XX BERGAMO FILM METTING
9 - 17 marzo 2002



Presentazione
- Bergamo Film Meeting compie vent'anni. Non possiamo dire: sembra ieri che abbiamo cominciato. Non lo diciamo perché sono stati vent'anni intensi, pieni di iniziative, di programmi, di edizioni importanti, vent'anni in cui si è venuto costruendo un rapporto profondo con il pubblico, vent'anni di lavoro appassionato per organizzare il Meeting e di lavoro quotidiano per continuarlo oltre i giorni delle proiezioni, per acquisire film e distribuirli. Insomma, vent'anni passati a far sì che il Meeting diventasse quello che si voleva che fosse.
La linea programmatica era indicata chiaramente da Sandro Zambetti fin dall'introduzione al catalogo della prima edizione, nel 1983: "Un ennesimo festival? Un'altra rassegna fra le tante che si propongono di portare alla ribalta cinematografie poco conosciute, autori ingiustamente trascurati, esperienze innovative, fenomeni e tendenze emergenti da un panorama di cui troppo spesso si colgono solo i tratti più superficiali e scadenti? Diciamo subito che Bergamo Film Meeting non è e non vuole essere - con tutto il rispetto per le altre manifestazioni che hanno per oggetto il cinema - niente del genere. Senza la pretesa di qualificarsi come frutto di un particolare sforzo inventivo, né tantomeno, di mettersi in concorrenza con chicchessia nella caccia alle "scoperte" più o meno clamorose. La sua sola ambizione, se così si può chiamare, è quella di servire a qualcosa sul piano pratico, a sostegno di un'azione che già vede impegnato un ampio e articolato complesso di forze, ma che difetta ancora di punti di riferimento atti a renderla più organica e incisiva".
Scopo del Meeting: "servire a qualcosa sul piano pratico". Cioè: servire a far conoscere registi, film, cinematografie, movimenti. E farli conoscere, questi film e autori trascurati dal mercato distributivo commerciale, non soltanto ai tanti e tanti spettatori che hanno frequentato lungo questi vent'anni le sale del Capitol, il cortile della Biblioteca Caversazzi, quando le edizioni si tenevano in luglio e la sera si proiettavano i film all'aperto, e infine la sala dell'Auditorium. Farli conoscere anche ad altri pubblici, a quel grande pubblico che in tutta Italia frequenta le sale d'essai, dei cineclub, delle Università, delle istituzioni culturali, dei cineforum. Insomma: si è trattato di pensare il Meeting e poi di farlo per vent'anni di fila non come fine a se stesso, con i suoi otto o nove intensi giorni di proiezioni, punto e basta; si è trattato piuttosto di pensarlo e di realizzarlo come momento forte di un percorso ben più lungo, articolato e continuativo. Pensarlo, per fare l'esempio a noi più vicino, come abbiamo fatto lo scorso anno, quando i film di Jacques Démy e Au hasard Balthazar di Robert Bresson, presentati al Meeting, hanno poi preso la strada del circuito culturale e sono stati proiettati, e continueranno a esserlo, in giro per l'Italia, ovunque ci sia un gruppo di appassionati (e possiamo assicurarvi che sono molti più di quanti si possa pensare) che ama il cinema e i film e che aspetta soltanto che nuove e vecchie pellicole siano messe a disposizione di chi vuole conoscere, vedere e sapere.
In programma, per festeggiare i vent'anni, non c'è niente di particolare. Non ci sono feste, o celebrazioni, o dibattiti, o tavole rotonde. Non c'è niente di tutto questo perché anche quest'anno è già un miracolo che ci sia il Meeting. Poteva anche succedere che non ci fosse più, o che sopravvivesse in forma ridotta, minimale. Come ben sapete, i finanziamenti per le manifestazioni culturali sono sottoposti a riduzioni e tagli. Che il Meeting, in una diffusa situazione di difficoltà, resista e continui, insista nel mostrare film e poi nel distribuirli, tutto questo assume oggi una valenza che ha sempre più dello straordinario. La coperta è corta e se la si tira da una parte ne resta scoperta un'altra. I finanziamenti per le iniziative culturali sono, in Italia, una coperta corta.
Eppure noi andiamo avanti e speriamo che prima o poi vengano tempi migliori, tempi in cui l'esercizio della cultura, anche cinematografica, sia riconosciuto come importante e decisivo, in un'epoca in cui il potere dell'immagine e del racconto per immagini va continuamente crescendo. Dunque, aspettiamo e vediamo. E pazienza se non possiamo festeggiare i nostri vent'anni con una bella retrospettiva o con un superprogramma. Che poi non è detto che una bella festa o una qualche manifestazione non si possa fare magari più in là nell'anno, quando ci venissero attribuiti, chissà, dei fondi che finora sono soltanto promessi. Non è detto che non si possa, forse in autunno, fare qualcosa per celebrare degnamente i vent'anni di Bergamo Film Meeting, di un'impresa che ha significato conoscere registi, diffondere film classici e attuali, scoprire autori, pubblicare cataloghi e libri.
Sta diventando tradizionale inserire in questa introduzione una frase celebre di un qualche pensatore o di un uomo di cinema, frase che possa venire collegata con la nostra situazione e che ci sia di qualche conforto. Abbiamo cominciato con una semplice e utile indicazione del gesuita spagnolo del Seicento Baltasar Gracián: "Non lamentarsi mai". Poi è stata la volta di Jerry Lewis e della sua magnifica lezioncina di vita: "Piuttosto che sognare un meraviglioso futuro, meglio costruirsi giorno dopo giorno un discreto passato". Non vogliamo perciò lamentarci neppure in questa occasione e insistiamo anche con questa ventesima edizione a costruirci un discreto passato. In più ci ispiriamo quest'anno a una secca e netta confessione di un grande della storia del pensiero come Baruch, ovverosia Benedetto, Spinoza: "Io proprio non posso sopportare le polemiche". Niente polemiche sui tagli ai finanziamenti. L'appartato Spinoza scriveva i suoi libri e, per vivere, molava perfette lenti per cannocchiali. Noi, nel nostro piccolo, presentiamo film, costruiamo utili cataloghi, lavoriamo tutto l'anno per allargare i confini del Meeting. Niente polemiche. Vorremmo soltanto, e non ci sembra di pretendere troppo, che i risultati che il Meeting ha raggiunto in questi suoi primi vent'anni, fossero finalmente presi in seria considerazione. Al di là dei pur significativi e graditi riconoscimenti ufficiali della loro utilità pubblica.
BERGAMO FILM MEETING - presidente Sandro Zambetti, direttori Emanuela Martini e Angelo Signorelli, segreteria Fiammetta Girola - è realizzato con il contributo di:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Direzione Generale per il Cinema
Regione Lombardia - Direzione Generale Culture, Identità e Autonomie della Lombardia
Comune di Bergamo
Provincia di Bergamo
Commissione Europea - Media Programme
con il sostegno di:
The British Council
L'Eco di Bergamo
Credito Bergamasco.
con la collaborazione di:
British Film Institute
Rai Cinema
Scuola Nazionale di Cinema - Cineteca Nazionale
Magyar Filmunio
Annecy Cinéma Italien
Cineteca Griffith di Genova

BERGAMO FILM MEETING è socio fondatore e membro attivo dell'E.E.I.G. (European Economic Interest Grouping) "European Coordination of Film Festivals", riconosciuta dalla Comunità Europea.

BERGAMO FILM MEETING cura la pubblicazione del catalogo generale e del volume dedicato a Béla Tarr; il volume Colpire al cuore: Bergamo nel cinema è pubblicato con il contributo de L'Eco di Bergamo.

Le proiezioni si tengono all'Auditorium di Piazza della Libertà e al cinema Studiocapitol, via Tasso 41.
E' prevista la traduzione simultanea in cuffia.
Il biglietto per ogni singola fascia giornaliera (mattino, pomeriggio, sera) costa 4 euro.
La tessera per tutte le proiezioni costa 20 euro, con riduzione a 15 euro per i soci delle associazioni cinematografiche e Noi Club, Touring Club Italiano. La tessera dà diritto a ricevere i tre cataloghi editi da BERGAMO FILM MEETING 2002.

l'Ufficio stampa
Marzia Milanesi
Bergamo, 28 febbraio 2002
v MOSTRA - CONCORSO

Les Beaux lendemains de Téhéran di Reza Khatibi, Iran 2001

Un giovane iraniano che è stato lontano per quindici anni dal suo paese ritorna in patria con una troupe per girare un documentario. All'inizio, il giovane regista è disorientato e anche deluso, poi comincia a trovare il modo per aprirsi, ascoltare, capire. Sguardi su un Iran che cambia. E insieme sguardi su un Occidente che rimette in questione i propri valori.


