(ARCHIVIO): FACCIAMO L'EUROPA COI MULTISALA
apre il 22 aprile vicino a Rimini
il primo UCG-CINEMA italiano


Siamo ormai abituati da tempo a considerare quella che stiamo vivendo la "terza fase" nell'esistenza del prodotto cinematografico, inteso dal punto di vista dei luoghi e dei modi della fruizione: dopo il monosala tradizionale nei centri storici delle nostre città e dopo la crisi degli anni Ottanta, in corrispondenza con la diffusione delle videocassette, che portò alla chiusura di migliaia di cinema su tutto il territorio nazionale, siamo ora nell'era dei multiplex e/o multisala, iniziata, peraltro, da poco meno di dieci anni.
Da considerare anche come l'offerta diversificata e "moltiplicata" del prodotto in questione, il film, non solo sia riuscita a reggere l'onda d'urto del DVD e, anche se i conti definitivi e completi potranno essere fatti solo tra un po' di anni, dell'"home cinema" o "home theatre" nel suo complesso; non solo, quindi, i multisala tengono testa al cinema digitale applicato alla tranquilla e personalizzata fruizione domestica, ma rilanciano la sfida e diversificano l'offerta, puntando sulla qualità e sull'attenzione verso un pubblico sempre più differenziato e multiforme.
Potremmo parlare quasi di una svolta di grande importanza, venendo a trattare della prossima apertura del primo "UGC-CINEMA" a Savignano sul Rubicone, in provincia di Rimini, in una zona compresa all'interno del triangolo Cesena-Rimini-Ravenna.



Parlando con il direttore generale di Ugc Italia, Michele Latora, ci addentriamo in un mondo in buona parte sconosciuto al fruitore medio, fatto di dati e, poche ma significative, cifre, che esula dall'universo dei cinecity o dei Warner village più tradizionali, poiché parte da premesse teoriche e da una realtà imprenditoriale anomale per il panorama nostrano.
A] Innanzitutto, la "Ugc" è una Federazione di Esercenti Regionali nata e diffusasi a macchia d'olio nel territorio francese a partire dal 1971 - non rappresenta quindi in nessun modo la consueta forma di colonizzazione americana, messa in atto a partire dalla realizzazione dei villaggi o città del cinema negli ultimi quattro, cinque anni in aree del Nord e Centro Italia - federazione capace di diventare, a tutt'oggi, il principale consorzio o "azienda cinematografica", come la definisce Latora, europeo, sia in termini di numero di sale, che di spettatori.
La Ugc [si veda al sito www.ugc.fr], ha aperto sale in Belgio a partire dagli anni Ottanta, nonché in Spagna e Regno Unito [Inghilterra e Irlanda] alla fine del decennio successivo, partendo da un'apprezzabilissima ottica di recupero e ristrutturazione dell'esistente, che ha portato, all'inizio, a mettere a disposizione dell'utenza, cinema da 5/7 sale, per poi ampliare l'offerta con i multiplex degli anni '90, molti costruiti ex-novo, a partire dalle otto sale in su.
B] In secondo luogo, Ugc si è sempre prefissata lo scopo di armonizzare l'offerta di film spettacolari di grande richiamo - anche, ma non solo, in ragione dell'accordo, limitato al territorio francese, con la "20th Century Fox"- con quella di un "cinema d' Autore" lontano dai vincoli e limiti dei circuiti d'essai, ma capace di dare ascolto ad una produzione altrimenti ignorata dai village di cui sopra, sì da riuscire a proporre quasi un film diverso per sala, laddove è ben nota l'abitudine di monopolizzare anche due o tre sale con il blockbuster del momento, in tutti i giorni della settimana, e non solo nelle scomode nicchie infrasettimanali, scelte da qualche esercente per mettersi a posto la coscienza con rassegne tanto volonterose quanto episodiche e inefficaci sul lungo periodo, in termini di reale creazione di un pubblico di neo-utenti.



La Ugc, in definitiva, percorre la strada del Cinema Europeo al di là di ogni preconcetta retorica anti-globalizzazione, laddove, peraltro, è fondamentale riuscire a creare una reale alternativa alle cattive abitudini indotte dalla filosofia usa e getta dei multisala all'americana, dove le coppie di ragazzi del venerdì o sabato sera scelgono, in primis, di andare al cinema "a prescindere", a mo' di aperitivo alla discoteca, quasi si trattasse di un luogo neutro di ritrovo - e relativamente economico - per poi decidere sul posto quale film andare effettivamente a vedere [?!?], sempre dopo essersi attrezzati dell'ormai tradizionale secchiello di pop-corn.
Facciamo l'Europa con i multisala, sembrano dire gli amici della Ugc, ma sempre con attenzione alle realtà locali e occhio vigile, di conseguenza, su di un federalismo culturale di alto profilo, rispettoso delle radici e delle peculiarità del territorio.
A questo proposito, è stato con grande piacere che abbiamo scoperto come Latora e i suoi collaboratori abbiano optato per la zona del primo UGC-CINEMA, anche in considerazione dell' estrema - così è stata definita - cinematograficità dei luoghi circostanti l'area [è perfino superfluo parlare di fellinianità di questa terra, ma dovremmo citare anche Tonino Guerra e l'arte teatrale di Santarcangelo di Romagna, da Fabio De Luigi a Daniele Luttazzi, capace di attirare personalità come Gabriele Salvatores e Diego Abatantuono, i quali vi risiedono periodicamente, dopo aver imparato ad amare anche Longiano e il suo teatro].



E non ci sembra stonare, proprio in linea con l'approccio spettacolare e, insieme, imprenditoriale dell'azienda francese, la scelta di poter contare sull' incredibile potenzialità offerta, in termini di spettatori, dal vicino Iper Romagna Center.
Ulteriore merito va dato alla Ugc, che non è marchio sconosciuto agli addetti ai lavori, per aver saputo diversificare ulteriormente i settori d'intervento nel mondo del cinema, reinvestendo in attività di produzione [solo in Francia] e distribuzione [Francia, con la Fox, e Regno Unito, da soli], consorziandosi, nel primo caso, con produttori indipendenti: IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE, VIDOCQ, ARIZONA DREAM di Emir Kusturica, IL MOSTRO di Roberto Benigni e IO BALLO DA SOLA di Bernardo Bertolucci, sono solo alcuni dei titoli, assai significativi e coerenti con l'autorialità di cui si diceva, usciti sotto l'egida della Casa francese.



Non ultima, l'attenzione ad una veste architettonica austera, ma non appiattita sui canoni dell'edilizia simil-industriale, in cui si respira, ancora, un'aria europea, grazie a precisi, ma mai gratuiti, riferimenti a certi incastri volumetrici di Rem Koolhaas [il corpo dell'entrata, biglietterie e bar, giocato tra acciaio e trasparenze] e a determinati trattamenti di facciata di Herzog & De Meuron.
L'architetto Cattani è il responsabile della progettazione del complesso.
L'inaugurazione del complesso, dotato di dodici sale e che si attesta come il più grande e importante del Centro Italia, avverrà il 22 aprile, con diverse sorprese, in termini di ospiti provenienti dal mondo del cinema, annunciate dai responsabili.


Gabriele FRANCIONI
14 - 04 - 02