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    …Giusto per vedere se 
    tornigiusto per vedere se vieni
 giusto per vedere se mi guardi…
 
 Una voce, una 
    chitarra, uno sgabello e un magnifico vestito verde smeraldo: questi gli 
    elementi esclusivi del concerto di Adriana Calcanhotto all’Auditorium Parco 
    della Musica. La cantante carioca ha portato a Roma la Música popular 
    brasileira, ovvero l'insieme di tutti i generi popolari brasiliani, della 
    musica leggera e di tutte le contaminazioni con altri stili che ne hanno 
    fatto un genere musicale autonomo e riconoscibile.
 La carriera artistica di Adriana Calcanhotto, figlia del batterista jazz 
    Carlos e di una ballerina, ha superato ormai i vent’anni e i suoi concerti 
    italiani sempre più rari, ma attesi con emozione, in particolare dalla 
    comunità brasiliana. Tra i suoi testi - spessissimo d’amore, con un accento 
    prettamente e delicatamente femminile - spicca quello di “Mulher Sem Razão”: 
    “Donna senza ragione ascolta il tuo uomo, ascolta il tuo cuore. Quando 
    scende la sera ascolta quella canzone che non suona alla radio smetti di 
    fingere di non badare alle verità che ti dico, fai un poco di attenzione, 
    parti, prendi un aereo, parti ancora. Solo sognare non risolve niente.
    è una festa nella prigione. 
    Il nostro tempo é buono e neanche ne abbiamo tanto. Lascia allora che io ti 
    porti dove so che brilleremo”.
 A parte qualche piccolo momento di stanchezza mostrata a tratti da Adriana, 
    l’atmosfera del concerto era magica e dolce e il pubblico dell’Auditorium ha 
    sempre applaudito e sostenuto la performance. Bellissimo il momento in cui 
    la cantautrice ha ricordato il poeta portoghese Mario de Sa Carneiro, del 
    quale nel 1996 ha messo in musica la poesia “O Outro”.
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