H3 di Les Blair, Gran Bretagna 2001

Irlanda del Nord. Seamus e Claran sono amici fin dall'infanzia, uniti dalla fede nell'indipendenza della loro terra. Questo loro impegno li porta dietro le sbarre del carcere di Maze. Nel blocco H3, il freddo, la fame, la paura hanno ridotto i prigionieri ad un punto di estrema debolezza. Ma la rivolta sta per scoppiare. Les Blair, cresciuto alla scuola di Mike Leigh, racconta con lucidità una storia di resistenza e coraggio.


Libre circulation di Jean-Marc Moutout, Francia, Belgio 2001

Romain ha trent'anni e non trova lavoro. Così decide di improvvisarsi camionista. Il suo primo viaggio ha come meta Varsavia. Il suo camion è pieno di scatoloni con computer e altre apparecchiature informatiche. Quando arriva in Polonia, gli rubano il camion. Perso e senza un soldo, cerca di uscire in qualche modo da questa storia. Forse l'incontro con la bella Malgosia potrà essergli utile. Un road-movie europeo.


Torzók (Abbandonato) di Árpád Sopsits, Ungheria 2001

1960, pochi anni dopo i fatti di Budapest. Áron, un bambino di nove anni, vede i genitori dividersi. Il giudice lo affida al padre che decide di metterlo in un collegio. Piccole e grandi crudeltà segnano i giorni di Áron. Gli istitutori sono confinati lontano dal mondo dal regime e si sfogano sui giovani ospiti. Un film autobiografico con echi del "Giovane Törless", firmato da uno dei maggiori registi ungheresi.


Plus haut (Più alto) di Nicolas Brevière, Francia 2002

Quattro storie di donne, che si contrappuntano come quattro stagioni nei racconti di amori, amicizie, ambizioni e finiscono con il comporre un quadro variegato dell'universo femminile. Una giovane donna che ha scelto di dedicarsi esclusivamente all'uomo della sua vita, un'attrice ambiziosa, una sognatrice pasticciona, una dottoressa sconvolta da una diagnosi sbagliata. Brevière percorre sentieri e registri diversi, dal drammatico al comico, in un girotondo elegante e intrigante, giocato mescolando la casualità degli eventi.
Una bellezza che non lascia scampo di Francesca Pirani, Italia 2001

Una giovane musicista, dalla vita apparentemente priva di incrinature, nasconde in realtà una profonda depressione, una rassegnazione alla norma, un appiattimento affettivo. L'incontro con un uomo dalla personalità forte e complessa la porta alla riscoperta di un mondo di fantasia e di affetti che aveva perduto da tempo. La regista, già "aiuto" di Marco Bellocchio, oltre che attrice e sceneggiatrice, offre il ritratto di una crisi esistenziale che si sviluppa secondo una struttura non strettamente narrativa, seguendo le tracce emozionali della protagonista.

v BÉLA TARR

La personale che Bergamo Film Meeting organizza ogni anno su un autore di rilevanza internazionale ma poco conosciuto in Italia è dedicata quest'anno al regista ungherese Béla Tarr. Nato nel 1955, Tarr ha fatto l'operaio in un cantiere navale, poi il portiere di una casa della cultura, infine ha seguito i corsi della Scuola di Arte Teatrale e Cinematografica di Budapest. Tarr si è segnalato fin dalle sue prime opere come uno dei più importanti autori del suo paese per l'intensità della costruzione drammatica, per lo sguardo impietoso, per la radicalità della messinscena. Il suo primo film è del 1977, Nido familiare, la storia di una famiglia costretta a vivere in un monolocale. Seguono L'outsider, rappresentazione di un disadattamento sociale (1980), Rapporti prefabbricati, la storia di una crisi di coppia (1982) e Almanacco d'autunno (1984), un ritratto crudele di cinque personaggi che si contendono l'affetto, ma soprattutto il denaro di una donna (il film è stato presentato l'anno dopo in concorso a Bergamo Film Meeting). I successivi film segnano un crescendo di ricerca espressiva, di riflessione estetica e di approfondimento tematico. "Tutti i miei film parlano, in forma diversa, dei sistemi di relazioni umane, dei rapporti fra individui, degli interessi, dei sentimenti". È questa severa esplorazione di un paesaggio umano fosco, tragico e senza speranza che caratterizza Perdizione (1987), Sátántangó (1991-1994) e Le armonie di Werckmeister (2000). In queste opere, "mostruose" anche nella loro durata (Sátántangó supera le sette ore), è la banalità del vivere ad essere messa impietosamente sullo schermo. Dice Tarr: "Metto in cinema la banalità che caratterizza la vita di tutti i giorni, le cose insignificanti che soffocano la nostra vita. La banalità è il prodotto "intellettuale" della produzione merceologica che abbraccia tutto il nostro mondo". La rivelazione della banalità e della disperazione prende in Béla Tarr la forma della meditazione, dell'osservazione lenta, dell'ossessione esasperata: di un cinema che non ha eguali nel panorama contemporaneo per forza allucinata e prepotenza di sguardo.
L'incontro con il regista, presente al Festival, è previsto per la mattinata di sabato 16.
La personale completa è organizzata in collaborazione con Magyar Filmunio di Budapest.

La Personale Béla Tarr proposta da Bergamo Film Meeting è la prima tappa della "Stagione Culturale Ungherese in Italia", promossa, per quanto riguarda il cinema, dalla Magyar Filmunió, e inserita in un più ampio progetto di promozione della cultura ungherese in Italia nel corso del 2002.

I 7 film della Personale:


Nido familiare / Családi tüzfészek (1977)

Irén e Laci, giovani sposi, sono costretti a vivere in un monolocale in compagnia dei genitori del marito. La tensione è sempre molto alta e le discussioni frequenti e spesso violente. Alla fine la donna se ne va via con la bambina e si trasferisce in una casa abbandonata. Un film che ben rappresenta i problemi della società ungherese, in particolare la cronica mancanza di alloggi.

L'outsider / Szabadgyalog (1980)

È la storia del giovane "Beethoven", del fratello più giovane, dei loro amici e dei loro amori, con tanta musica. Beethoven si sforza di costruire una rete di rapporti umani. I suoi insuccessi sono dovuti in parte al fatto che egli in generale rifiuta l'ordine dei valori stabiliti. Il ritorno del fratello, che ha lavorato come operaio nella RDT, e l'incontro con colei che diventerà sua moglie, Kate, gli cambiano la vita…

Rapporti prefabbricati / Panelkapscolat (1982)
Due persone sposate da nove anni, che hanno due figli, e vivono comodamente in un appartamento arredato. Ma un bel giorno il marito fa le valige e se ne va, abbandonando la famiglia e tutto quanto aveva vissuto fino a quel momento senza dire praticamente nulla. La giovane donna non capisce e, rimasta sola, si mette a passare in rassegna la loro vita di coppia. Il ritratto di una società in via di cambiamento.

Almanacco d'autunno / Öszi almanach (1984)
Hédi è una signora anziana che vive in un bell'appartamento spazioso in compagnia del figlio János. Anna, un'infermiera che si prende cura di Hédi, abita nello stesso appartamento in compagnia dell'amico Miklós, che si è installato da poco. Un giorno János conduce con sè l'amico Pál, un professore senza dimora. János è a casa raramente: il più delle volte ritorna solo per chiedere denaro alla madre. Tutti, alla fine sono interessati al denaro di Hédi e, tra loro, scoppia una vera e propria guerra.

Perdizione / Kárhozat (1987)

Kerrer vive da anni come tagliato fuori dal mondo, lontano da tutto, vagabondando senza meta, sotto una pioggia incessante, e chiudendo invariabilmente le sue giornate nella medesima taverna. Un giorno decide di coinvolgere nei suoi loschi affari il marito della cantante del Bar Titanic, per poter così avvicinare la giovane donna. Sembra dapprima riuscire nel suo intento, ma alla fine ne uscirà sconfitto.

