
Parte con i due film shock di Marco Bechis GARAGE OLIMPO e HIJOS la rassegna
friulana MI QUERIDA ARGENTINA, occasione importante per riflettere su
passato, presente e futuro dello sfortunato paese sudamericano.
Cosa sta accadendo in Argentina, oggi? Qual è l'origine delle sue
sofferenze attuali e di quelle passate? Queste sono solo due delle tante
domande - come si dice "da un milione di dollari" - che il pubblico
in sala ha posto giovedì 3 ottobre al regista Marco Bechis e a
Julio Santuchio, (direttore del festival sui diritti umani di Buenos Aires)
in occasione del primo incontro?dibattito nell'ambito della rassegna MI
QUERIDA ARGENTINA - STORIE ARGENTINE DI QUA E DI LA' DAL MARE, seguito
alla proiezione dei due più recenti film di Bechis GARAGE OLIMPO
e HIJOS. In fondo, nel suo piccolo, tutta la rassegna organizzata dal
CEC di Udine (Cinema Ferroviario dal 3 ottobre al 6 novembre) è
un tentativo di dare risposta a questi quesiti, attraverso la retrospettiva
sul "nuovo cinema" argentino (saranno presentati film di Gustavo
Corrado, Lucrecia Martel, Pablo Trapero e altri, molti dei quali presenti
a Udine), ma anche attraverso documentari, audiovisivi d'epoca, testimonianze
filmate ed esperienze personali; e poi ancora, con l'approfondimento sui
temi dell'emigrazione italo-argentina (a maggior ragione cari al Friuli,
se si pensa che al di là del mare esiste un "altro" Friuli,
fatto dei tanti emigranti che a suo tempo lasciarono la regione in cerca
di lavoro) a cui sono dedicati alcuni incontri con professori universitari
e ricercatori.
Passato e presente, retaggio storico ed attualità, problemi economici
strutturali e instabilità politica, voglia di riscatto e vecchie
ferite mai rimarginate si intrecciano in quel calderone (di etnie, di
problemi, di possibilità) che è l'Argentina contemporanea.
Per dipanare la matassa bisogna saper volgere lo sguardo indietro e da
questo punto di vista è con cognizione che si è deciso di
aprire la rassegna con i due film di Bechis. GARAGE OLIMPO e HIJOS, le
più importanti opere cinematografiche dedicate alla dittatura che
ha insanguinato il paese tra la fine dei settanta e l'inizio degli ottanta,
vanno visti insieme, in quest'ordine, perché di fatto sono uno
la continuazione ideale (e necessaria) dell'altro (a questo proposito
ricordo che KMX ha realizzato un approfondito servizio su HIJOS nella
sezione sceneggiature).
Perfetto apologo di quella "banalità del male" capace
di normalizzare l'orrore riducendolo a quotidianità, a routine
- e messo in scena senza mai mostrarne direttamente le efferatezze - attraverso
la storia di un "ordinario" rapporto vittima-carnefice, GARAGE
OLIMPO è una testimonianza unica nel suo genere. Solo dopo averlo
visto si può apprezzare appieno HIJOS, con i suoi tempi dilatati
carichi di tensione etica, quel senso di oppressione, pesante come un
macigno, dovuto ad un passato che preme sulle coscienze di un intero popolo.
I figli di quell'odio oggi sono ventenni, in Argentina si sono uniti in
una associazione (H.I.J.O.S. appunto), vogliono sapere la verità,
si ribellano ad uno stato che non desidera ricordare né punire
i colpevoli di allora (le continue amnistie hanno di fatto liberato tutti
i riconosciuti responsabili delle efferatezze).
Sui loro volti si chiude l'ultimo film di Bechis e si apre il dibattito,
si fa urgente la riflessione, emergono gli interrogativi. Il prossimo
appuntamento della rassegna è fissato per giovedì 10 ottobre
con la proiezione del film EL ARMARIO di Gustavo Corrado (che srà
presente a Udine), seguito dal film LA CIENAGA di Lucrecia Martel.
Loris SERAFINO
|