AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

 

Luglio Suona Bene

Paco de Lucia y El Grupo
“Immortalidad de un Concierto"

 

Cavea, 04 luglio 2013 h.21

 

 di Lilith ZULLI

scheda

La chitarra

fa piangere i sogni.

Il singhiozzo delle anime

perdute

sfugge dalla sua bocca

rotonda.

E come la tarantola,

tesse una grande stella

per sorprendere i sospiri

che tremano nella sua nera

cisterna di legno.

Federico Garcìa Lorca, “Le sei corde”

 

L’emozione del flamenco, il ritmo di una danza intensa e conturbante e la chitarra magica di Paco de Lucia. Questi gli ingredienti della performance tenutasi il 4 luglio scorso presso la Cavea dell’Audiotorium Parco della Musica di Roma nell’ambito della bella manifestazione “Luglio suona bene”. Il grande interprete della musica classica spagnola e della tradizione flamenca ha trasformato la Cavea in una “cueva” insieme alla band composta da sette eccezionali musicisti che lo accompagnano in questo tour intitolato “Immortalidad de un concierto”. Sul palco il suo gruppo: Antonio Sanchez Palomo (chitarra); “El piraña” Israel Suarez Escobar (percussioni); “Farru” Antonio Fernandez Montoya (ballerino); David de Jacoba e Antonio Flores Cortes “Rubio” (voci).

Insieme a loro, Paco de Lucia ha fatto tremare terra e cuori. Rappresentante della chitarra flamenca, della cultura e della musica che rappresenta il popolo andaluso, ci ha fatto respirare in questo concerto un forte senso di appartenenza culturale in cui la “Inmortalidad” si pone come modo di essere, di vivere, di suonare. Una cultura che sopravvive e diventa eterna grazie alla musica.

Fortemente influenzato dal popolo nomade, il flamenco affonda le sue radici nella cultura musicale dei Mori e degli Ebrei e tutt’oggi costituisce l’immagine internazionale dell’Andalusia. Con grande probabilità, l'origine del nome "flamenco" - che in spagnolo significa "fiammingo" - è legato alla rivalità tra i ballerini spagnoli e i professionisti che giungevano in Spagna dalle Fiandre che, all'epoca, erano sotto il dominio spagnolo. “Essere flamenco  - ci ricorda Tomàs Borrà nella sua “Elegìa del cantaor” - è avere un'altra carne, un'altra anima, altre passioni, un'altra pelle, altri istinti, desideri: è avere un'altra visione del mondo, con il senso grande; il destino nella coscienza, la musica nei nervi, fierezza indipendente, allegria con lacrime; è il dolore, la vita e l'amore che incupiscono. Essere flamenchi è odiare la routine e il metodo che castra; immergersi nel canto, nel vino e nei baci; trasformare la vita in un'arte sottile, capricciosa e libera; senza accettare le catene della mediocrità; giocarsi tutto in una sommessa; assaporarsi, darsi, sentirsi, vivere! Questo”.

Paco de Lucia chitarra I El Grupo Antonio Sanchez Palomo chitarra, Niño Josele chitarra, Antonio Serrano tastiere harmonium, Alain Perez basso, Israel Suarez Escobar El Piranha percussioni, Antonio Flores Cortes Rubio voce, David de Jacoba voce, Antonio Fernandez Montoya Farru danza

SITO UFFICIALE

 

Auditorium Parco della Musica

paco de lucia y el grupo