Sátántangó / id. (1994)
Un capolavoro che dura più di sette ore in una proiezione speciale in versione originale con sottotitoli italiani. Giovedì 14 marzo, Cinema Studiocapitol.
La storia è ambientata nella grande pianura ungherese dove tutto è orizzontale, dove gli insediamenti abitati sono a grande distanza l'uno dall'altro. I personaggi del racconto vivono in un edificio abbandonato che conteneva un tempo macchinari agricoli. Per loro tutti i valori che avrebbero potuto indirizzare la loro esistenza hanno cessato di esistere. Tutto è stato distrutto dal tempo e dai progressivi cambiamenti delle stagioni. Il senso di desolazione che paralizza tutto è rotto da un unico desiderio, forte e imperioso, quello di fuggire. Stanno tutti aspettando l'arrivo di un messia che li faccia uscire dalla loro complicata vita quotidiana, che li assolva dai loro peccati.
Le armonie di Werckmeister / Werckmeister Harmóniák (2000)

Una piccola città della pianura ungherese, a venti gradi sotto zero. Nonostante il freddo centinaia di persone stazionano attorno ad un enorme camion parcheggiato in mezzo alla piazza, dove aspettano di vedere l'attrazione principale, la carcassa imbalsamata di una vera balena. La gente sta arrivando da ogni luogo del Paese, e questo strano stato delle cose disturba l'ordine della piccola città. I rapporti umani vengono sconvolti, i personaggi ambiziosi della storia danno la sensazione di ricavare vantaggi dalla situazione, mentre la popolazione, condannata alla passività, cade in una profonda incertezza. La tensione cresce in maniera insopportabile fino all'esplosione a causa della figura del Principe, un uomo misterioso che non mostra il suo volto e si tiene nascosto dietro la balena.


v COLPIRE AL CUORE: OMAGGIO A PAOLO VALMARANA

Paolo Valmarana è stata figura chiave nel panorama cinematografico italiano degli anni Settanta: produttore, critico, ideatore di serie televisive, sceneggiatore, scrittore e fondatore con Ermanno Olmi di Ipotesi Cinema.
A lui Bergamo Film Meeting dedica un doveroso omaggio.
A partire, in occasione dei suoi vent'anni, da uno dei film da lui prodotti e tra i più importanti degli anni Ottanta, Colpire al cuore (1982) di Gianni Amelio, riproposto in una copia appositamente restaurata dalla Scuola Nazionale di Cinema - Cineteca Nazionale di Roma.
Saranno inoltre riproposti alcuni dei film prodotti e scritti da Valmarana: Yerma di Marco Ferreri (1977), L'albero degli zoccoli di Ermanno Olmi (1978), Prova d'orchestra di Federico Fellini (1979), La notte di San Lorenzo dei Taviani oltre ad alcuni film realizzati da Paolo Valmarana e Ermanno Olmi nell'ambito di Ipotesi Cinema.
Per l'occasione critici, cineasti, rappresentanti Rai, amici e collaboratori saranno presenti a una tavola rotonda sul lavoro di Valmarana come produttore di cinema all'interno della televisione.
Alla tavola rotonda, prevista per il pomeriggio di sabato 16, parteciperanno, tra gli altri, Ermanno Olmi, Paolo e Vittorio Taviani, Lina Nerli Taviani, Mario Brenta, Maurizio Zaccaro.
Nel pomeriggio di giovedì 14 avrà luogo un incontro con Gianni Amelio su Colpire al cuore.
L'iniziativa è organizzata in collaborazione con Rai Cinema e Scuola Nazionale di Cinema - Cineteca Nazionale di Roma.


Paolo Valmarana (Vicenza 1928 - Roma 1984), produttore, sceneggiatore, critico e saggista cinematografico, si è occupato anche di narrativa e critica d'arte.
All'interno della Rai è stato giornalista del telegiornale, capo ufficio stampa, direttore dei programmi culturali radiofonici, capostruttura di Raiuno, occupandosi in particolare di acquisto, produzione e programmazione cinematografica. Ha collaborato intensamente anche con il settore cinema della Biennale di Venezia. Tra i programmi da lui curati e prodotti ricordiamo: "Arti e scienze", "Per voi giovani", "Buon pomeriggio", "Dalla vostra parte", "Bontà loro", "Film Dossier"; tra i film, Yerma di Marco Ferreri, Le mani sporche di Elio Petri, Prova d'orchestra di Federico Fellini, La notte di San Lorenzo e Kaos di Paolo e Vittorio Taviani, Sogni d'oro di Nanni Moretti e Colpire al cuore di Gianni Amelio.

I 6 film dell'Omaggio:


L'albero degli zoccoli (1978) di Ermanno Olmi

La vicenda si svolge tra l'autunno del 1897 e la primavera del 1898, in una cascina della bassa bergamasca, dove vivono quattro famiglie, impegnate nella campagna per conto del padrone, proprietario della terra, a cui appartengono anche parte del bestiame e degli attrezzi agricoli. Gli avvenimenti che interessano gli abitanti della cascina in quest'arco di tempo si succedono strettamente intrecciati, sotto il segno della partecipazione di tutti alle vicende di ognuno.


Il gabbiano (1977) di Marco Bellocchio

Trigorin, letterato affermato, è un uomo triste e disilluso. Irina, sua ex-amante, è un'attrice di successo, gelosissima della sua celebrità e della sua ricchezza. Durante uno dei loro soggiorni in una villa di campagna le loro vite si intrecciano con quelle di Nina, aspirante attrice infatuata di Trigorin, e di Costantin, figlio di Irina, che vorrebbe trovare fortuna come scrittore. L'insuccesso della sua prima commedia segna il crollo di tutte le sue speranze. Nina, delusa, segue a Mosca Trigorin, il quale la seduce e quindi l'abbandona subito dopo. Tornata nella tenuta di campagna, Nina rifiuta un'altra volta la proposta di matrimonio di Costantin, che finisce con l'uccidersi. Tratto dall'omonimo lavoro teatrale di Anton Cechov.


La notte di San Lorenzo (1981) di Paolo e Vittorio Taviani

Nella notte stellata di un dieci di agosto dei giorni nostri una voce di donna racconta a un bambino quanto avvenne la stesa notte di tanti anni addietro. Nell'estate del 1944, la campagna toscana è percorsa dal terrore delle ultime fasi della guerra. Nel paese di San Miniato, le case sono già state fatte tutte minare. I tedeschi convincono il vescovo a radunare tutta la popolazione nella chiesa allo scopo, così dicono, di tenerli al riparo. La maggioranza di loro, pur fra incertezze ed esitazioni, accetta. Tuttavia Galvano, fiero contadino, fiuta l'inganno e, con una parte dei suoi compaesani, decide di fuggire per i campi, incamminandosi nella direzione da dove, si spera, arriveranno gli anglo-americani.


Prova d'orchestra (1979) di Federico Fellini.

In una cappella duecentesca, da secoli trasformata in sala da concerto per la sua ottima acustica, l'anziano bidello dispone gli spartiti sui leggii, indica la presenza di trombe e di ritratti di musici, dichiara che tra un anno andrà in pensione. Arrivano i musicanti: i più anziani per primi, con abbigliamenti tradizionali; seguono i più giovani, con jeans e capelli lunghi. Viene annunciato che alle prove sarà presente la televisione e che verranno effettuate delle interviste. Una enorme palla per demolizioni abbatte un muro. In mezzo al polverone, gli intimiditi musicisti riprendono gli strumenti. Il direttore può finalmente indurli all'esecuzione della sinfonia prevista. Al termine, incomincia a blaterare, prima in italiano e poi, con foga crescente, in un tedesco vagamente hitleriano.

Colpire al cuore (1982) di Gianni Amelio

Dario è un professore universitario cinquantenne e suo figlio Emilio studia al liceo classico. Una domenica, nella casa di campagna della nonna, a Bergamo, ricevono la visita inaspettata di Sandro e della sua compagna Giulia, con il loro bambino di pochi mesi. Una sera, tornando a casa in tram, Emilio si ferma sul luogo di uno scontro a fuoco nel centro di Milano. Oltre a due carabinieri morti, sull'asfalto è riverso il cadavere di Sandro. Sandro era un terrorista. Emilio è spaventato, teme che qualcuno possa implicare la sua famiglia, vorrebbe parlarne con il padre. Ma Dario quella sera è assente, perciò Emilio si presenta al posto di polizia per dire quello che sa del giovane ucciso. La mattina dopo, Dario viene convocato e interrogato. Quando padre e figlio tornano a casa, qualcosa tra loro si è incrinato.
Il film è proposto in un'edizione restaurata a cura della Scuola Nazionale di Cinema - Cineteca Nazionale.


