ASSOCIAZIONE CULTURALE MONTEVERDELEGGE

è ARRIVATO UN VASCELLO CARICO DI...

 

 

di Raethia CORSINI

Il lunedì è giorno di riposo per i teatri. Lo è anche per il Teatro Vascello di Roma. Lo scorso 20 febbraio (lunedì) ha però aperto le porte dalle 16 alle 24 (in realtà fino all’una di notte) per un’iniziativa organizzata dall’associazione culturale Monteverdelegge: una maratona di lettura popolare, aperta a tutti con entrata e partecipazione gratuite. Centosei persone si sono alternate sul palco per leggere le 212 pagine del romanzo di Pier Paolo Pasolini Ragazzi di vita, con lo scopo di «comporre un quadro di voci diverse tenute insieme dalle parole del libro», come spiega Silvia Nono ideatrice, organizzatrice della maratona e una delle socie fondatrici dell’associazione Monteverdelegge. La cosa davvero emozionante di questo evento è stata la partecipazione del quartiere Monte Verde, interamente coinvolto. Si è vista la “gente”, la più eterogenea, tra palco e platea. Sul proscenio ha dato il via alla lettura Fabio Bellini, presidente del XVI Municipio e poi si sono avvicendati lettori di tutti i tipi: tassisti, sindacalisti, studenti che urlavano con gusto (liberatorio) parolacce in slang, giornalisti, la bibliotecaria che abita ai grattacieli dove si svolge il romanzo, pensionati, insegnanti, operatori sociali, scrittori e attori con dizioni perfette che vivono nel quartiere. «L’idea era che tutto il rione partecipasse alla lettura», racconta Silvia Nono, «e non c’è stata selezione: dopo aver immaginato una piccola grande follia - la maratona – il gruppo si è attivato per promuovere l’evento e per raccogliere le adesioni “di lettura”. Ad ognuno abbiamo assegnato due pagine per la durata massima di 4 minuti ciascuno. Le persone sono arrivate ognuna con il proprio accento e colore, a dimostrazione che un libro può avere innumerevoli voci». È stato un sorprendente susseguirsi di tonalità, inflessioni dialettali (non solo ramane) e ritmi. Tra il pubblico c’è stato chi ha seguito per ore con il libro in mano, altri andavano e venivano riprendendo il filo con l’aiuto del vicino di poltrona.

L’evento della maratona è frutto di una collaborazione che ha messo in circolo la passione e la voglia di condividere, senza l’interferenza del denaro: associazione e suoi soci, abitanti di ogni età, teatro, pubblico hanno partecipato a puro titolo di piacere. E di pubblico se n’è visto davvero molto: in nessun momento, nelle 9 ore di maratona, la sala è rimasta sguarnita di spettatori. «Siamo stati lieti di favorire la manifestazione meritevole nei contenuti e importante», commenta Marco Ciuti, direttore amministrativo e organizzativo del Teatro Vascello e aggiunge: «Bella la gente che entrava e restava, ma anche chi entrava curioso e dopo poco usciva. La curiosità: è quella che dobbiamo stimolare perché è l’anticamera della cultura. Vedere la partecipazione spontanea non solo degli artisti, ma soprattutto della cittadinanza che è arrivata come pubblico e come lettori, è cosa coerente con la nostra filosofia».

L’associazione culturale Monteverdelegge, nata nel 2008 per iniziativa di un pugno di donne che vivono nel quartiere e amano la lettura, forte dei vari gruppi di lettori che si sono formati nei suoi tre anni di vita, ha voluto estendere il piacere della lettura condivisa a  tutti i residenti e, prendendo spunto dall’iniziativa One City One Book avviata in diversi paesi per promuovere la lettura e stimolare modelli nuovi di socialità, Monteverdelegge ha ideato nell’omonimo rione romano il progetto Un libro un quartiere (http://unlibrounquartiere.wordpress.com/) 

esperienza di lettura su scala di comunità, della quale la maratona ospitata al Vascello è stato solo uno degli eventi. Dice Maria Teresa Carbone presidentessa dell’associazione: «Ce n'est qu'un début, altre iniziative bollono in pentola. Un libro recente ha definito le biblioteche come le nuove "piazze", le "piazze del sapere", quegli spazi pubblici d’incontro che sembravano persi e di cui abbiamo un vero, disperato bisogno. La maratona di lettura al Vascello dimostra che il teatro è uno di questi luoghi magici dove una comunità si ritrova, insieme coesa e rispettosa delle differenze, nel segno della parola, detta e scritta».

I giorni successivi a questo evento popolare, del quale ancora si parla nel rione di Monte Verde e non solo, il Teatro Vascello ha proseguito la normale programmazione. «Siamo un ente privato con una parte di contributi pubblici, del Ministero della cultura», spiega Marcio Ciuti e prosegue: «Tentiamo di resistere, siamo una cooperativa. La compagnia è nata nel ’74 e ha una lunga storia. Stabili siamo 14 persone più un altro centinaio che si alternano durante l’anno. Per fortuna abbiamo molti amici anche tra gli artisti e un buon giro di volontariato che crede in noi». Il Teatro Vascello è riconosciuto come l’unico teatro stabile d’innovazione nel Lazio, il che significa avere una missione di ricerca e sperimentazione. «E questo in teatro costa, in termini di pubblico. Così per mantenere fede ai nostri impegni culturali – conclude Ciuti - abbiamo dovuto ridurre molte attività. Il cartellone della stagione però ha mantenuto nomi di spicco, senza piegarsi alle logiche commerciali». Esempio lo è stato lo spettacolo di Carlo Cecchi, che ha debuttato qui in prima nazionale, con il dittico Abbastanza sbronzo da dire ti amo? di Caryl Churchill (testo per la prima volta portato in scena in Italia) e prodotto di Mark Ravenhill, con le traduzioni di Giorgio Amitrano.

Due tempi. Nel primo un dialogo tra i due protagonisti – Carlo Cecchi e Tommaso Ragno – che segue lo schema della commedia erotico-sentimentale-omosessuale, ma che è parodia del rapporto storico-politico fra gli Stati Uniti e i suoi alleati. Un testo durissimo che si sviluppa in maniera spezzettata, con battute che spesso si sospendono sul vuoto, ma che lasciano comprendere tutto alla perfezione. Il secondo tempo– titolo Il prodotto –  vede in scena un regista cinematografico (sempre Cecchi) che in un lungo monologo racconta a una star il film che intende fare. Il testo, straordinariamente interpretato da Cecchi che riesce a strappare risate anche nelle parti più ciniche, è una geniale demolizione della sacralità del cinema hollywoodiano e dei miti moderni che sforna continuamente. Un dittico non facile, che ha però trovato nel pubblico presente in sala sabato 25 febbraio, una calorosa accoglienza. Dopo il debutto al Teatro Vascello, sarà in scena a Milano al Teatro Elfo Puccini dal 28 febbraio all'11 marzo, poi a Brescia al Teatro Sociale il 12 e 13 marzo e chiuderà a Buti al Teatro Francesco di Bartolo il 15 marzo. La tournée ripartirà il prossimo autunno.

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