teatro vascello

stagione teatrale

stagione 2012-2013

 

10 dicembre 2012 ore 21

 

maddalena crippa legge

la poesia di pier paolo pasolini

Paolo Schianchi - chitarra

di Azzurra SOTTOSANTI

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"Nel momento in cui io racconto le borgate romane non ne faccio mai un fatto oggettivo, naturalistico. Non è vero tutto questo, al limite lo è solo apparentemente; in realtà le borgate romane mi appaiono appunto come un'apparazione, un sogno, un sogno stilistico, come un sacrario del sottoproletariato, come un mondo concluso […] Lo stile è un prodotto di questo. Voglio dire: non baro perché lo stlle è un prodotto diretto di questo mio sentimento della realtà come apparizione del divino". Pier Paolo Pasolini

Commuove gli animi Maddalena Crippa, interprete sensibile e appassionata della parola pasoliniana, in scena al Teatro Vascello di Roma per inaugurare la serie di omaggi che il teatro dedicherà nel corso del 2013 all’opera e alla personalità del grande Pier Paolo Pasolini.
Una selezione di testi tra i più teneri e passionali, una scelta personalissima e convincente, che attraversa quasi l’intera opera poetica di Pasolini e che spazia da “Poesia in forma di rosa” a “Le ceneri di Gramsci”, da “Trasumanar e organizzar” fino a “Poesie disperse II” e “La religione del mio tempo” e che include, inoltre, alcune rare interviste (l’ultima, rilasciata da Pasolini a Furio Colombo, risale al giorno precedente alla sua morte).
A fare da contrappunto alla lettura la musica del superbo Paolo Schianchi, che arricchisce e amplifica il senso della poesia pasoliniana.
Lo spettatore rimane ammaliato dal suono incandescente e insolito del suo Octopus, sistema elettro-acustico da lui stesso ideato, che gli consente di suonare tre chitarre contemporaneamente, basandosi sui principi dell’eco e della risonanza.
Parola e suono riempiono il teatro, lo inondano, lo illuminano. Illuminano un sentiero, la possibile direzione di una svolta. Perché quella di Pasolini è poesia pensante.
Tornare a Pasolini oggi si deve, perché lui, come pochi, ha saputo arrischiarsi là dove difetta il fondamento, nell’abisso.
«L’epoca a cui manca il fondamento pende nell’abisso» - scriveva Martin Heidegger nel suo “Perché i poeti?”. «Nell’epoca della notte del mondo l’abisso deve essere riconosciuto e subìto fino in fondo. Ma perché ciò abbia luogo occorre che vi siano coloro che arrivano all’abisso» . È a questo abisso Pasolini ci riporta, alla necessità di mettersi in cammino sulle tracce degli dei fuggiti, con la lucidità, il coraggio, l’ossessione per la verità che sempre lo hanno contraddistinto.
Nel tempo di povertà, nel tempo della notte del mondo il poeta canta il Sacro. Se così stanno le cose, non ci resta che metterci in ascolto dei versi del poeta.

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