Yerma (1978) di Marco Ferreri

Yerma è una sposa tormentata dal desiderio di avere un figlio e dal timore della sterilità. Quando scopre, nel corso di un pellegrinaggio, che il marito non ha mai voluto figli e che gli basta la tranquillità di una casa e una donna, lo uccide. Yerma aveva appena rifiutato sdegnosamente una possibilità di adulterio, così, quando la gente si avvicina, lei l'accoglie gridando "Ho ucciso mio figlio! Io stessa ho ucciso mio figlio!", con ciò assumendosi e allo stesso tempo affermando la ferrea fedeltà all'istituto matrimoniale. Dal testo di Federico García Lorca.

I cortometraggi

Via Scarlatti 20 di Markus Imhof (1984)
La bomba di Giacomo Campiotti (1985)
Robinson in laguna di Mario Brenta (1985)

L'Eco di Bergamo per Bergamo Film Meeting 2002
Ventesima edizione della Mostra Internazionale del Cinema d'Essai

In occasione del ventennale di Bergamo Film Meeting, una delle più importanti manifestazioni cinematografiche italiane, L'Eco di Bergamo è lieto di partecipare alla realizzazione di un prestigioso volume che racconta la storia del cinema a Bergamo. Il volume uscirà in due formati uno dei quali verrà distribuito anche in edicola, abbinato al quotidiano.
Si tratta di un'opera unica nel suo genere che riassume in sé diversi significati e che vuole celebrare, oltre a quello del Meeting bergamasco, anche il ventennale del film di Gianni Amelio Colpire al cuore, girato per una buona metà a Bergamo, al quale è dedicata la prima parte del volume.
Il testo comprende uno scritto del regista Gianni Amelio con il racconto della sua scoperta di Bergamo, la sceneggiatura del film e il "Il diario di Emilio" di Gianni Amelio e Vincenzo Cerami che costituì il primo abbozzo della storia da cui sarebbe poi nato il film. Seguono poi un ritratto di Paolo Valmarana, critico cinematografico, scrittore e soprattutto mitico produttore, all'interno della Rai, di alcuni dei migliori film italiani degli anni Ottanta, tra cui Colpire al cuore e L'albero degli zoccoli e cofondatore con Ermanno Olmi di "Ipotesi Cinema", la scuola di Bassano. A questa prima parte generale segue una seconda che racconta la storia del cinema fatto a Bergamo e i suoi protagonisti, con la figura di Olmi in primo piano e una carrellata storica - dal muto ai nostri giorni - dei film girati nella nostra città. Un volume quindi, che cerca di inserire la storia locale nel più ampio panorama della produzione nazionale che farà bella mostra nelle biblioteche di tutti gli appassionati di cinema.

v A MIDNIGHT DIRECTOR: OMAGGIO A ROY WARD BAKER


Nella scia dei midnight movies proposti negli ultimi anni dal festival, un regista di mezzanotte: Roy Ward Baker.
Londinese purosangue, Roy Ward Baker nasce nella capitale britannica il 19 dicembre del 1916. Dopo gli studi, compiuti sia in Inghilterra che in Francia, trova lavoro alla Gainsborough, dove diventa aiuto-regista a partire dal 1934. Allo scoppio della guerra, viene incaricato dall'esercito di girare documentari. Suo diretto superiore, in quegli anni, è lo scrittore Eric Ambler, che ritroverà dopo la guerra in qualità di suo sceneggiatore per un paio di riuscitissimi thriller.
Nel 1947 dirige il suo primo lungometraggio, sceneggiato da Ambler. The October Man (Prigioniero della paura) è un noir tesissimo, in cui sono già presenti, e alla grande, alcuni dei suoi temi e stili successivi: un attento studio della follia umana e il dubbio, se non il terrore, da parte dell'anti-eroe di non essere completamente padrone dei propri atti vengono messi in scena con uno stile asciuttissimo, per certi versi influenzato dal noir americano di quegli anni ma, sicuramente, debitore dei trascorsi documentaristici del regista. È proprio tale stile "documentarisitico" a far guadagnare a Baker la taccia, da parte della critica dell'epoca, di mancanza di uno stile personale. Eppure, a vederli oggi, i film della sua prima stagione risultano autentici gioielli di narrazione, sia i thriller del suo periodo americano (primo fra tutti Don't Bother to Knock (La tua bocca brucia, 1952), in cui appare una straziante, meravigliosa interpretazione di Marilyn Monroe nei panni di una schizofrenica), che il suo "ritorno inglese", A Night to Remember (Titanic, latitudine 41° Nord). Quest'ultimo film in particolare deve la sua riuscita proprio all'approccio cronachistico con cui viene narrato l'affondamento della celebre quanto sfortunata nave. Non a caso, le poche sequenze che si salvano del recente polpettone cameroniano Titanic sono, a detta dello stesso regista americano, palesi ricopiature dell'originale bakeriano.
Nel 1961 realizza un curioso western, The Singer Not the Song (Il coraggio e la sfida). Ambientato in un villaggio del Messico e girato quasi interamente negli studi londinesi di Elstree, è un mélo a tinte fortissime nel quale, in un'ambientazione alla "Il potere e la gloria", l'amicizia tra un sacerdote irlandese e un bandido nerovestito (rispettivamente, i due bravissimi John Mills e Dirk Bogarde) assume contorni sempre più ambigui, fino a diventare, come ha osservato qualcuno, una sorta di "Duello al sole" in versione omosessuale.
Dopo alcuni film di genere, tra i quali The Valiant (L'affondamento della Valiant, 1962), dramma bellico di coproduzione anglo-italiana, e dopo aver esordito nel mondo della televisione (al suo attivo, tra l'altro, diversi episodi delle serie di culto Agente speciale e Simon Templar), Baker approda alla Hammer, dirigendo il miglior episodio della serie Quatermass. Quatermass and the Pit (L'astronave degli esseri perduti, 1967) è un curioso mélange di fantascienza, filosofia e teorie del complotto, la cui ambientazione "quotidiana" (i lavori nella metropolitana di Londra) non fa che rendere più efficace il suo effetto perturbante. Per la Hammer Baker dirige, nel corso degli anni, alcuni dei suoi titoli più interessanti: The Anniversary (1968), dramma familiare in cui giganteggia una Bette Davis in versione dominatrice e "monoculare"; Vampire Lovers (Vampiri amanti, 1970), prima, e più riuscita, versione del racconto "Carmilla" di Sheridan Le Fanu; Dr. Jekyll and Sister Hyde (Barbara, il mostro di Londra, 1971), in cui il celeberrimo medico stevensoniano si trasforma in una bella ragazza, non meno micidiale tuttavia che nelle precedenti versioni "classiche"; Asylum (La morte dietro il cancello, 1972), primo di una serie di horror a episodi.
Fra gli anni '70 e gli '80, Baker dirada sempre più i suoi impegni cinematografici, in favore di una più intensa attività televisiva (fra le altre serie cui mette mano, Attenti a quei due). Suo ultimo film destinato alle sale è il gustosissimo The Monster Club (Il club dei mostri, 1980), un altro horror a episodi che segna una divertita rimpatriata fra alcuni mostri sacri del genere come Vincent Price, John Carradine e Donald Pleasance. In televisione, il suo prodotto più riuscito è The Mask of the Death (La maschera della morte, 1984), uno "Sherlock Holmes apocrifo" che si distingue per le efficaci atmosfere e per l'azzeccato casting di Christopher Lee e John Mills nei rispettivi panni del detective e del dottor Watson.

La retrospettiva è organizzata in collaborazione con il British Film Institute di Londra, il British Council di Londra, Roma e Milano, e la Cineteca Griffith di Genova.


I 9 film dell'Omaggio:

The October Man (Il prigioniero della paura, 1947, 98')
Flame in the Street (1961, 93')
The Singer not the Song (Il coraggio e la sfida, 1961, 129')
Quatermass and the Pit (L'astronave degli esseri perduti, 1967, 97')
The Anniversary (L'anniversario, 1968, 95')
The Vampire Lovers (Vampiri amanti, 1971, 88')
Scars of Dracula (Il marchio di dracula, 1970, 96')
Dr. Jekyll and Sister Hyde (Barbara, il mostro di Londra, 1971, 94')
Monster Club (Il club dei mostri, 1980, 97')

v CLASSICI RITROVATI RESTAURATI


Quella di riproporre capolavori della storia del cinema restaurati e acquisiti per il circuito culturale, è una proposta che sta molto a cuore a Bergamo Film Meeting. Nel 1998 il festival ha presentato e recuperato Repulsion di Roman Polanski, nel '99 è stata la volta di quattro capolavori del grande maestro danese Carl Theodor Dreyer: Du skal aere din hustru - conosciuto in Italia come Il padrone di casa o L'angelo del focolare - Vredens dag (Dies Irae, 1943), Ordet (1954) e Gertrud (1964), l'ultimo film del maestro.
Nel 2000 sono stati proposti altri due film: sempre di Dreyer, La passion di Jeanne D'Arc, uno dei capolavori assoluti del cinema di tutti i tempi, e Pickpocket, una delle opere più interessanti ma meno conosciute di Robert Bresson: ancora Robert Bresson nel 2001 con Au hasard Balthazar.
E' la volta quest'anno di un altro capolavoro di Robert Bresson, il suo quarto film (1956) e il primo senza attori professionisti: Un condamné à mort s'est échappé.
Il film è ispirato al racconto autobiografico di André Devigny, condannato a morte dai tedeschi nel 1943 ed evaso dal forte di Montluc qualche ora prima dell'esecuzione.

