QUESTA NAVE PRESENTA...
 

flatlandia

Mestre, Teatro Aurora, 10 gennaio 2009
ultima produzione Questa Nave

Da un'idea di Francesca D'Este

in scena con Silvia Gribaudi

di Carlotta TRINGALI

UN VIAGGIO MATEMATICO NEL PAESE DI FLATLANDIA

 

Quadrati, triangoli isosceli, rette parallele, pentagoni, esagoni – e chi più ne ha più ne metta – sono i protagonisti di un insolito spettacolo andato in scena per la prima volta al Teatro Aurora di Marghera sabato 10 gennaio. Il progetto di portare a teatro un testo dove i personaggi sono figure geometriche, che abitano un mondo bidimensionale, è risultato troppo ambizioso. Liberamente ispirato al racconto dell’inglese Edwin A. Abbott, Flatlandia vede sul palco due sole performer, l’attrice Francesca D’Este – che ne firma anche la regia – e la danzatrice Silvia Gribaudi. Incuriosisce subito il fatto che siano proprio due donne le interpreti della pièce, dato che nel testo scritto dal reverendo nel 1882, si ha una visione misogina della società, dove il sesso femminile ne occupa la parte più bassa: in questo mondo dove si ha più valore quanti più lati si hanno, le donne non sono altro che linee rette. Ma questa sfaccettatura non sembra interessare la regia che si concentra più su un altro aspetto, ossia il problema del riconoscimento dell’Altro. In un paese dove non esiste la terza dimensione – o meglio dove questa non è concepita – la vita a Flatlandia scivola su un piano. E quindi come poter capire chi si ha di fronte se ciò che si riesce a vedere sono solo segmenti? Tramite il contatto o tramite un sistema di luci che risulta alla maggior parte dei suoi abitanti troppo difficile. Per spiegare questa trama non tanto complicata ma quanto insolita, lo spettacolo cerca, con un debole tentativo ludico, di mettere gli spettatori a proprio agio, facendo un rapido ripasso delle figure geometriche studiate a scuola tanto tempo prima e ormai forse dimenticate. Protagonista e narratore dell’originale storia è un quadrato che spiega al suo nipotino esagono come non esistano figure al cubo, poiché una tridimensionalità non è pensabile. Solo dopo l’incontro con una sfera, il Signor Quadrato si ricrederà e scoprirà come è bella e diversa Flatlandia vista dall’alto. Ma non riuscendo a condividere questa esperienza con i suoi simili, la sfortunata figura verrà imprigionata per eresia e additata come pazza. Il suo rifiuto di accettare l'ideologia imposta dalle masse gli permette solamente di scrivere: è questo l’unico modo per poter comunicare con le generazioni future, magari più disposte a cambiare e migliorare le proprie esistenze dato che gli abitanti di Flatlandia si credono felici nelle loro piatte vite, e non vogliono sconvolgimenti, né in positivo né in negativo, basta che continuino a vivere come hanno sempre fatto.

Servendosi solamente di luci, una tavola per rappresentare le figure e altri piccolissimi oggetti, l’ultima produzione di Questa Nave approda verso l’esperimento che fonde la scienza con il teatro, alternando la parola didattica e narrativa alla danza. Da segnalare è il gioco di luci curato da David Casagrande Napolin.

 

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