pensi che in Italia
possa avere un senso un movimento, mettiamo, analogo a quello danese di
DOGMA 95?
MIMMO CALOPRESTI: "Sarebbe
bello, anche a me piacerebbe associarmi insieme ad amici per fare delle
cose in comune, magari per autoprodurci, per trovare spazi per cose da
raccontare... è difficile e non so sinceramente perchè non succeda, ma
è qualcosa che mi potrebbe piacere. Ma dovrebbere essere una situazione
in cui quello che viene fuori sia poi veramente il risultato di un sentire
comune necessario... voglio dire che, se dopo aver parlato e discusso
ci si rende conto che non si ha nulla da dire insieme, allora bisognerebbe
avere il coraggio di tacere!"
KMX: Come mai in Italia
esistono tanti film che non vengono visti? E' solo un problema di distribuzione
o cos'altro?

MIMMO CALOPRESTI: "Mah, vedi... sì, è vero, ma è anche importante
che i film vengano fatti. Sì, delle volte alcuni film dovrebbero essere
distribuiti meglio, ma la verità è che, se un film vale, o meglio, se
ha veramente un senso, un motivo d'essere e d'essere visto, prima o poi
viene fuori... sono abbastanza tranquillo da questo punto di vista! Poi,
se vuoi un grande pubblico, c'è un problema di pubblicità che deve essere
affrontato e la pubblicità è un investimento economico e spesso quest'investimento
rimane a livelli troppo bassi. Meglio se hai la fortuna che il tuo produttore
è anche un gestore di televisioni e allora il meccanismo funziona meglio.
Inoltre oggi i modi e i tempi per far vedere un film si sono moltiplicati,
al punto che fra poco li faranno vedere anche via internet e questo è
positivo, perché andiamo incontro ad una democratizzazione che è auspicabile
sempre. E inoltre questo riguarda anche il FARE i film, che oggi con le
videocamere digitali è economicamente alla portata di quasi tutti... anche
se il problema di fondo è quello che sta dietro, il COSA hai da dire...
finché ci sarà qualcuno che, appunto, ha un'urgenza, qualcosa di più interessante,
originale da dire, i film si faranno..."
KMX: Cosa pensi a proposito
della definizione di film d'interesse nazionale, che è il vincolo in base
al quale vengono assegnati i fondi statali dell'art.8? Non credi, specie
per coloro che escono da una scuola di cinema (potrebbe essere lo stesso
Centro Sperimentale), che sarebbe giusto più incentivare una ricerca ANCHE
visiva, magari appena intrapresa, o tematiche "private" o personali, invece
di costringerli ad affrontare argomenti di natura storico-politica, e
cioè gli unici che ottengono l'attenzione di coloro che, poi, i fondi
li assegnano?

MIMMO CALOPRESTI: "Sono completa-mente d'accordo. Bisognerebbe
aiutare e finanziare questa ricerca e, anzi, la definizione di "interesse
nazionale" non mi interessa, per me non esiste e non deve c'entrare con
le scelte dei finanziamenti. I criteri andrebbero rivisti, perché per
me quello che conta è sempre e solamente, come dicevo prima, quello che
hai da dire, opera prima o no! Il problema è trovare altra gente disposta
a finanziarti, perché poi il criterio di scelta è sempre personale e,
comunque, prima o poi un criterio deve essere definito e una volta presa
una responsabilità bisogna portarla fino in fondo!"
KMX: Puoi dare un consiglio
ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera?
MIMMO CALOPRESTI: "Mah,
guarda, io sconsiglio vivamente le scuole... dico invece ai ragazzi...
e intendo sempre quelli che sentono di avere qualcosa da dire, prendete
e andate sui set, rompete le scatole a qualcuno, magari, ma guardate le
cose come accadono realmente. Provate con tutte le forze a introdurvi
sul set e state lì a guardare e imparate!"