Un condamné à mort s'est échappé di Robert Bresson (Francia, 1956, 95')
Il tenente Fontaine comincia a vivere al ritmo del carcere: scendere al bagno, scambiare qualche parola, tornare in cella… la vita scorre così per tutti. Ma Fontaine vuole lottare. Solo nella sua cella affila un cucchiaio, confeziona ganci con le molle del letto, corde con le lenzuola. In questa storia "senza ornamenti" come recita un cartello che precede l'avvio del film, il regista concentra la sua attenzione sul rapporto metafisico dell'uomo con la libertà, arrivando a costruire il film intorno "alla bellezza dell'uomo al lavoro, alla precisione rispettosa del gesto" (Rohmer): trasformare in utensili, in strumenti di evasione, gli oggetti quotidiani.


Un secondo titolo completa il programma di questa sezione: Beau Geste un classico del muto la cui proiezione (mercoledì 13) sarà accompagnata dal vivo dal pianista inglese Neil Brand, che già negli anni scorsi ha avuto modo di dimostrare la sua bravura e la capacità di dialogare, attraverso la musica, con la costruzione drammatica dei film.

Beau Geste di Herbert Brenon (Usa, 1926, 104')

Il film racconta la storia eroica di Beau Geste e dei suoi uomini della Legione Straniera. Beau Geste è una delle più ricche produzioni del periodo muto, costato oltre un milione di dollari, una cifra fenomenale per l'epoca. Herbert Brenon ha girato il film nel deserto dell'Arizona, in condizioni difficili, con molti imprevisti a turbare la lavorazione. Con questo film ha realizzato il suo capolavoro.

v IL CINEMA DELLE REGIONI MOTORE D'EUROPA

L'idea parte dal Festival del Cinema Italiano che si tiene ad Annecy, in Francia. Nel corso dell'edizione del 2000 di Annecy Cinéma Italien viene inaugurata una sezione dedicata ai cortometraggi girati in alcune grandi regioni europee, veri e propri motori d'Europa. Queste Regioni motore sono il Baden-Württemberg, la Catalogna, la Lombardia e la francese Rhône-Alpes. Al gruppo si aggiunge anche la Svizzera. Nel 2001, l'iniziativa si allarga ai lungometraggi. I film scelti vengono ora mostrati in un Festival che ha luogo in ciascuna delle Regioni rappresentate. Le manifestazioni che partecipano all'iniziativa sono: Annecy per Rhône-Alpes, Ginevra per la Svizzera, Tubingen per il Baden-Württemberg e Bergamo Film Meeting per la Lombardia. La Catalogna sceglierà in tempi brevi il suo Festival.
Il film che rappresenta la Lombardia nelle manifestazioni che si svolgono nelle altre Regioni d'Europa è Fuori dal mondo di Giuseppe Piccioni. Bergamo Film Meeting 2002 presenta Martha… Martha di Sandrine Veysset, patrocinato dalla Regione Rhône-Alpes, Lola, vende cà di Llorenç Soler per la Catalogna e Heinrich der sager di Klaus Gietinger, che rappresenta il Baden-Württemberg.
La presentazione dei film nelle varie Regioni vuole sollecitare i distributori dei singoli paesi ad acquisire i diritti per la circolazione. Ciascuna Regione mette infatti a disposizione una somma di circa 23.000 euro per la stampa delle copie, i sottotitoli e la promozione del film al momento dell'uscita nelle sale.
Giovedì 14 avrà luogo un incontro dedicato al progetto "Il cinema delle Regioni motore d'Europa".
L'iniziativa è organizzata in collaborazione con Annecy Cinéma Italien.
I film:

Martha… Martha di Sandrine Veysset (Francia, 2001)
Martha vive giorno per giorno, prigioniera del passato. Un giorno torna dalla sorella alla ricerca delle tracce di un trauma infantile. Un film sull'infanzia negata, sulla famiglia e sull'amore materno. Regia tesa e partecipe di Sandrine Veysset, già autrice di Ci sarà la neve a Natale?

Lola, vende cá di Llorenç Soler (Spagna/Catalogna, 2001)
Lola è una gitana ma la sua vera origine è sconosciuta. Cresciuta secondo le tradizioni gitane, sta per sostenere l'esame di maturità e vuole continuare a studiare anche contro la volontà della sua famiglia. Innamorata di Juan, Lola non sa se seguire il cuore mantenere un legame con i gitani. Tra finzione e documentarismo, un film che dà voce al popolo gitano.

Heinrich der säge (Heinrich il segatore) di Klaus Gietinger (Germania, 2001)
Kurt lavora nelle ferrovie. Da vent'anni si occupa di passaggi a livello e di scambi. Adesso rischia di perdere il lavoro perché le nuove linee ferroviarie commerciali stanno espandendosi. Kurt passa all'azione. Di notte sega pezzi di binario, poi dà l'allarme all'ultimo momento. Storia di un sabotatore dei nostri tempi, di un Robin Hood delle strade ferrate.
v ANTEPRIMA


Akai hashi noshitano nurui mizu / Acqua tiepida sotto un ponte rosso di Imamura Shohei.
(Giappone, 2001, 119') distr. BIM.

La storia è quella di Yosuke, un uomo di una quarantina d'anni, senza lavoro, che è appena stato abbandonato dalla moglie. Seguendo i consigli di un vecchio vagabondo, si reca in un villaggio nella penisola di Noto, dove, in una casa vicino ad un ponte rosso, sulla riva del fiume, una giara conterrebbe una statua di Budda in oro, rubata in un tempio di Kioto…
L'uomo non trova la Giara, ma incontra una donna, Saeko, che vive nella casa. Questa donna strana e cleptomane ha il potere di far sbocciare i fiori fuori stagione e di far risalire i pesci dal mare al fiume grazie all'acqua che secresce quando prova un intenso piacere carnale. L'uomo potrà così ritrovare la sua vitalità…
L'ultimo film di Imamura è un vero e proprio inno alla vita, una rappresentazione panteista della sessualità. L'anziano maestro non rinuncia ai temi a lui più cari, ma lo fa con leggerezza, con senso dell'humour, costruendo una commedia interpretata da tipi strani, ma portatori di un'umanità sconfinata.

Il film di un regista bergamasco
Passano i soldati di Luca Gasparini (2001, 58')

"Alla morte di mio padre venni in possesso del suo archivio di ricordi di guerra: Carlo era stato sette anni sotto le armi, da alpino, e aveva fatto la Francia, l'Albania e la ritirata di Russia. Era uno dei pochi ritornato vivo dalla disfatta. Nel suo archivio trovai diari, annotazioni, lettere, fotografie.
Attraverso le interviste a Revelli, Rigoni Stern e alcuni amici di Carlo, le immagini del viaggio in Russia, inediti materiali d'archivio di provenienza sovietica, e con la musica di Massimo Zamboni, il documentario racconta la storia della progressiva comprensione da parte di un figlio della vicenda del padre: un percorso che parte da una completa mancanza di comunicazione - a vent'anni, nel 1977, troppo grande era la distanza tra le visioni del mondo dei figli e dei padri - e giunge dopo una lunga strada a un profondo "capirsi" che riesce a superare differenti idee e scelte di vita". (Luca Gasparini)


Il programma

SABATO 9 MARZO

ore 15
OMAGGIO A VALMARANA
La notte di San Lorenzo di Paolo e Vittorio Taviani. Italia 1981, 106'
Nell'estate del 1944 un gruppo di persone è in fuga dal paese di San Miniato, che è stato minato dai tedeschi in ritirata. Il racconto è rievocato dalla voce di una donna che era bambina all'epoca dei fatti che si svolsero nella notte del 10 agosto, la notte di San Lorenzo. Tra memoria e rievocazione storica, un film in bilico sulle corde di una poetica tragica (la fratricida battaglia nel grano) ed un'elegia della piccola gente dai grandi sentimenti.

