biennale teatro 2011

 

Stefan Kaegi

Bodenprobe Kasachstan

(Soil Sample Kazakhstan)

ideazione e regia Stefan Kaegi

 

15 ottobre h11-20, Teatro Piccolo Arsenale

 

di Carlotta BON

Stefan Kaegi: scheda

con Elena Panibratowa, Gerd Baumann, Heinrich Wiebe, Helene Simkin, Nurlan Dussali video Chris Kondek musica Christian Garcia scene Aljoscha Begrich drammaturgia Aljoscha Begrich, Juliane Männel disegno luci Sven Nichterlein assistente alla regia Jessica Páez assistente alla scenografia: Justus Saretz, Maria Ebbinghaus sottotitoli e traduzione: Amanda Crain (ing.) tecnico video: Bodo Gottschalk tecnico del suono: Daniel Dorsch, Nikolas Neecke produzione Rimini Apparat e HAU/Hebbel am Ufer Berlin in coproduzione con Schauspiel Hanover, Wiener Festwochen, Goethe Institute Almaty, Le Maillon – Théâtre de Strasbourg/Scène Européenne, Territory Festival e BIT Teatergarasjen con il supporto di Capital Cultural Fund e di Governing Mayor of Berlin – Senate Chancellery for Cultural Affairs

24/30

Bodenprobe Kasakhstan, ha debuttato a Berlino il 29 aprile. Uno “spettacolo” che parla di petrolio, di Kazakistan, di immigrati di ritorno russo-tedeschi e parla anche di noi.

Racconta Stefan Kaegi: Forse pochi sono al corrente - dei flussi migratori che hanno legato Russia e Germania a partire dal secolo di Caterina la Grande, lo stesso secolo in cui si comincia ad estrarre il petrolio in Europa. Sotto Stalin migliaia di persone di etnia tedesca sono deportate in Kazakistan. All’inizio degli anni ‘90, l’invito di Helmut Kohl a un milione di persone di origine tedesca a ritornare in Germania dal Kazakistan coincide con la scoperta di uno dei più grandi giacimenti petroliferi degli ultimi vent’anni nel Kazakistan occidentale… Il boom del petrolio kazaco seguirà il modello norvegese di sostenibilità o quello di sfruttamento nigeriano? Si chiede Stefan Kaegi.
Estremamente perspicace, originale e azzardato, risulta, il lavoro di Kaegi. Ha l’impronta di un documentario che svela tutti i retroscena progettuali del suo operato. Il regista acquisisce materiali con sistematiche ricerche sul campo e incontri personali, poi li trasforma in un processo concettuale che si tramuta in uno spettacolo. Entra nel profondo della società, capta i problemi, crea collegamenti originali,accostamenti azzardati, e forte ed insistente come una trivella affonda in situazioni putrescenti, mettendo in cortocircuito i meccanismi dell’economia e della politica con le storie di vita. Una sorta di testamento che mira a mostrarci quasi in modo scientifico l’influenza e l’effetto che la società e i suoi ’eventi’ portano alla vita e al mutamento della personalità dell’individuo che la vive e subisce.
In questo modo, le piccole storie private svelano la grande storia come palesa questo spettacolo presentato al 41. Festival Internazionale del Teatro di Venezia. Il carattere documentaristico è sottolineato e mantenuto dalla struttura scenografica e l’impronta registica accuratamente studiate. La scenografia è di forte impatto, molto essenziale ed estremamente funzionale alla drammaturgia.
i costumi sono attuali ma coscientemente caratterizzati ognuno dagli elementi del proprio folklore. La bravura di Kaegi ci fa respirare fino in fondo l’atmosfera di quei paesi e ci sbatte d’innanzi alle loro realistiche problematiche abbandonandoci ad una serata al limite del folklore, dove con grottesca e feroce ironia, emergeranno lentamente, racconti, ricordi, rimpianti, difficoltà...

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biennale teatro 2011

Stefan Kaegi

 

10 ottobre > 16 ottobre 2011