“…Capoeira é muito mais
que
uma luta, capoeira é ritmo, é música, é
malandragem, é poesia, é um jogo, é religião…”
(Mestre Pastinha)
Non poteva di
certo mancare in un Festival di musica brasiliana uno spettacolo di
Capoeira. E così il Grupo Soluna, fondato a Roma nel 1993 da Osvaldo de
Silva, ha divertito ed entusiasmato il pubblico – e talvolta coinvolgendolo
fisicamente - in numerosi appuntamenti nella Cavea all’aperto
dell’Auditorium e nei pre-spettacolo, come apripista anche nel caso del
concerto di Adriana Calcanhotto. Il Grupo Soluna fa parte dell’Associacao de
Capoeira Oxossì di Salvador de Bahia e realizza ogni anno alcuni tra i più
importai incontri europei di questa straordinaria forma di espressione della
storia e della cultura brasiliana.
La capoeira è un'arte marziale brasiliana creata dai discendenti di schiavi
africani nati in Brasile con influenze indigene brasiliane, caratterizzata
da elementi espressivi come la musica e l'armonia dei movimenti; è, nella
sua origine, una lotta di liberazione dissimulata nella danza, in un gioco
di arguzia. Il ritmo del berimbau, lo strumento principalmente utilizzato,
scandisce ogni fase del gioco nella roda - il cerchio di persone che si
forma attorno ai due capoeiristi che stanno giocando. Con ogni probabilità
affonda le sue origini nelle tecniche di lotta tribali dell'Africa
centro-occidentale, ma si sviluppa in Brasile durante l'epoca coloniale,
quando vi vennero deportati gli schiavi africani. La tradizione vuole che
gli schiavi di origini africane si esercitassero nella lotta con l'intento
di conquistare la libertà; l'apparenza di danza tribale li avrebbe messi al
sicuro dalla punizione dei padroni. L'origine del suo nome è incerta in
quanto si crede che derivi dal nome del capotribù della fazione di schiavi
che riuscì a fuggire liberandosi dalla schiavitù e a formare una comunità
che col tempo divenne un villaggio nascosto nelle foreste amazzoniche che
secondo fonti storiche incerte prese poi anch'esso lo stesso nome, appunto
Capoeira.
I primi documenti che parlano di capoeira risalgono al 1624 e si tratta di
diari dei capi di spedizione incaricati di catturare e riportare indietro
gli schiavi neri che tentavano di scappare. Questi documenti fanno
riferimento ad uno strano modo di combattere, in cui si usano calci e
testate. La pratica della capoeira venne vietata agli schiavi a partire dal
1814, assieme ad altre forme di espressione culturale, principalmente per
impedirne l'aggregazione. Soltanto nel 1974 la capoeira è stata riconosciuta
come sport nazionale brasiliano.26/30 |