ore 17,30
BÉLA TARR
Hotel Magnezit, Ungheria 1978, 10', v. o. sott. francesi
Già in questo primo cortometraggio appaiono i temi cari al regista ungherese: l'ostilità e il senso di disperazione che sono alla base dei rapporti umani.
Rapporti prefabbricati, Ungheria 1982, 102', v. o. sott. francesi
Protagonista è una coppia; i due sono sposati da nove anni, hanno due figli, vivono comodamente nell'appartamento arredato. Ma un bel giorno il marito fa le valige e se ne va, abbandonando la famiglia e tutto quanto aveva vissuto fino a quel momento senza dire praticamente nulla. Perché? Cosa è successo? La giovane donna non capisce e, restata sola, si mette a passare in rassegna la loro vita di coppia.

ore 20,30
REGIONI MOTORE
Martha… Martha di Sandrine Veysset. Francia 2001, 97', v. o.
Martha si abbandona alla vita, la vive giorno per giorno. È il marito che affronta il peso del lavoro e segue le figlia negli impegni scolastici. Martha è prigioniera del passato, sembra inseguire un'amnesia impossibile. Cerca di dimenticare la sua vita di prima, ma vuole anche ritornare verso una sorella che da tempo ha abbandonato.

ore 22,30
MOSTRA CONCORSO
Libre circulation di Jean-Marc Moutout, Francia-Belgio 2001, 90', v. o.
Romain, trent'anni, disoccupato, decide di improvvisarsi camionista. Parte così, con un carico di attrezzature elettroniche per la Polonia. Appena arrivato a Varsavia però gli rubano il camion. Solo, senza conoscere la lingua, disperato, Romain viene avvicinato da un misterioso personaggio che sembra saperla lunga sulla sorte del suo camion. Forse l'incontro con la bella Malgosia potrà essergli utile. Un road-movie europeo.


DOMENICA 10 MARZO

ore 14,30
OMAGGIO A PAOLO VALMARANA
L'albero degli zoccoli di Ermanno Olmi. Italia 1978, 175'
In una cascina della bassa bergamasca, tra l'autunno del 1897 e la primavera del 1898, si svolge la vita di quattro famiglie di contadini alle prese con il durissimo lavoro dei campi. Il lavoro, gli amori, le piccole gioie e i grandi drammi, i conflitti e le gelosie in un affresco di alta poesia fatto di piccoli accadimenti quotidiani. Palma d'Oro al Festival di Cannes del 1978.

ore 17,45
MOSTRA CONCORSO
H 3 di Les Blair. Irlanda 2001, 87', v. o. sott. inglesi
Il blocco H3 del carcere nordirlandese di Maze è il più duro di tutte le carceri irlandesi. Qui vengono detenuti, tra gli altri, Seamus e Claran, due giovani amici uniti dall'ideale dell'indipendenza della loro terra. Le disumane condizioni di vita del carcere, il freddo, la paura, la fame fanno del carcere una polveriera pronta ad esplodere. Les Blair, cresciuto alla scuola di Mike Leigh, racconta con lucidità una storia di resistenza e coraggio.

ore 20,30
MOSTRA CONCORSO
Les beaux lendemains de Téhéran di Reza Khatibi. Iran 2001, 100', v. o. francese
Un giovane iraniano emigrato in Francia torna nel suo paese natale dopo quindici anni per girarvi un documentario. Ma l'iniziale entusiasmo si trasforma ben presto in delusione e amarezza di fronte alle impreviste difficoltà. A poco a poco però il regista trova il modo di scardinare le diffidenze della popolazione aprendosi all'ascolto e al dialogo. Uno sguardo disincantato su un Iran che cambia.

ore 22,30
BÉLA TARR
Almanacco d'autunno, Ungheria, 1984, 122', v. o. sott. francesi
Il film ruota tutto attorno a Hédi, una signora anziana che vive in un bell'appartamento spazioso in compagnia del figlio János. La donna è ricca e attorno a lei si svolge un balletto crudele e spietato tra cinque personaggi che, nessuno escluso, mirano ad impossessarsi delle sue richezze. Una commedia disincantata sulla sete di denaro, una trama intricata di tradimenti e guerre psicologiche.


LUNEDÌ 11 MARZO
ore 15
REGIONI MOTORE
Heinrich der säge (Heinrich il segatore) di Klaus Gietinger. Germania 2000, 94', v. o. sott. italiani
Kurt Grantke lavora nelle ferrovie. Sono vent'anni che si occupa di passaggi a livello e di scambi sulla linea locale, fa bene il suo lavoro e non vuole perderlo. Solo che adesso c'è proprio questo pericolo. Le nuove linee ferroviarie commerciali stanno espandendosi. Kurt le detesta ma non c'è molto da fare. O forse qualcosa da fare c'è. Kurt passa all'azione. Di notte sega dei pezzi di binario, poi dà l'allarme all'ultimo momento. Ma può anche capitare di fare uno sbaglio…

ore 17
BÉLA TARR
L'outsider, Ungheria 1981, 146', v. o. sott. francesi
Il film racconta una storia di tutti i giorni che si svolge in una piccola città sulla via dell'industrializzazione: nelle fabbriche, nei bistrot, alla sezione psichiatrica dell'ospedale, in appartamenti presi in subaffitto… È la storia del giovane "Beethoven", del fratello più giovane, dei loro amici e dei loro amori, con tanta musica. Personaggi che vivono ai margini di una società che sta cambiando, che vivono fuori dai valori ufficiali.

ore 20,30
ANTEPRIME
Che ora è laggiu? (Et là-bas quelle heure est-il?) di Tsai Ming-Liang, Francia/Taiwan 2001, 116', v. o. sott. inglesi
Hsiao Kang vende orologi nelle strade di Taipei. Qualche giorno dopo la morte del padre, incontra una ragazza, Shiang-Chyi, che il giorno dopo deve partire per Parigi. Hsiao Kang si rifugia nel ricordo di questa ragazza e cerca di avvicinarsi a lei regolando tutti gli orologi e le sveglie di Taipei sull'ora di Parigi. Laggiù, Shiang-Chyi affronta alcune peripezie che sembrano misteriosamente legate a Hsiao Kang. Uno dei più bei film di Cannes 2001.
In collaborazione con Istituto Luce.

ROY WARD BAKER
Dr. Jekyll and Sister Hyde (Barbara, il mostro di Londra). Gran Bretagna 1971, 97', v. o.
Il mito del doppio del romanzo di Robert Louis Stevenson incontra la leggenda di Jack the Ripper. Avvolto dalla nebbia della Londra vittoriana, l'horror più inquietante e ambiguo di Roy Baker. Interpretato da Ralph Bates e Martine Beswick, uno degli ultimi gotici fiammeggianti britannici.

MARTEDÌ 12 MARZO

ore 9,30
OMAGGIO A PAOLO VALMARANA
Yerma di Marco Ferreri. Italia 1978, 117', video
Yerma, donna tormentata dal timore della sterilità, scopre che il marito non ha mai voluto figli e lo uccide. Dal "poema tragico" di Federico García Lorca, un curioso tentativo di mescolare teatro, cinema e televisione. Un grandissimo monologo per voce femminile che Ferreri trasforma "nel sospiro corale" di un popolo: quello spagnolo oppresso dal franchismo.

ore 15
BÉLA TARR
Perdizione, Ungheria 1987, 116', v. o. sott. italiani
Karrer è un uomo che vive in solitudine. Passa il suo tempo osservando i vagoncini della teleferica che si allontanano all'orizzonte, o vagabondando senza meta, sotto una pioggia incessante, per chiudere invariabilmente le sue giornate nella medesima taverna. Un giorno decide di coinvolgere nei suoi loschi affari il marito della cantante del Bar Titanic; ma il suo scopo vero è la donna. Alla fine si ritroverà, ancora più solo, a sguazzare nel fango come un cane randagio.

ore 17,30
BÉLA TARR
Viaggio nella pianura ungherese, Ungheria 1995, 35', v. o. sott. francesi, video
Béla Tarr ritorna sui luoghi delle riprese di Sátántangó per rendere omaggio al poeta ungherese Sándor Petöfi (1823-1849) che ha cantato con grande lirismo la pianura ungherese e il suo amore per la moglie. La terra, insieme spirituale e materiale, luogo di nascita e di morte, è al centro del film, così come i turbamenti e l'erranza dell'amante malinconico, che annega i suoi dispiaceri nel vino.

