Premessa: per onestà,
sottolineo in apertura di articolo di essere al contempo autore di questo
articolo e membro della segreteria organizzativa della mostra recensita.
Sappiate quindi di essere di fronte a un chiaro caso di conflitto di
interessi!
Dopo quasi un secolo passato all’insegna della dissoluzione della forma,
stiamo assistendo negli ultimi anni ad un rinnovato interesse per la
figurazione e, di conseguenza, per l’indagine del reale. Non la pretesa di
un’impossibile rappresentazione oggettiva del mondo, ma la trasparente
ammissione di un tentativo soggettivo di recuperare la forma delle cose.
A testimonianza di questa tensione, lo spazio Figurae di viale
Sabotino 22, Milano, inaugura la prima sessione di una mostra tripartita (programmaticamente
intitolata “Antologia della figura contemporanea – Italia: le ultime
generazioni”) che intende raccogliere il meglio della figurazione italiana
degli ultimi cinquant’anni. Senza arrestarsi all’ambito nazionale, questo
vorrebbe essere il primo passo verso la creazione di un vero e proprio
movimento figurativo internazionale. Il progetto è senza dubbio ambizioso,
ma alla base di Tekne International, l’associazione responsabile della
mostra, c’è l’esperienza di Tekne Eventi, che si è occupata di prestigiose
esposizioni quali “Il Male. Esempi di pittura crudele”, curata da Vittorio
Sgarbi, e del ciclo di quest’anno su Mantegna.
Questa prima sezione raccoglie le opere di nove dei ventisei fra scultori e
pittori scelti per l’Antologia, ovvero: Carlo Guarienti, Leonardo Cremonini,
Enrico Colombotto Rosso, Alberto Sughi, Piero Guccione, Giorgio Scalco,
Luciano Ventrone, Alessandro Kokocinski e Ugo Riva.
L’ispirazione è eterogenea: dalla delicatezza del quotidiano nei dipinti di
Scalco, all’angoscia di matrice espressionista delle opere di Colombotto
Rosso. Dalla precisione iperrealista delle nature morte di Ventrone, così
perfette da apparire simulacri ideali dei loro referenti reali, alla
tensione verso l’infinito dei paesaggi di Guccione, in cui le spiagge
occupano una frazione così ridotta del dipinto, da lasciare pieno spazio a
cieli che rimandano ad un altrove etereo. Dagli angeli bizzarri di
Kokocinski, che in un contorcersi di vetroresina sembrano volersi distaccare
dalla materia che li ha creati, ai corpi mutilati di Riva, che rimandano al
tempo fuori dal tempo della mitologia. Dagli impietosi ritratti della
decadenza borghese di Sughi, alle geometrie metafisiche che incorniciano le
scene raffigurate da Cremonini. Passando per Guarienti, uno dei massimi
esponenti della figurazione italiana, con la sua pittura perennemente
sospesa fra fantastico e reale.
Non una rassegna esaustiva, ma un primo sguardo su quanto questo ritorno
alla forma ha prodotto in Italia. Se decenni di avanguardie e arte
concettuale hanno portato ad una sorta di manierismo astrattista da una
parte e ad una “istituzionalizzazione della provocazione” dall’altra,
l’esigenza di ritrovare la concretezza della figura - non in un vano
tentativo di ricalcare il reale, anzi concedendosi qualche incursione nel
fantastico e nell’immaginario - ha prodotto un terreno fertile per la
rinascita dell’arte figurativa. Questa tensione viene raccolta dalla
presente mostra, nel tentativo, come detto, di ricreare una serie di
connessioni prima a livello nazionale e poi internazionale. Se l’impresa sia
alla portata delle forze di una sola associazione culturale, lo vedremo col
tempo.

ANTOLOGIA DELLA FIGURAZIONE CONTEMPORANEA - Italia: le ultime generazioni
Dal 24 novembre 2006 al 7 gennaio 2007
Spazio Figurae – Viale Sabotino, 22 Milano
ore 10-13 / 15-19 – chiuso lunedì
info:
www.tekne-international.com
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