PROIEZIONE SPECIALE
Passano i soldati di Luca Gasparini. Italia 2001, 57', video
Due storie importanti, intense, che per tanti anni corrono parallele, spesso lontane, soprattutto nella condivisione dei valori da dare alla vita, ma che alla fine si cercano, si incontrano, si abbracciano, si rispettano. E mentre il primo lascia carteggi e lettere, che spiegano le sue idee e le sue convinzioni, il secondo cerca nei racconti dei familiari, nei giudizi degli amici e nei libri di narrativa, quelli che trattengono la storia vissuta dal padre, il legame ideale o ideologico che poteva esserci tra i due, ma che per vari motivi non c'è mai stato.

ore 20,30
MOSTRA CONCORSO
Torzók (Abbandonato) di Árpád Sopsits. Ungheria 2001, 98', v. o. sott. italiani
Budapest, anni Sessanta. Alla separazione dei genitori il piccolo Áron, nove anni, viene affidato al padre che però decide di metterlo in collegio. Qui, in uno sperduto edifico in mezzo alla campagna, convivono una cinquantina di ragazzi e i loro istitutori, in un plumbeo clima di violenze e sopraffazioni. Un film autobiografico con echi del "Giovane Törless", firmato da uno dei maggiori registi ungheresi.

ROY WARD BAKER
Quatermass and the Pit (L'astronave degli esseri perduti). Gran Bretagna 1967, 97', v. o.
Terzo episodio del ciclo cinematografico della Hammer basato sulla celebre serie televisiva di Nigel Kneale. Realizzato a 12 anni di distanza dai film precedenti, un capolavoro della fantascienza "apocalittica" con forte venature horror. Londra e l'intera umanità vacillano davanti al Male che riemerge dalle viscere della metropolitana.

MERCOLEDÌ 13 MARZO

ore 9,30
OMAGGIO A PAOLO VALMARANA
Il gabbiano di Marco Bellocchio. Italia 1977, 132'
Konstantin vorrebbe fare fortuna come scrittore per conquistare la giovane attrice Nina. Questa però è infatuata del brillante Trigorin, letterato alla moda e di grande successo, che la seduce e l'abbandona. L'insuccesso della sua prima commedia getta Konstantin nella più cupa disperazione e l'ennesimo rifiuto di Nina lo porta al suicidio. Rielaborazione del celebre lavoro di Cechov in chiave psicoanalitica ambientata da Marco Bellocchio nella campagna veneta.

ore 15
BÉLA TARR
Macbeth, Ungheria 1982, 72', v. o. sott. inglesi, video
Adattamento della pièce di Shakespeare e realizzato per la Televisione ungherese, segna una svolta nell'opera di Béla Tarr. Solo due piani costituiscono il film, uno di 5 minuti, una sorta di incipit, e l'altro di 67 minuti, con la macchina da presa che insegue gli attori nella nebbia alla luce delle fiaccole, scoprendo le macchinazioni e i movimenti dei personaggi.
L'ultimo battello, Olanda/Ungheria 1990, 31' , v. o. sott. inglesi, video
Béla Tarr mostra Budapest, prima della fine dell'evacuazione. Gli ultimi abitanti lasciano la città; il giogo del comunismo è caduto, le tentazioni del capitalismo stanno adescando le menti. Il film mostra il sentimento profondo di un abitante dell'Est europeo nel momento di passaggio verso una società diversa.

OMAGGIO A PAOLO VALMARANA
La bomba di Giacomo Campiotti, Italia 1985, 25', video

ore 17,30
OMAGGIO PAOLO VALMARANA
Via Scarlatti 20 di Markus Imhof. Italia,1984, 25'.
Al numero 20 di via Scarlatti a Milano vi è una grande casa di ringhiera. I suoni del cortile sembrano una commedia radiofonica permanente: le grida, le risposte, i litigi, il ridere, il lavorare, i canarini, i bambini, le opere liriche e il rock, i gatti, le colombe, i motorini. Ma non è la radio, è la vita stessa.

ROY WARD BAKER
The Anniversary, Gran Bretagna 1968, 95', v. o.
Una matriarca con una benda sull'occhio, vedova da 10 anni, che tiranneggia i suoi figli e le sue nuore e li costringe, ogni anno, a celebrare il suo anniversario di matrimonio. Bette Davis, dedita alla perfidia cinematografica e familiare dai tempi di "Baby Jane", trova per questo personaggio echi sardonici. Claustrofobico e bizzarro.

ore 21
CULT MOVIE
Beau Geste di Herbert Brenon, Usa 1926, 104', muto
Il film racconta la storia di Beau Geste, che si era arruolato nella Legione dopo essersi presa la colpa del furto di un gioiello di famiglia. Assieme a Beau erano entrati a far parte della Legione anche i suoi fratelli Digby e John: tutti e tre avevano subito le angherie del sergente LeJeaune. Nonostante la sua crudeltà, questi non era privo di qualità militari: era dovuta a lui l'idea di presidiare il forte con i cadaveri per far fronte alle orde arabe.
Con l'accompagnamento musicale dal vivo del pianista Neil Brand

GIOVEDÌ 14 MARZO

ore 9,30
ROY WARD BAKER
Flame in the Streets, Gran Bretagna 1961, 93', v. o.
Un leader sindacale riesce a vincere un'importante battaglia per la tutela dei diritti dei lavoratori di colore provenienti dalle Indie occidentali e impiegati in una grossa industria, ma deve in seguito affrontare i suoi stessi inaspettati pregiudizi quando l'unica figlia manifesta l'intenzione di sposarsi con uno di loro.

The Monster Club (Il club dei mostri), Gran Bretagna 1980, 104', v. o.
Tre racconti dell'orrore, narrati da un vampiro che gestisce un club di rock'n'roll. L'anfitrione è Vincent Price; tra gli altri mostri, istrioni del genere come John Carradine, Donald Pleasance, Patrick Magee. Un esemplare tipico dei film horror a episodi prodotti in quegli anni dalla Amicus. Alto livello di ironia.


Studio Capitol Sala 1 - ore 15
BÉLA TARR
Sátántangó, Ungheria, 1994, 450', v. o. sott. italiani
La storia è ambientata nella grande pianura ungherese. I personaggi del racconto vivono in un edificio abbandonato. Per loro tutti i valori che avrebbero potuto indirizzare la loro esistenza hanno cessato di esistere. Vivono nell'illusione che rubando e truffando gli altri potranno risolvere il loro futuro. Stanno tutti aspettando l'arrivo di un messia che li faccia uscire dalla loro complicata vita quotidiana, che li salvi dalla pioggia torrenziale e dal fango che tutto ricopre. Film di una durata "monstre", ma sicuramente un grande capolavoro.

ore 15
ANTEPRIMA GIORGIO BIANCHI
Film da definire

ore 17,30
REGIONI MOTORE
Lola, vende cá (Lola, vieni qui) di Llorenç Soler. Spagna 2000, 89', v. o. sott. inglesi
Lola è una gitana ma la sua vera origine è sconosciuta. È infatti stata adottata subito dopo la nascita da una famiglia che l'ha cresciuta secondo le tradizioni gitane. Lola sta per sostenere l'esame di maturità e vuole continuare gli studi per diventare maestra, anche contro la volontà della sua famiglia e del suo mondo. Proprio in questo momento, l'amore entra nella sua vita.

ore 20,30
MOSTRA CONCORSO
Una bellezza che non lascia scampo di Francesca Pirani, Italia 2001, 87'
La vita apparentemente senza scosse di una giovane musicista, nasconde in realtà un profondo disagio. L'incontro con un uomo dalla forte personalità la porta alla riscoperta di un mondo di affetti che aveva perduto da tempo. Già assistente di Marco Bellocchio, Francesca Pirani offre, nel film, il ritratto di una crisi esistenziale che si sviluppa secondo una struttura non strettamente narrativa, seguendo le tracce emozionali della protagonista.

ROY WARD BAKER
The Singer Not the Song (Il coraggio e la sfida). Gran Bretagna 1961, 129', v. o.
Melodramma western ambientato in un villaggio messicano e tutto girato nei dintorni di Londra. Un pistolero crudele in pelle nera (Dirk Bogarde) e un prete (John Mills) si fronteggiano in una sfida di volontà, per il possesso dell'anima dell'altro. Un film folle, sotterraneo e morboso, che mescola i cliché di due generi e ha un finale come Duello al sole.

VENERDÌ 15 MARZO

ore 9,30
ROY WARD BAKER
Scars of Dracula (Il marchio di Dracula). Gran Bretagna 1970, 96', v. o.
Uno degli ultimi film dedicati alla serie del conte Dracula, interpretato come sempre da Christopher Lee. Il filone si sta esaurendo e le giovani vittime del vampiro, che capitano nel suo castello mentre vanno alla ricerca di un amico scomparso, non sono particolarmente interessanti. Resiste agli anni il décor gotico di casa Hammer.

The October Man (Prigioniero della paura). Gran Bretagna 1947, 110', v. o.
Scritto da Eric Ambler, un tipico thriller anni '40, giocato sull'amnesia e sull'ossessione di una colpa. Il protagonista, John Mills, è ossessionato dall'idea di aver ucciso un'indossatrice in un incidente d'auto. Accusato, va alla ricerca affannosa della verità. Suspense serrato e atmosfera di gran classe.


ore 14,30
ANTEPRIMA GIORGIO BIANCHI
Film da definire

ore 16,30
OMAGGIO A PAOLO VALMARANA
Colpire al cuore di Gianni Amelio. Italia 1982, 109'
Emilio, il figlio quindicenne di un docente universitario scopre che un allievo del padre è un terrorista e denuncia il fatto alla polizia. Ripercorrendo i tragici "anni di piombo", Amelio filtra la materia drammatica del terrorismo nel rapporto tra un padre dalla personalità più sfumata, e un figlio dalle troppe certezze. Uno dei più bei film italiani degli anni Ottanta, girato in buona parte a Bergamo.
La copia è proposta in occasione del ventennale, in un'edizione restaurata a cura della Scuola Nazionale di Cinema - Cineteca Nazionale.
Dopo il film incontro con Gianni Amelio

ore 20,30
MOSTRA CONCORSO
Plus haut (Più alto) di Nicolas Brevière. Francia 2002, 85', v. o. sott. inglesi
Una giovane donna ha deciso di dedicarsi esclusivamente all'uomo della sua vita. Un'attrice ambiziosa tenta con tutti i mezzi di sfondare, una sognatrice si invaghisce del vicino, una dottoressa si dispera per una diagnosi sbagliata. Quattro storie di donne contrappuntate come quattro stagioni. Breviére percorre sentieri ed incrocia storie su registri diversi, dal drammatico al comico, in un girotondo elegante e intrigante, giocato mescolando la casualità degli eventi.

ore 22,15
BÉLA TARR
Le armonie di Werckmeister, Ungheria 2000, 145', v. o. sott. francesi
La storia si svolge in una piccola città di provincia, circondata da un freddo secco e intenso. Centinaia di persone aspettano di vedere l'attrazione arrivata in paese, la carcassa imbalsamata di una vera balena. Il camion che contiene il cetaceo dà riparo anche al Principe, un uomo misterioso del quale si vede solo l'ombra inquietante. Il giovane Jonás percorre di corsa in lungo e in largo la città. Gente venuta da fuori vuole riportare l'ordine. I rapporti umani vengono sconvolti. Scoppia la sommossa…

SABATO 16 MARZO

ore 9,30
BÉLA TARR
Nido familiare, Ungheria 1977, 115' - sott. francesi
Una famiglia intera, compresa la nuora, vive ammassata in un piccolo appartamento. La tensione cresce, il suocero lancia accuse pesanti, il figlio non riesce a prendere in pugno la situazione. Tutto perché c'è la crisi degli alloggi. Ma lei a un certo punto se ne va con la bambina. Film amaro e sconsolato, ma vero, con interpreti che sembra di toccare con mano.


Cinema Studio Capitol 2 - ore 11.30 Incontro con Béla Tarr

ore 14,45
OMAGGIO A PAOLO VALMARANA
Robinson in laguna di Mario Brenta. Italia 1985, 24'
Il film racconta di Luigi Scarpa che, dal 1936, attraversa ogni giorno la laguna di venezia per coltivare la terra che ha avuto in concessione in un'isola abbandonata, dove spesso la nebbia lo costringe a passare anche la notte. Utilizzando solo rumori di ambiente e musiche il filmato riesce a trasmettere il lento fluire della giornata del contadino tra il lavoro del campo, la pesca, la rara visita di un conoscente, i cani, in un paesaggio inconsueto e atemporale.
Augusto Tretti di Maurizio Zaccaro. Italia 1984, 25'
Augusto Tretti. Intelligente, ironico, fantasioso, simpatico, pungente… autore di cinema forse troppo pungente… forse un po' scomodo… 4 film in tutto. Vive da solo nella sua casa sul Lago di Garda, quasi nessuno lo conosce. Dedicargli un ritratto era doveroso.

ore 15,45
Prova d'orchestra di Federico Fellini. Italia/Rft 1979, 70'
In una cappella duecentesca trasformata in sala da concerto si riuniscono gli orchestrali per una prova. Ben presto all'ordine dell'esecuzione si sostituisce il caos finché scoppia una vera e propria rivolta degli orchestrali. Quando un'enorme palla di ferro per le demolizioni sfonda la parete della sala, dalle macerie riemergono i musicisti che, intimiditi, riprendono la prova sotto gli ordini sempre più sferzanti del direttore. Allegoria felliniana sul potere.
Al termine tavola rotonda sulla figura di Paolo Valmarana, con la partecipazione di Ermanno Olmi, Paolo e Vittorio Taviani, Lina Nerli Taviani, Gianni Amelio, Mario Brenta, Maurizio Zaccaro, Cecilia Valmarana, Lietta Tornabuoni.

ore 20,30
CULT MOVIE
Un condannato a morte è fuggito di Robert Bresson, Francia, 1956, 95', v. o. sott. italiani
1943. Un uomo, utilizzando solo un cucchiaio ma deciso fino alla morte, riesce a fuggire dal carcere e dai tedeschi. La cella del carcere si trasforma nell'anticamera di un possibile paradiso. Una meditazione sulla Grazia, la predistanazione, la volontà e l'impossibiltà di imprigionare il pensiero. Ancora un capolavoro di Robert Bresson.

Premiazione dei vincitori delle Rose Camune

ANTEPRIME
Acqua tiepida sotto un ponte rosso di Imamura Shohei. Giappone 2001, 119', v. doppiata
Yosuke, un uomo di una quarantina d'anni, senza lavoro, è appena stato abbandonato dalla moglie. Seguendo i consigli di un vecchio vagabondo, si reca in un villaggio nella penisola di Noto, dove, in una casa vicino ad un ponte rosso, sulla riva del fiume, una giara conterrebbe una statua di Budda in oro, rubata in un tempio di Kioto… Ma qui incontra una donna…
In collaborazione con BIM Distribuzione.

DOMENICA 17 MARZO

ore 9,30
ROY WARD BAKER
The Vampire Lovers (Vampiri amanti), Gran Bretagna 1970, 81', v. italiana
Liberamente ispirato a "Carmilla" di Sheridan Le Fanu, il primo film del ciclo vampirico "al femminile" della Hammer. Sensuale e sanguigno, dominato dall'aggressività di Ingrid Pitt (la protagonista) e dalla freddezza analitica e vendicativa di Peter Cushing (come sempre, il cacciatore di vampiri). Baker esprime al meglio il suo immaginario gotico e barocco.


Rose Camune
I film della Mostra Concorso partecipano all'assegnazione delle Rose Camune d'oro, d'argento e di bronzo. I riconoscimenti andranno ai film che avranno ottenuto i migliori punteggi nelle votazioni espresse da tutti gli spettatori, tramite schede che verranno consegnate al'inizio della proiezione e ritirate alla fine.

Abbonamenti e biglietti
Gli abbonamenti e i biglietti si acquistano all'Auditorium.
Abbonamento per l'intera rassegna:
intero   20,00
ridotto   15,00 (Lab 80 e asscoiazioni di cultura cinematografica, Noi Club, Touring Club Italiano)
Biglietto per ogni singola fascia giornaliera (mattino, pomeriggio e sera)   4,00.
Chi sottoscrive l'abbonamento riceverà i tre cataloghi: "Generale", "Béla Tarr", "Colpire al cuore. Bergamo nel cinema".

I film sono accompagnati da traduzioni simultanee in cuffia.

Il programma potrà essere soggetto a variazioni, che verranno comunicate con avvisi affissi in sala